VII Domenica

 

    Per ogni cristiano l'amore verso i nemici non è una "tattica" ma un modo di essere coerente con la radicalità della rivoluzione del Vangelo: lo ha comandato Gesù: "Amate i vostri nemici". Perché Gesù chiede a tutti di amare i propri nemici, cioè un amore che eccede le capacità umane? Il comando di Cristo è realistico e lo rende possibile uniti a Lui nella Messa di ogni domenica  e perché, soprattutto oggi, nel mondo c'è 'troppa violenza', 'troppa' ingiustizia, e dunque non si può superare questa situazione se non contrapponendo un 'di più' di amore, un 'di più' di bontà, ma questo 'di più'  viene da Dio che è amore nell'Eucarestia almeno di ogni domenica: "Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli" (Mt 5,44-45). È la sua misericordia, che si è fatta carne in Gesù, viva nella Messa di ogni domenica e che sola può sbilanciare il mondo dal male verso il bene, a partire da quel piccolo e decisivo 'mondo' che è il cuore di ogni uomo credente.

    Questa misericordia è tratta dal Vangelo di Matteo (5,44), ma si trova anche nel Vangelo di Luca (Lc 6,27), nel contesto del discorso programmatico che si apre con le famose "Beatitudini". Gesù lo pronunciò in Galilea, all'inizio della vita pubblica: quasi un "manifesto" presentato a tutti, sul quale Egli chiede l'adesione, cioè un tentare e ritentare dei suoi discepoli, proponendo loro in termini radicali il suo modello di vita, un di più di amore, un di più di bontà. Questo "di più" viene da Dio: è la sua misericordia, che si è fatta carne in Gesù e che sola può "sbilanciare" il mondo dal male verso il bene, a partire da quel piccolo e decisivo "mondo" che è il cuore di ogni uomo veramente credente.

   Giustamente questa pagina evangelica viene considerata la magna charta della non violenza cristiana, che non consiste nell'arrendersi al male – secondo una falsa interpretazione del "porgere" l'altra guancia (Lc 6,29) – ma nel rispondere al male con il bene (Rm 12,17-21), spezzando in tal modo la catena dell'ingiustizia. Si comprende allora che la non violenza per i cristiani non è un mero comportamento tattico, bensì un modo di divenire della persona cristiana, l'atteggiamento di chi è così convinto dell'amore di Dio e della sua potenza, che non ha paura di affrontare il male con le sole armi dell'amore e della verità. L'amore del nemico costituisce il nucleo della "rivoluzione cristiana", una rivoluzione non basata su strategie di potere economico, politico o mediatico. La rivoluzione dell'amore, un amore che non poggia in definitiva sulle risorse umane, ma è dono di Dio che si ottiene confidando unicamente e senza riserve nella sua bontà misericordiosa: il grande dono della Confessione! Ecco la novità del Vangelo, che cambia il mondo senza far rumore. Ecco l'eroismo dei "piccoli", che credono nell'amore di Dio più grande di ogni peccato e lo diffondono anche a costo della vita.

    Carissimi, la Quaresima, che inizierà mercoledì prossimo con il rito delle ceneri, è il tempo favorevole nel quale tutti i cristiani sono invitati a convertorsi sempre più profondamente nell'amore di Cristo anche ai nemici.

    Domandiamo alla Vergine Maria, docile discepola del Redentore, che ci aiuti a lasciarci conquistare senza riserve da quell'amore, ad imparare ad amare come Lui ci ha amato e ci ama, per essere misericordiosi come è misericordioso il nostro Padre che è nei cieli (Lc 6,36).

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