La maggioranza degli americani vuole più religione nella sfera pubblica

Luca Volonté in "La Nuova Bussola" – 22 marzo 2024 

La maggior parte degli statunitensi sono preoccupati per il declino dell'influenza della religione nella vita pubblica del Paese. Questa la preoccupazione principale che emerge da una ricerca del Pew Research Center, pubblicata lo scorso 15 marzo.

 

La ricerca è suddivisa in tre capitoli principali: il capitolo 1 si concentra sulla percezione che il pubblico ha del ruolo della religione nella vita pubblica; il capitolo 2 esamina le opinioni dei candidati presidenziali e il loro impegno religioso; il capitolo 3 si concentra sul "nazionalismo cristiano" e sulla visione degli Stati Uniti come nazione cristiana. La ricerca sociologica del Pew Research Center è stata condotta dal 13 al 25 febbraio 2024, su un campione rappresentativo a livello nazionale di 12.693 adulti.

 

Di particolare interesse è la prima parte della ricerca dalla quale emerge come il 57% degli adulti statunitensi esprime una visione positiva dell'influenza della religione sulla vita americana, mentre l'80% afferma di essere convinto della riduzione dell'importanza del ruolo della religione nella vita pubblica americana. Nel complesso, il 49% degli adulti statunitensi si dice fortemente preoccupato della tendenza, mentre l'8% pensa che l'influenza della religione stia crescendo e che questa sia una buona cosa.

 

Secondo i ricercatori, «ci sono diffusi segnali di disagio per la traiettoria dell'esclusione della religione dalla vita americana», una preoccupazione che «non è solo tra gli americani religiosi». È una buona cosa, o una cosa cattiva, che in una società libera ci sia un'ampia accettazione della religione e dei suoi valori nell'arena pubblica? I Padri fondatori degli Stati Uniti, da Jefferson a Madison, inclusi dunque coloro che erano atei, massoni o agnostici, insieme a molti dei tanti non praticanti, erano unanimi nella loro convinzione: il ruolo pubblico della religione è indispensabile per la creazione di una società libera, delle virtù civili dei cittadini e per il "carattere" di nazione. Il popolo americano nel 2024 sembra essere d'accordo. Molti americani religiosi e anche non religiosi affermano, tuttavia, di sentire che le proprie convinzioni sulla religione siano in contrasto con la cultura dominante, con le persone che li circondano e/o con coloro che sono schierati politicamente su posizioni diverse.

 

Per esempio, il 29% afferma di considerarsi una minoranza religiosa, rispetto al 24% del 2020; il 41% afferma che è meglio evitare del tutto di parlare di religione se qualcuno non è d'accordo con te, rispetto al 33% del 2019; il 72% degli adulti non affiliati religiosamente, quelli che si identificano come atei e agnostici, afferma che i "cristiani conservatori" si sono spinti troppo in là nel tentativo di controllare con la religione il governo e le scuole pubbliche. Secondo la ricerca, il 44% degli americani afferma che il governo non dovrebbe dichiarare il Paese una nazione cristiana, ma dovrebbe in ogni occasione promuovere i valori morali cristiani.

 

Il 42% dei repubblicani e degli indipendenti di tendenza repubblicana afferma che, quando la Bibbia e la volontà del popolo sono in conflitto, la Bibbia dovrebbe avere più influenza sulle leggi degli Stati Uniti rispetto alla volontà del popolo; a dire lo stesso sono solo il 16% dei democratici e degli indipendenti di tendenza democratica. Per quanto concerne il "nazionalismo cristiano", ovvero l'accusa stravagante rivolta dalla sinistra liberal verso alcuni ambienti cristiani e politici conservatori di tutto il mondo di voler imporre comandamenti biblici o convinzioni religiose, sic et simpliciter, nelle leggi dello Stato, la maggior parte degli americani esprime sostegno per il principio della separazione tra Chiesa e Stato e meno della metà degli adulti statunitensi afferma di non aver mai sentito o letto qualcosa sul nazionalismo cristiano.

 

Quasi tutti gli americani (94%) dicono che è «molto» o «abbastanza» importante avere un presidente che viva personalmente una vita moralmente giusta e circa la metà (48%) afferma che è importante che il presidente mantenga forti convinzioni religiose. È interessante però notare che la maggior parte non crede che Donald Trump o Joe Biden siano molto religiosi: solo il 13% degli adulti statunitensi afferma di pensare che Biden sia «molto» religioso, il 41% afferma che lo sia solo «abbastanza», mentre solo il 4% del totale degli intervistati pensa che Trump sia «molto» religioso e il 25% lo descrive come «un po'» religioso. Un segnale chiaro, quest'ultimo, dell'eccessiva personalizzazione, a scapito dei principi cristiani e di coerenza con essi, a cui stiamo assistendo nella politica degli USA e non solo.

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