XXIII Domenica
XXIII Domenica A (Mt 18,15-20) "Se ti ascolterà avrai guadagnato il tuofratello". Il Signore assicura la sua presenza alla comunità parrocchiale o altra ecclesiale che – pur se piccola – è unita e unanime, perché essa riflette la realtà stessa di Dio Uno e Trino, perfetta comunione d'amore. Nelle omelie attingo biblicamente da Vanhoye, teologicamente da Benedetto XVI
L'amore fraterno comporta anche un senso di responsabilità reciproca, per cui, se il mio fratello commette una colpa contro di me, io devo usare carità verso di lui e, prima di tutto, parlargli personalmente, facendogli presente che ciò che ha detto o fatto non è buono. Questo modo di agire si chiama correzione fraterna: essa non è una reazione all'offesa subita, ma è mossa dall'amore per il fratello. Commenta Sant'Agostino: "Colui che ti ha offeso, offendendoti, ha inferto a sé stesso una grave ferita, e tu non ti curi della ferita di un tuo fratello?" (Discorsi 82,7). E se il fratello non mi ascolta? Gesù nel Vangelo odierno indica una gradualità: prima tornare a parlargli con altre due o tre persone, per aiutarlo meglio a rendersi conto di quello che ha fatto; se, malgrado questo, egli respinge ancora l'osservazione, bisogna dirlo alla comunità; e se non ascolta neppure la comunità, occorre fargli percepire il distacco che lui stesso ha provocato, separandosi dalla comunione della Chiesa: quanto è importante la comunità parrocchiale e l'appartenenza ad essa. Tutto questo indica che c'è una corresponsabilità nel cammino della vita cristiana: ciascuno, consapevole dei propri limiti e difetti, è chiamato ad accogliere la correzione fraterna e ad aiutare gli altri con questo particolare servizio.
Un altro frutto della carità nella comunità è la preghiera concorde. Dice Gesù: "Se due di voi sulla terra si metteranno d'accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro" (Mt 18,19-20). La preghiera personale è certamente importante, anzi, indispensabile, ma il Signore assicura la sua presenza alla comunità che – pur se piccola – è unita e unanime, perché essa riflette la realtà stessa di Dio Uno e Trino, perfetta comunione d'amore.
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