Il vescovo Tremolada, 'Rosa Mistica, la bellezza di cui c'è bisogno'

Dagli scritti di Pierina Gilli si coglie "una spiritualità della bellezza, caratteristica della devozione delle tre rose per i consacrati e la maternità di Maria verso gli ammalati. La Bussola intervista il vescovo di Brescia, Pierantonio Tremolada.

Ermes Dovico – "La Nuova Bussola"  25 luglio 2024

Messa solenne Santuario di Fontanelle, 13 luglio 2024 (foto Stefano Magni)

Il 13 luglio 2024 rimarrà nella storia della Chiesa come il giorno della prima festa di Rosa Mistica subito dopo il riconoscimento più elevato (il nihil obstat, "nulla osta") che ad oggi, alla luce delle nuove Norme per procedere nel discernimento di presunti fenomeni soprannaturali, è possibile ottenere in via ordinaria per delle apparizioni ancora ufficialmente presunte (stante il fatto che solo il Papa può autorizzare, in via eccezionale, l'avvio di una procedura per arrivare a un'eventuale dichiarazione di soprannaturalità).

 

Una giornata di sole e di grazia, che è stata come un anticipo di Paradiso (vedi qui la cronaca di Stefano Chiappalone) e che è culminata nella Messa solenne delle 17 presieduta dal vescovo di Brescia, monsignor Pierantonio Tremolada. La Nuova Bussola era presente alla festa di Rosa Mistica e, a fine celebrazione liturgica, ha intervistato il vescovo.

 

Monsignor Tremolada, nel decreto con cui dà il nulla osta al culto di Rosa Mistica e alla proposta spirituale legata ai messaggi diffusi da Pierina Gilli, lei accenna ai molti frutti nati da questa devozione. C'è qualcosa, tra questi frutti, che l'ha colpita di più?

Tutto quello che stiamo vedendo, cioè le conversioni, la preghiera, la presenza costante in questo luogo, il clima che si crea, il fatto che sia sempre rimasto aperto e non abbia mai subìto incidenti, l'atteggiamento delle persone che vengono qui, percependo subito la natura del luogo. Questa è la prima cosa. La seconda riguarda il contenuto. Più si approfondisce la conoscenza dei testi scritti da Pierina, più si coglie che qui c'è una spiritualità profonda e anche particolarmente attuale. Una spiritualità della bellezza, caratteristica fondamentale della Beata Vergine, che qui si è fatta conoscere, incontrare: questa caratteristica, secondo me, è di grande attualità. Il mondo di oggi rischia di perdere la misura della bellezza, la gustosità del vivere, la luminosità dell'esistenza. E di questo c'è bisogno.

 

La Madonna ci dice anche che la bellezza è legata alla verità.

Sì, bellezza e bontà, perché la verità, nella prospettiva cristiana, coincide con l'amore. È un amore che evidentemente, per essere autentico, deve avere certe caratteristiche e deve essere espresso anche in un certo modo.

 

Nel primo ciclo di Rosa Mistica, nel 1946-47, è centrale il richiamo a «preghiera, sacrificio e penitenza», le tre rose, per le anime consacrate. A quasi ottant'anni di distanza quanto è attuale questo richiamo?

È molto attuale, lo vediamo purtroppo in quanta sofferenza c'è nella Chiesa per il comportamento di alcuni consacrati. E questa è una ferita profonda. Fa impressione che in questa testimonianza, cioè negli scritti di Pierina Gilli, ci sia una forte insistenza per una preghiera che serva i consacrati, li mantenga dentro la verità della loro chiamata, al servizio della Chiesa, con una vita retta, generosa. Credo che di questo ci sia particolarmente bisogno.

 

Tra l'altro, il ciclo relativo a questi messaggi fu in un periodo, gli anni Quaranta, in cui le vocazioni fiorivano…

Esatto, c'è anche questo aspetto. Le vocazioni e il numero dei sacerdoti si sono molto ridotti, e anche questo è un dato che io credo debba essere interpretato, perché si riferisce a un fatto che in qualche modo è stato preannunciato.

 

 

Il Cielo ha cercato di dare la "medicina" in anticipo rispetto a quello che sarebbe poi successo?

Comunque, ci ha preparato ad affrontarlo. Sì, è come una medicina, perché io credo che un culto mariano autentico abbia anche questo effetto.

 

Nel secondo ciclo, qui alle Fontanelle di Montichiari, c'è una particolare attenzione agli ammalati.

Questo è un altro aspetto che è tipico della pietà mariana. La sofferenza è uno di quegli aspetti della vita che non si può non considerare e che si trasforma in una prova che bisogna sostenere. Allora è consolante sapere che la si affronta insieme. C'è una maternità su cui si può contare, che si può percepire. Questo è sicuramente prezioso.

 

Nella conferenza stampa di presentazione del decreto, lei ha sottolineato anche il legame con i suoi due ultimi predecessori alla guida della diocesi di Brescia (mons. Giulio Sanguineti e mons. Luciano Monari), alla luce del cambiamento di rotta su Rosa Mistica dal 2001 in poi. Può ricordare perché allora venne riaperto, in positivo, il caso?

È stato riaperto anche su sollecitazione della Santa Sede. Questo va detto ed è bello riconoscerlo, anche perché significa che questa realtà della devozione a Rosa Mistica è stata sempre seguita al livello della Santa Sede, delle Congregazioni della Curia romana. E devo dire che, per l'esperienza che ho personalmente vissuto, nel momento in cui anch'io mi sono interessato di questo caso e ho cominciato ad approfondirlo, ho trovato da subito un prezioso appoggio nella Congregazione per la Dottrina della Fede. Noi abbiamo anche costituito una commissione internazionale proprio su indicazione della stessa Congregazione e accogliendo suggerimenti per identificare i membri che l'avrebbero costituita. Qualcuno è anche qui, alla festa di oggi [sabato 13 luglio, ndr]. Sicuramente un sostegno di questo genere ci ha molto confortato, ci ha molto aiutato.

 

La Congregazione per la Dottrina della Fede e quella per il Culto Divino sollecitarono al tempo la Diocesi di Brescia perché avevano ricevuto varie segnalazioni di grazie legate a Rosa Mistica, giusto?

Esatto. E qui tocchiamo un altro aspetto importante, quello della diffusione del culto prima del riconoscimento, che è uno dei motivi per cui l'attuale Dicastero per la Dottrina della Fede ha ritenuto giusto riconoscere questo Santuario dedicato a Maria Rosa Mistica e Madre della Chiesa. E questo riconoscimento ha una risonanza universale.

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