Un vescovo corregge il Papa. Molte religioni sbagliate, solo Cristo salva
"Non tutte le religioni cercano lo stesso Dio e alcune sono sbagliate. Solo Cristo salva". Dopo le parole di Francesco a Singapore il vescovo emerito di Filadelfia è il primo a correggerlo: "Commenti vaghi possono solo confondere. Suggerite che i cattolici percorrono un cammino più o meno simile a quello delle altre religioni verso Dio svuota il martirio del suo significato".
Nico Spuntoni nella "Nuova Bussola" – 18 settembre 2024
«Tutte le religioni sono un cammino per arrivare a Dio. Sono... come diverse lingue, diversi idiomi, per arrivare lì. Ma Dio è Dio per tutti. E... noi siamo tutti figli di Dio. "Ma il mio Dio è più importante del tuo!". È vero questo? C'è un solo Dio». Le parole del Papa al Catholic Junior College di Singapore durante un incontro interreligioso continuano a far discutere nel mondo cattolico.
In queste 48 ore è arrivato l'intervento di un vescovo e non di uno qualsiasi: monsignor Charles Joseph Chaput. L'arcivescovo emerito di Filadelfia ha scelto le pagine di "First Things" per rimettere la chiesa al centro del villaggio sull'argomento affrontato dal Papa. La premessa di Chaput è che i «suoi commenti (del Pontefice, ndr) erano estemporanei, naturalmente mancavano della precisione che un testo preparato normalmente possiede, e quindi si spera che ciò che ha detto non sia esattamente ciò che intendeva».
L'arcivescovo non nasconde un certo disappunto nell'osservare come «Francesco ha l'abitudine, ormai consolidata, di dire cose che lasciano gli ascoltatori confusi e spinti a sperare che intendesse qualcosa di diverso da ciò che ha effettivamente detto». Tra i critici per le dichiarazioni papali, c'è chi si è chiesto se Francesco non abbia "licenziato" Cristo. Nel Vangelo di Giovanni, Gesù dice: «Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me».
Chaput ha così commentato le esternazione di Singapore: «Che tutte le religioni abbiano lo stesso peso è un'idea straordinariamente imperfetta che il Successore di Pietro sembra sostenere. È vero che tutte le grandi religioni esprimono un desiderio umano, spesso con bellezza e saggezza, per qualcosa di più di questa vita. Gli esseri umani hanno bisogno di adorare. Quel desiderio sembra essere cablato nel nostro DNA. Ma non tutte le religioni sono uguali nel loro contenuto o nelle loro conseguenze».
Le riflessioni dell'arcivescovo sono fedeli a quanto afferma il Concilio Vaticano II che nella "Nostra Aetate" ammette come «Dai tempi più antichi fino ad oggi presso i vari popoli si trova una certa sensibilità a quella forza arcana che è presente al corso delle cose e agli avvenimenti della vita umana, ed anzi talvolta vi riconosce la Divinità suprema o il Padre. Questa sensibilità e questa conoscenza compenetrano la vita in un intimo senso religioso». Gli insegnamenti conciliari riconoscono «che la Chiesa cattolica nulla rigetta di quanto è vero e santo in queste religioni» ma «annuncia, ed è tenuta ad annunciare, il Cristo» citando il passaggio già visto del Vangelo di Giovanni.
Chaput, contrariamente alla versione riportata del discorso del Papa, sentenzia nel suo articolo che «non tutte le religioni cercano lo stesso Dio e alcune sono sbagliate e potenzialmente pericolose, sia materialmente che spiritualmente». Il presule americano mette i puntini sulle "i" quando afferma che «i cattolici credono che Gesù Cristo, una volta e per sempre, abbia rivelato a tutta l'umanità chi è Dio. Ci ha redenti con la sua morte e resurrezione e ci ha dato l'incarico di portare tutta l'umanità a lui. Come la nostra fede insegna molto chiaramente, è solo Gesù Cristo che salva. Cristo non è semplicemente uno tra gli altri grandi maestri o profeti».
Dopo aver ribadito gli insegnamenti di sempre, l'intervento di Chaput non rinuncia ad invitare il Santo Padre ad una maggiore cautela nell'esprimersi. «Suggerire, anche vagamente, che i cattolici percorrano un cammino più o meno simile a quello delle altre religioni verso Dio svuota il martirio del suo significato. Perché rinunciare alla propria vita per Cristo quando altri cammini possono condurci allo stesso Dio? Un simile sacrificio sarebbe insensato», ha scritto l'arcivescovo. Più direttamente, Chaput scrive che «il vescovo di Roma è il capo spirituale e istituzionale della Chiesa cattolica. Ciò significa, tra le altre cose, che ha il dovere di insegnare la fede in modo chiaro e di predicarla evangelicamente. Commenti vaghi possono solo confondere. Tuttavia, troppo spesso, la confusione infetta e mina la buona volontà di questo pontificato».
In passato, quando un caso simile c'era stato per la menzione della «diversità delle religioni (...)sapiente volontà divina» contenuta nella Dichiarazione di Abu Dhabi, monsignor Athanasius Schneider, ausiliare di Astana aveva chiesto chiarimenti de visu al Papa in un'udienza in Vaticano. Francesco aveva accolto questa manifestazione di parresia, rispondendo: «Potete dire che la frase in questione sulla diversità delle religioni significa la volontà permissiva di Dio». Ed aveva puntualizzato anche in pubblico in un'udienza generale a San Pietro, spiegando: «Perché Dio permette che ci siano tante religioni? Dio ha voluto permettere questo: i teologi della Scolastica facevano riferimento alla voluntas permissiva di Dio. Egli ha voluto permettere questa realtà». Vedremo se, alla luce del netto intervento di Chaput, ci sarà un chiarimento anche sulle dichiarazioni di Singapore.
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