Poltawska, 'sorellina' di Wojtyla

Wadzimierz Redzioch in "La Nuova Bussola' – 26 ottobre 2023

 

La mattina del 24 ottobre nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù a Cracovia si sono svolti i funerali di una religiosa della congregazione delle Suore Ancelle del Sacro Cuore, suor Germana Wysocka, che per diversi decenni ha lavorato in cucina al servizio dell'allora cardinale Karol Wojtyła, continuando poi a servirlo quando questi divenne papa Giovanni Paolo II. Viveva nel Palazzo Apostolico, dove ha preparato i pasti per il Santo Padre per ben 27 anni. Ritornata in Polonia nel 2005, suor Germana ha lavorato ancora per 11 anni nella cucina della Curia di Cracovia, servendo il cardinale Stanisław Dziwisz. Verso la fine della sua vita è rimasta in convento, ammalata e sofferente. È morta a 92 anni, il 17 ottobre 2023, all'indomani del 45° anniversario dell'elezione di Giovanni Paolo II.

 

Nella sua omelia il card. Dziwisz ha ricordato che fin dall'inizio del pontificato il Papa è stato accompagnato dalla comunità delle Suore Ancelle del Sacro Cuore di Gesù. Le suore hanno servito fedelmente e discretamente il Santo Padre fino all'ultimo giorno della sua esistenza terrena. «Possiamo dire che le suore formavano una famiglia pontificia, e il Santo Padre aveva un contatto quotidiano con loro», ha sottolineato il cardinale. «Tutti ricorderanno suor Germana – ha aggiunto – come una suora orante e laboriosa che, con la sua devozione, gentilezza, premura per gli altri ha scritto una bella pagina nella storia della Congregazione. Oggi possiamo testimoniare che il suo cuore tranquillo e umile batteva al ritmo del Sacro Cuore di Gesù».

 

Nessuno poteva prevedere che il giorno dei funerali della cuoca di Giovanni Paolo II sarebbe morta anche un'altra persona legata a Wojtyła, la dottoressa Wanda Połtawska, grande amica del Papa polacco, che la chiamava affettuosamente "sorellina".

 

La sua lunga vita (a novembre avrebbe compiuto 102 anni) potrebbe servire da sceneggiatura per tanti film: da giovanissima impegnata nella resistenza contro l'occupazione tedesca durante la Seconda guerra mondiale, prigioniera nel campo di concentramento di Ravensbrück, medico nella Polonia comunista, malata di cancro guarita miracolosamente per l'intercessione di san Pio da Pietrelcina, collaboratrice dell'arcivescovo di Cracovia, Karol Wojtyła e, poi, di Giovanni Paolo II, votata alla strenua difesa della vita nascente fino alla fine.

 

Wanda era nata in Polonia, nella città di Lublino, il 2 novembre 1921. La sua tranquilla giovinezza fu interrotta l'1 settembre 1939, quando le armate tedesche attaccarono la Polonia. La ragazza decise di entrare nelle strutture clandestine della resistenza polacca. Purtroppo, nel febbraio del 1941 venne scoperta, arrestata e rinchiusa nella prigione di Lublino e, nel settembre dello stesso anno, trasportata nel campo di concentramento di Ravensbrück. Dietro la porta del campo divenne soltanto un numero: 7709. A Wanda, che non fu fucilata, toccò una sorte più crudele: divenne "kaninchen", cioè prigioniera destinata agli "esperimenti" dell'équipe medica della vicina clinica, diventando una cavia umana. Gli "esperimenti medici" le causarono dolori tremendi e fu sul punto di impazzire, ma grazie a Dio il 30 aprile 1945 il campo venne finalmente liberato.

 

Wanda, dopo il conflitto, si trasferì da Lublino a Cracovia: in questo modo provava a cancellare gli incubi legati alla guerra e alla prigionia. Dopo le sue esperienze nell'inferno nazista, si chiedeva chi fosse l'uomo se era capace di commettere tali atrocità. In quegli anni difficili incontrò un uomo, un sacerdote, che seppe capirla ed aiutarla: don Karol Wojtyła. E con don Karol cominciò anche a collaborare, particolarmente nell'ambito della difesa della vita e della famiglia. In una delle interviste che mi ha concesso ha detto: «Nel 1956 nella Polonia comunista fu varata la legge sull'aborto. Io, come medico, e lui, come sacerdote, fummo impressionati di questa decisione contro la vita. Allora abbiamo iniziato (con Karol Wojtyła) un lavoro comune contro questa legge. L'impegno di salvare un bambino neonato, una vita nuova che sbocciava, cominciò allora ed è durato per altri cinquant'anni, sino alla fine».

