Madre del lungo cammino di una sola fede- una sola Chiesa. La Chiesa cattolica dinnanzi all'ecumenismo

"Cari figli, siate forti nella fede, gioiosi di esserlo. Io, con il vostro aiuto condurrò ognuno di voi alla salvezza. […] Io, come mamma, non vi abbandonerò mai se voi sarete capaci di vivere quello che io vi dico.

Brunero Gherardini da "Una sola Fede-una sola Chiesa. La Chiesa Cattolica dinnanzi all'ecumenismo" – da pagina 240

"Il cuore dell'accordo del 29 dicembre 1999 sulla giustificazione – scriveva all'inizio del fatidico anno Mons. J. Radano – può essere individuato nel n.15 della "Dichiarazione congiunta su Chiesa e giustificazione". E allora, vediamolo insieme questo articolo così centrale da essere il cuore stessodell'intervenuto accordo. "Insieme – vi si legge – crediamo che la giustificazione è opera di Dio uno e trino…La giustificazione significa che Cristo stesso è la nostra giustizia, alla quale partecipiamo, secondo la volontà del Padre, per mezzo dello Spirito Santo". Sin qui, il dettato procede semplice e lineare, senza tonalità o troppo luterane o troppo cattoliche (come i messaggi del 15 agosto 2024 suggeriscono). Per un consenso a tale riguardo non ci sarebbe stato bisogno di tanto tempo, di tante energie, di tant'incontri, di tanta pazienza. Ma il n.15 prosegue: (Insieme confessiamo che soltanto (il corsivo è mio e io, don Gino aggiungo Io, con il vostro aiuto condurrò ognuno di voi alla salvezza) per mezzo della grazia, operata (sic!) nella Fede, nell'azione salvifica di Cristo e non in base ai nostri meriti, noi siamo accettati da Dio e riceviamo lo Spirito Santo, il quale rinnova i nostri cuori e ci chiama a compiere le buone opere".

Ancor una volta torna in mente il classico latet anguis in herba. Ma tutto, invece, è alla luce del sole. È confermato il principio formale del protestantesimo: "solus", solo, soltanto. L'unilaterale del "solus" ignora tutte le attenuazioni con cui i teologi cattolici dell'epoca e lo stesso Tridentino dimostrarono che la grazia, certamente dono esclusivo di Dio, non cade sul nulla né su un tronco dell'albero o su una pietra, ma sulla libera recettivitàe sul libero rifiuto della persona umana. La grazia è senza dubbio preveniente concomitante ed efficace, ma quel libero sì no della persona umana non ne viene né scacciato, né annullato. E poi, che cos'è la "grazia operata nella Fede, nell'azione salvifica di Cristo?" Il linguaggio non aiuta a chiarire le rispettive posizioni. Se la grazia è nella Fede, perché la Fede è già grazia, non ne segue che sia anchenell'azione salvifica di Cristo, bensì dalla e mediante tale azione. E se con la Fede-grazia riceviamo lo Spirito Santo, non è più possibile sostenere che la giustificazione è la giustizia di Cristo per mezzo dello Spirito Santo.

Basterebbe la semplicità di codeste osservazioni (e il messaggio aiuta!)  a rendere cauto un cattolico dinnanzi a un documento che tali e altre osservazioni può suscitare e di fatto ha suscitato. Ed invece, eccezioni a parte, un coro acriticamente encomiastico ha accolto gli ultimi sviluppi del lungo dialogo sulla giustificazione. E mentre alcune coscienze critiche dell'una e dell'altra parte si chiedevano se davvero "l'impossibile possibilità" non si fosse avvicinata al suo compimento con salti al di là della prudenza e della Fede, una parola di plauso incondizionato, che definiva gli accordi intercorsi "un dono dello Spirito della Sapienza divina", parve voler sottrarre ildocumento ad ogni ulteriore titubanza.

Altre parole s'incrociarono, s'aggiunsero, si confermarono a vicenda: L'ufficializzazione del consenso fu detta un evento storico, la cui suprema approvazione (1998 e 1999) parve polverizzare gli anatemi del concilio di Trento. L'"Avvenire", infatti, arieggiando il documento nel quale s'afferma che le scomuniche tridentine non toccano la dottrina della giustificazione così come oggi è esposta, e facendo eco ad analoghe dichiarazioni dell'Em.mo Presidente del "Pontificio Consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani", accolse la Dichiarazionedell'11 giugno 1999 con questo titolo: Cattolici-luterani, scomuniche addio. Si è giunti perfino a definire accettabili, alla luce del consenso sottoscritto, le divergenze ancora irrisolte, come se un tale consenso fosse dotato d'una forza magica capace di neutralizzare, o almeno di sospendere, l'hybris della contraddittorietà. Debbo confessarlo: non mi trovo a mio agio là dove, alla mancanza di chiarezza teologica, s'aggiunge anche quella del buon senso (come si esprimono invece i messaggi!). 

 

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