XXI DOMENICA

XXI DOMENICA (Gv 6,60-69) "Da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna"

 

"Volete andarvene anche voi?" (v. 67). Questa provocatoria domanda è diretta non soltanto agli ascoltatori di allora, ma raggiunge i credenti e gli uomini di ogni epoca, in questo momento anche dinoi. Anche oggi, non pochi restano "scandalizzati"davanti al paradosso della fede cristiana sul futuro ultra terreno della meta della vita. L'insegnamento di Gesù sembra "duro", troppo difficile da accogliere e da mettere in pratica. C'è allora chi lo rifiuta e abbandona Cristo; c'è chi cerca di "adattarne" la parola sulle mode dei tempi snaturandone il senso e il valore anche vicini alla morte. "Volete andarvene anche voi?". 

Quest'inquietante provocazione ci risuona nel cuore rifiutando il sacramento dell'estrema unzione e attende da ciascuno ascoltando il Vangelo una risposta personale; è una domanda rivolta ad ognuno di noi soprattutto per l'esame di coscienza della sera.Gesù, che ci vuol bene, non può accontentarsi di un'appartenenza superficiale e formale alla fede, alla speranza ultraterrena, all'amore perfino ai nemici, non gli è sufficiente tutta una prima ed entusiastica adesione; occorre, al contrario, prendere parte per tutta la vita "al suo pensare e al suo volere". Tentare e ritentare di seguirlo riempiendo il cuore della gioia delle beatitudini che danno senso pieno alla nostra difficile esistenza, comportando difficoltà e rinunce perché molto spesso si deve andare contro corrente."Volete andarvene anche voi?". Alla domanda sincera di Gesù, Pietro risponde a nome degli Apostoli, dei credenti di tutti i secoli, di noi: "Signore, da chi andare? Tu solo hai parole di vitaultraterrena di fronte alla morte e noi, pur con tutte le debolezze, crediamo e conosciamo che tu sei il Santo di Dio presente soprattutto nel sacrificio eucaristicoalmeno della domenica e nei gesti di amore con tutti". Anche noi possiamo e vogliamo ripetere in questo momento la risposta di Pietro, consapevoli certo della nostra umana fragilità, dei nostri problemi e difficoltà, ma fiduciosi nella potenza dello Spirito Santo, che si esprime e si manifesta nella comunione con Gesù che ci perdona, soprattutto nella Confessione. La fede, la speranza nella vita ultraterrena, l'amore senza escludere nessuno sono il dono di Dio ad ogni uomo, ad ogni donna e sono al tempo stesso, libero e totale affidamento di ogni uomo, di ogni donna a Dio; la fede, la speranza e la carità aiutano un docile ascolto della parola del Signore, che è "lampada" per i nostri passi e "luce" sul nostro cammino (Salmo 119,105). Se apriamo con fiducia il cuore a Cristo presente attraverso Maria, se ci lasciamo conquistare da Lui, possiamo esperimentare anche noi, come per esempio il santo Curato d'Ars, che "la nostra felicità su questa terra è sentirci amati e amare Dio e sapere che lui, anche peccatori, ci ama fino al perdono". Chiediamo alla Vergine Maria di tenere desta in noi questa fiducia impregnata di amore, che ha resa Lei, umile fanciulla di Nazaret e sotto la croce, madre di Dio e madre e modello di tutti i credenti, in questo momento anche di noi.

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