XXIII Domenica

XXIII DOMENICA (Mc 7,31-37) "Fa udire i sordi e fa parlare i muti". Oggi è anche la festa di Maria bambina, l'unica concepita senza la colpa originale e noi memorizzando il Carisma di Betania, contro i peccati, non contro chi licommette perché tutti bisognosi del perdono che ci rende umili e caritatevoli

 

L'episodio della guarigione del sordomuto ci coglie mentre riprendiamo la nostra vita ordinaria dopo le vacanze e le ferie. In verità, potremmo anche dire che questo brano ci ha incontrato sin dal giorno del battesimo, quando il sacerdote fece su di noi esattamente quello che Gesù compie sul sordomuto.L'unica creatura immacolata fin dal concepimento è Maria che oggi memorizziamo come Maria bambina, immacolata senza bisogno del battesimo.

 

Toccandoci le orecchie e la bocca nel rito battesimale, il sacerdote disse: "Il Signore ti conceda di ascoltare presto la sua Parola e di professare la tua fede".

 

Fin dall'inizio della nostra vita—quando è ancora impossibile ascoltare parole—ci viene comunque detto che l'ascolto della Parola è la nostra salvezza. Senza dubbio l'episodio evangelico riportato da Marco assume un valore simbolico per l'intero anno che ci sta davanti, oltre che per l'intera vita.

 

Gesù si trova nella regione pagana di Tiro (la Decapoli). Operare in quella terra il miracolo significa l'apertura universale del Vangelo: ogni uomo e ogni donna, ovunque essi abitino e a qualunque cultura appartengano, possono essere raggiunti dalla Parola di Dio e toccati dalla Sua misericordia se aperti al perdono per qualunque peccato.

 

Marco parla di un sordomuto o meglio di un uomo affetto da grave balbuzie (la guarigione infatti consisterà nel parlare correttamente), il quale viene condotto davanti a Gesù per essere guarito.

 

Gesù lo porta in disparte, lontano dalla folla, quasi a sottolineare la necessità di un rapporto personale diretto, intimo, tra lui e il malato non solo bisognoso di salute fisica, ma del perdono. I miracoli, infatti, a differenza di quel che superficialmente si crede, non avvengono in un clima di esaltazione e di magia, ma nell'ambito di un'amicizia profonda e fiduciosa in Dio che perdona.

 

Gesù conduce in disparte quell'uomo e, seguendo un'antica consuetudine, gli pone le dita sugli occhi e poi con la saliva gli tocca la lingua. Scocca come una corrente di amore misericordioso mentre Gesù tiene le mani di quel malato.

Oggi a Zevio di Verona celebriamo la memoria dell'inizio del carisma e del movimento di Betania di cui io sono testimone.

Antonia Vitale ha avuto il dono di evangelizzare quelle persone particolarmente povere cadute in certi peccati, quindi particolarmente povere perché emarginate. Fu ispirata nel ritenere il comando di Gesù "Non giudicate mai le persone". Giudicate il peccato ma non pretendete di giudicare il peccatoreperché la coscienza di chi commette il peccato – in rapporto alla legge di Dio – la vede solo Dio. Di fronte a chi commette il peccato vediamo il peccato ma non la coscienza di chi lo commette. Questa la vede solo Dio che perdona sempre se pentiti.

L'unica concepita senza peccato originale è Maria Bambina. Tutti nasciamo peccatori bisognosi fin dall'inizio del battesimo e in seguito del sacramento della riconciliazione, della confessione almeno mensile, nel carisma di Betania.

Antonia Vitale abitava nella parrocchia di san Giovanni Lupatoto quando fu ispirata di un'attenzione particolare a certi presunti peccatoriche certi pastori con la mentali di Pelagioescludevano dall'azione pastorale il perdono di chi commette certe colpe. E lei ebbe il dono, il carismadi un'attenzione particolare per questi. Richiesto come confessore, come direzione spirituale non mi sono messo contro un entusiasta dell'Azione Cattolica ma mensilmente mi incontravo in un ristorante in una parrocchia dove il parroco condivideva il carisma per la confessione e la direzione spirituale. Il carisma si è sviluppato in più parti in Italia, ma anche in Africa e soprattutto in Albania con il dono della visita di Papa Francesco. Ero presente e durante l'intervento del Papa il mio sguardo era preso dalla presenza del Segretario di Stato. Subito dopo mi avvicina: "Ma tu sei don Gino?" "E tu sei quel Parolin, quel chierico del Seminario di Vicenza, di seconda teologia, che ha fatto gli esercizi con me?". Ne approfitto per chiederti: "Il Papa è consapevole del carisma di Betania cioè contrari al peccato ma mai a persone che commettono soprattutto certi peccati, consapevoli della necessità del perdono anche sacramentale e quindi umili, aperti alla carità?" "È entusiasta del carisma. Se siete fedeli…"

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