AVVENTO DOMENICHE ANNO C
I DOMENICA (Lc 21,25-28.34-36) "La vostra liberazione è vicina"
La parola "avvento" significa "venuta" o "presenza". Nel mondo antico indicava la visita del re o dell'imperatore in una provincia; nel linguaggio cristiano è riferita alla venuta di Dio, alla sua presenza nel mondo; un mistero che avvolge interamente il cosmo e la storia, ma che conosce due momenti culminanti: la prima e la seconda venuta di Gesù Cristo, il Figlio del Padre nello Spirito Santo.
La prima è proprio l'Incarnazione; la seconda è il ritorno glorioso alla fine dei tempi. Questi due momenti, che cronologicamente sono distanti -e non ci è dato sapere quando e quanto -, in profondità si toccano, perché con la sua morte e risurrezione Gesù ha già realizzato quella trasformazione dell'uomo e del cosmo che è la meta finale della creazione.
Ma prima della fine, del compimento, è necessario che il Vangelo sia proclamato a tutte le nazioni, dice Gesù nel Vangelo di san Marco (Mc 13,10).
La venuta del Signore al libero arbitrio dell'uomocon la possibilità di amare continua, il mondo deve essere penetrato dalla sua presenza. E questa venuta permanente del Signore nell'annuncio del Vangelo richiede continuamente la nostra liberacollaborazione di amore; e la Chiesa, che è come lafidanzata, la promessa Sposa dell'Agnello di Dio crocifisso e risorto (Ap 21,9), in comunione con il suo Signore collabora a questa venuta del Signore, nella quale già comincia il suo ritorno glorioso. A questo richiama oggi la Parola di Dio a noi distratti per il pentimento e il perdono, tracciando la linea di condotta da seguire in tutte le quattro settimane di Avvento per essere pronti alla venuta natalizia del Signore con la Confessione, la Comunione, la Carità. Viene tracciata anche la linea di condotta da seguire in tutti i giorni per essere pronti alla venuta nataliziadel Signore.
Nel Vangelo di Luca, Gesù risorto dice a noi discepoli: "I vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanno della vita … vegliate ingni momento pregando" (Lc 21,34-36).
Dunque, sobrietà soprattutto il mercoledì e il venerdì e preghiera. E l'apostolo Paolo aggiunge l'invito a "crescere e sovrabbondare nell'amore" tra noi in famiglia, parrocchia e verso tutti, soprattutto i più trascurati, per rendere saldi i nostri cuori e irreprensibili nei comandamenti, nelle beatitudini cioè nella santità (I Ts 3,12-13).
In mezzo agli sconvolgimenti del mondo, o ai deserti dell'indifferenza religiosa e del materialismo senza fede cattolica, i cristiani cattolici accolgono continuamente da Dio la salvezza soprattutto per oltre questa vita e la testimoniano con un diverso modo di vivere insensato, come una città posta sopra un monte. "In quei giorni -annuncia il profeta Geremia – Gerusalemme vivrà tranquilla, e sarà chiamata: Signore-nostra-giustizia" (33,16).
La comunità dei credenti nella società è segno dell'amore di Dio, della sua giustizia che è già presente e operante ma che non è ancora pienamente realizzata, e pertanto va sempre attesa anche in questo Avvento, invocata, ricercata con pazienza e coraggio.
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