III Domenica
"Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea", la regione in cui per trent'anni è cresciuto, territorio di "periferia" rispetto al centro della nazione ebraica, che è la Giudea, e in essa Gerusalemme. Questo inizio dell'attività di evangelizzazione di Gesù viene presentato da Matteo come adempimento di una profezia di Isaia, il paese di Zabulon e il paese di Neftali, sulla via del mare, al di là del Giordano, Galilea delle genti. Il popolo che abitava questi paesi era considerato immerso nelle tenebre: "Dimoravano in terra e ombra di morte…Su quelli che dimoravano in terra e ombra di morte una luce si è levata". La grande luce è lui stesso, che ha detto: "Io sono la luce del mondo" (Gv 8,12).
Gesù comincia la sua predicazione con le parole conseguenti a questo annuncio: "Convertitevi perché il regno dei cieli è vicino". Gli ebrei nella loro storia aspettavano il regno dei cieli, cioè la manifestazione del regno di Dio sulla terra, che avrebbe dovuto cambiare l'aspetto del mondo, recandovi giustizia, pace, amore e gioia. Gesù afferma che questo regno si è avvicinato con Lui; ma aggiunge che, per entrare in esso, occorre convertirsi, legarsi a Lui.
Dall'evangelista il racconto, la vocazione dei primi apostoli: Simone e Andrea, Giacomo e Giovanni. Gesù non si presenta come un personaggio solitario, che pretende di realizzare da solo la sua opera, senza la collaborazione di nessuno. Figlio di Dio fatto uomo, onnipotente e misericordioso, ha voluto chiamare subito degli appostoli per associarli alla sua comunità, alla sua Chiesa di salvezza. Così Gesù unisce le due dimensioni missionarie del Vangelo: l'amore verso il Padre nella comunione dello Spirito Santo cioè il Regno di Dio, nell'amore verso i fratelli associati alla sua opera.
I primi chiamati sono semplici pescatori che stanno gettando la rete in mare chiamati a diventare pescatori di uomini con l'evangelizzazione.
Il termine "vangelo", ai tempi di Gesù, era usato dagli imperatori romani per i loro proclami. Indipendentemente dal contenuto, essi erano definiti "buone novelle", cioè annunci di salvezza, di liberazione, perché l'imperatore era considerato signore del mondo e ogni suo editto come foriero di bene. Applicare questa parola alla predicazione di Gesù ebbe dunque un senso fortemente critico provocando persecuzione, come dire: Dio, non l'imperatore, il Signore del mondo, il bene, il liberatore, e il vero Vangelo è solo quello di Gesù Cristo. La "buona notizia" che Gesù proclama prima della morte e risurrezione si riassume in queste parole: "Il regno di Dio – o regno dei cieli – è vicino" (Mt 4,17; Mc 1m,15). Che significa questa espressione? Non indica certo un regno terreno delimitato nello spazio e nel tempo capace di liberare da peccato e dalla morte, ma annuncia che è Dio a regnare, che è Dio il Signore di ogni bene e la sua signoria è presente, attuale, si sta realizzando e a cui affidarsi per liberarci dal male e dalla morte. La novità del messaggio pasquale di Cristo è dunque che Dio in Lui si è fatto e si fa vicino a noi peccatori e mortali, risorto da morte regna ormai ecclesialmente in mezzo a noi, come dimostrano i miracoli e le guarigioni che compie. Dio regna nel mondo mediante il suo Figlio fatto uomo, morto, risorto, asceso al cielo per portarci tutti con la forza dello Spirito Santo, che viene chiamato "dito di Dio" (Lc 11,20). Dove arriva Gesù, lo Spirito creatore reca vita e gli uomini sono sanati dalla malattia del corpo e dello spirito. La signoria di Dio si manifesta allora nella guarigione integrale dell'uomo. Con ciò il Vangelo rivela il volto del vero Dio, il Dio vicino, onnipotente e misericordioso per ogni essere umano; il Dio che ci fa dono della vita in abbondanza fin oltre la morte, della sua stessa vita trinitaria. Il regno di Dio è pertanto la vita che si afferma sul peccato e sulla morte, la luce della verità che disperde le tenebre dell'ignoranza e della menzogna. Preghiamo Maria Santissima, affinché ottenga sempre alla Chiesa la stessa passione per il regno di Dio che animò la missione di Gesù Cristo: passione per Dio, per la sua signoria d'amore e di vita: passione per l'uomo, incontrato in verità col desiderio di donargli il tesoro più prezioso: l'amore di Dio, suo Creatore e Padre, amore più grande di ogni peccato e della morte cioè lieta notizia, Vangelo cui convertirsi e assimilarci. È il cuore di ogni apparizione della Madonna in questo momento storico secolarizzato.
Commenti
Posta un commento