La differenza sostanziale tra carità e misericordia

La carità è Dio in sé stesso che si comunica a noi, la misericordia è la carità donata come riconciliazione e perdono

Serafino M. Lanzetta in "SUPER HANC PETRAM Il Papa e la Chiesa in un'ora drammatica della storia"da pagina 157

La differenza sostanziale tra carità e misericordia risiede nel fatto che, mentre la carità è Dio in séstesso e quindi Dio che si comunica a noi e ci rende capaci di amare nel dono della sua grazia e del suo amore, la misericordia è la carità donata come riconciliazione e perdono: è amore che ci guarisce e ci restituisce la santità persa con il peccato. In modo comune, dice San Bonaventurala misericordia è detta "benignità nella supererogazione del bene". Nella carità c'è il dono di Dio a sé stesso, nella comunione delle Tre persone divine, la cui sovrabbondanza è stata riservata su di noi nel dono del Figlio e della sua Redenzione. Nella misericordia di Dio invece confluiscono sempre due elementi: compassione e fedeltà verso il suo popolo. Se Dio fosse misericordioso in sé stesso dovrebbe avere compassione verso di sé e perdonare a sé con sé stesso, quindi ci sarebbe in radice un peccato di Dio. Sarebbe blasfemo pensarlo anche se Lutero lo fa e anche i suoi emuli, che, con una scorretta esegesi del passaggio paolino: "Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore" (1 Cor. 5,21, il Padre addossò al Figlio le conseguenze del peccato), provano a introdurre la realtà del peccato in Dio, rendendo così la misericordia essenziale e pervasiva.

In verità, la misericordia presuppone da parte di Dio la sua giustizia e la sua carità; da parte dell'uomo il dono della grazia e dellcarità e queste presuppongono la fede (dopo la prima giustificazione operata dal battesimo, dono di una giustizia che ci santifica). La misericordia perciò non potrà mai essere automatica. L'amore di Dio non si esaurisce ma è necessaria la risposta dell'uomo, la volontà di essere riconciliati con Lui. Quindi se la misericordia è carità donata, non potrà essere donata ciecamente, senza una sincera contrizione dei peccati da parte dell'uomo. Per giunta, la misericordia non potrà neppure essere un dono che copre i peccati, lasciandoci in una condizione oggettiva di disordine, pur dichiarandoci perdonati ma senza esigere una trasformazione (sacramentale) della propria vita.

San Bonaventura nel Commento alle Sentenze si chiede se nelle stese opere di Dio ci sia misericordiae verità. Risponde dicendo che certamente esse concorrono nelle stesse opere divine; divergono in connotatis, cioè non in ragione delle diversità delle opere ma in ragione di una diversa condizione nelle stesse opere: Mentre la misericordia è "abbondanza della divina bontà", la giustizia è "convenienza della divina bontà". Pertanto, a giudizio del Dottore Serafico, misericordia e giustizia "sono nelle stesse opere, così come in tutte le opere, poiché (Dio) fa tutto in ragione dell'abbondanza della sua bontà, se non ciò che si addice alla sua bontà".

Chiaramente qui si vede – in un discorso che continua, precisando gli altrimdue modi in cui misericordia e giustizia concorrono – la distizzione tra la bontà di Dio in sé e la bontà di Dio quale abbondanza roiversata fuori di sé nelal misericordia, che opera con giustizia. A giudizio di san Tommaso, la misericordia è più grande solo in chi è più grande e non ha nessuno al di sopra di sé, in Dio. In chi ha altri sopra di sé, la virtù più grande è la carità. Dunque, ancora una volta, misericordia e carità non si identificano. Infatti, commenta l'Aquinate, "con la carità diveniamo simili a Dio, unendoci a lui mediante l'affetto. Essa perciò è superiore allamisericordia, che ci rende simili a Dio solo nell'operare" Anche Giovanni Paolo II sottolinea questa distinzione quando dice "Nel comportamento escatologico la misericordia si rivelerà come amore, mentre nella temporaneità, nella storia umana, che è insieme storia di peccato e di morte, l'amore deve rivelarsi soprattutto come misericordia ed anche attuarsi come tale" (Parola e Sacramento".

La misericordia è amore, ma l'amore non è sempre misericordia. Se non si tiene questa distinzione in debito conto, succede che giustizia e misericordia si equiparano e allo stesso tempo si slegano, senza essere più interdipendenti e senza che la misericordia dipenda dalla giustizia e non viceversa. Se la giustizia dipendesse simpliciter dalla misericordia – quanto si usa dire ai nostri tempiproponendo l'ascolto della Parola di Dio senza la Confessione – allora in suo incipit sarebbe soggetto non alla bontà di Dio ma alla miseria dell'uomo, che è quanto avviene invece con la misericordia, e perciò scadrebbe facilmente nell'ingiustizia. Invece Dio è sommamente giusto anche quando sacramentalmente perdona gli ingiusti e i cattivi. Non causa nessun danno agli altri perdonando sacramentalmentel'ingiustizia, né toglie a qualcuno per dare ad un altro, ma attinge dal tesoro infinito del suo amore. È la giustizia superiore di Dio che fonda la misericordia. Dio è misericordioso perché è giusto e fa il bene anche agli ingiusti senza togliere nulla alla giustizia. La misericordia a sua volta va oltre la giustizia, la perfeziona, ma mai la elimina; la presuppone, anche se è più ampia della giustizia e tempera il suo rigore. Se la misericordia eliminasse la giustizia diverrebbe inizio di una dissoluzione morale, così come se la giustizia dimenticasse la misericordia diventerebbe facilmente una virtù crudele.

(aggiungo io: l'ascolto biblico dell'annuncio, della misericordia porta al Sacramento del giudizio per il perdono: ugualmente costitutivi l'annuncio e il sacramento della Confessione)

 

 

 

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