V Domenica
V Domenica B (Mc 1,29-30) "Guarì molti che erano affetti da varie malattie"
In questo episodio, la guarigione della suocera di Simone, appare simbolicamente tutta la missione di Gesù. Gesù venendo dal Padre, l'Amante, si reca nella casa dell'umanità, sulla nostra terra e trova un'umanità ammalata, ammalata di febbre, soprattutto di quella febbre che sono le ideologie, le idolatrie, oggi soprattutto la dimenticanza di Dio in una totale secolarizzazione. La storia del mondo è intrisa di peccato, soprattutto della dimenticanza di Dio, ma il nostro Dio, Padre di ogni Benedizione, non si arrende di fronte al male che compiamo e continua a cercarci e ad annunciarci il Bene grande dell'adozione a figli, desiderando che ritorniamo a Lui e viviamo insieme con gioia, per sempre nella sua casa (Luca 15). Ogni vocazione personale è sempre, prima di tutto, una chiamata a stare con Gesù, perché "in Lui è la Vita" (Giovanni 1,4): "passando lungo il mare" della nostra esistenza Egli per primo ci "vede" (ciò significa che ci "benedice") mentre siamo impegnati nella nostra quotidianità, fatta di fatiche e a volte di delusioni, di "reti da gettare" e talora "da riparare", e non disdegna le nostre energie e capacità, tante o poche che siano, ma promette di potenziarle perché portino frutto in ciò che non perisce. La parola che raggiunge i fratelli "Simone e Andrea", "Giacomo e Giovanni", cambia per sempre la loro vita e la vita del mondo: è Cristo, il logos di Dio, l'unico che da senso ad ogni esistenza e trasforma la storia; Egli chiede a ciascuno di seguire Lui e "dimorare in Lui" (Giovanni 15,4), per trasformare la vita con Lui! E il Signore ci dà la sua mano, ci solleva e ci guarisce. E lo fa in tutti i secoli anche oggi; ci prende per mano con la sua parola, e così dissipa le nebbie delle ideologie, delle idolatrie. Prende la nostra mano nei sacramenti, la Confessione e l'Eucaristia di ogni Domenica, ci risana dalla febbre delle nostre passioni e dei nostri peccati mediante l'assoluzione nel sacramento della riconciliazione. Ci dà la capacità di alzarci, di stare in piedi davanti a Dio e davanti agli uomini. Il Signore cioè Dio uno e trino, si incontra con noi, ci prende per mano, ci solleva e ci sana sempre di nuovo con il dono della sua parola, il dono di sé stesso nell'Eucaristia di ogni Domenica. Questa donna appena guarita si mette a servirli, dice il Vangelo. Subito comincia a lavorare, ad esser a disposizione degli altri, e così diventa rappresentanza di tante buone donne, madri, nonne, donne delle diverse professioni, che sono disponibili, si alzano e servono, e sono anima della famiglia, anima della parrocchia. Gesù parla con il Padre, questa è la fonte e il centro di tutte le attività di Gesù; vediamo la sua predicazione, le guarigioni, i miracoli e infine la passione, escono da questo centro, al suo essere col Padre. E così questo Vangelo ci insegna il centro della fede e della nostra vita cioè il primato di Dio. Dove Dio non c'è, anche l'uomo non è più rispettato.Solo se lo splendore di Dio rifulge sul volto dell'uomo, l'uomo immagine di Dio è protetto da una dignità che poi da nessuno deve essere violata. E la Madre del lungo cammino ci benedice nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen
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