 

Nel novembre 1962, mentre mons. Wojtyła si trovava a Roma per il Concilio Vaticano II, gli arrivò la notizia di una grave malattia di Wanda. Allora Wojtyła si ricordò del frate cappuccino di Pietrelcina, che egli aveva incontrato nel 1948, e volle chiedere a quell'uomo di Dio delle preghiere per la donna, che era madre di quattro figlie. Il 17 novembre 1962 scrisse una prima lettera, che venne recapitata al frate con le stimmate da un impiegato della Segreteria di Stato, il signor Angelo Battisti. Padre Pio, dopo essersi fatto leggere il contenuto della lettera, pronunciò la frase: «A questo non si può dire di no». A distanza di alcuni giorni, Wanda, prima di sottoporsi all'intervento chirurgico per eliminare la massa tumorale, eseguì un nuovo esame diagnostico, da cui risultò che il tumore era completamente scomparso. Questa notizia raggiunse immediatamente mons. Wojtyła, che il 28 novembre scrisse una seconda lettera a padre Pio. In quella occasione il frate cappuccino disse: «Sia ringraziato Dio!» e consigliò a Battisti di tenere entrambe le lettere.

 

Una volta divenuto Papa, Wojtyła rimase fedele a tutte le sue "vecchie" amicizie, anche all'amicizia con la dott.ssa Połtawska. Il 20 ottobre 1978, qualche giorno dopo la sua elezione a pontefice, le scrisse una commovente lettera: «Capisci che, in tutto questo, penso a te. Da oltre vent'anni, da quando Andrzej mi disse per la prima volta: "Duśka (diminutivo di Wanda) è stata a Ravensbrück", è nata nella mia consapevolezza la convinzione che Dio mi dava e mi assegnava te, affinché in un certo senso io "compensassi" quello che avevi sofferto lì. E ho pensato: lei ha sofferto al mio posto. A me Dio ha risparmiato quella prova, perché lei è stata lì. Si può dire che questa convinzione fosse "irrazionale", tuttavia essa è sempre stata in me – e continua a rimanerci. Su questa convinzione si è sviluppata gradualmente tutta la consapevolezza della "sorella". E anche questa appartiene alla dimensione di tutta la vita. Anch'essa continua a rimanere».

 

Del legame tra Giovanni Paolo II e Wanda Połtawska così ha parlato il card. Dziwisz in occasione del centesimo compleanno della dottoressa: «La loro amicizia e il loro legame spirituale hanno dato vita a un bene enorme che ha arricchito la Chiesa, non solo nella nostra Patria. Inutile dire quanto Giovanni Paolo II abbia apprezzato la rettitudine, la saggezza, l'esperienza e l'appassionato impegno della dottoressa nelle grandi questioni dell'uomo, della famiglia e della società».

 

Il 15 maggio 2020, in vista del 100° anniversario della nascita di san Giovanni Paolo II, la dottoressa Połtawska ha lanciato dalle pagine dell'Osservatore Romano un appello: «Se si vuole ora davvero onorare il centenario della sua (di Giovanni Paolo II) nascita e la sua memoria, io vedo solo un modo: convertire le persone affinché capiscano che ogni bambino e ogni persona hanno il diritto alla vita. L'unico Signore della vita è il Creatore che ama il suo creato. Sono sicura che una legge internazionale che vieti di uccidere i bambini non nati potrebbe essere un "regalo" dell'umanità per questo grande uomo». Questo "regalo" è arrivato dalla Polonia, dove il 22 ottobre 2020, il giorno della memoria liturgica di san Giovanni Paolo II, la Corte Costituzionale ha dichiarato l'incostituzionalità di una legge che permetteva l'aborto eugenetico. Purtroppo, le potentissime lobby abortiste hanno scatenato in Polonia e contro la Polonia violente proteste e la dottoressa Połtawska è stata pesantemente attaccata

 

Oggi questa misura pro vita viene messa in dubbio perché in Polonia, dopo le recenti elezioni politiche, si sta formando una coalizione di maggioranza di governo che vorrebbe abolirla. Il capo dell'opposizione e aspirante futuro primo ministro polacco, Donald Tusk, che si dichiara cattolico, ha detto apertamente che non vuole nella sua coalizione nessuno che sia contro l'aborto. Questo deve essere stato un duro colpo alla donna che ha speso tutta la sua esistenza in difesa della vita.

 

Wanda Połtawska si è spenta nella sua casa nel centro di Cracovia alle ore 23,30 del 24 ottobre. Ha finito la sua buona battaglia e bisogna sperare che si trovi già tra le braccia misericordiose di Dio.

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