Su questa strada CL ha un grande futuro davanti a sè
Antonio Socci, in "Libero" – 21 agosto 2022
Molti ciellini non comprendono che bisogno abbia il Meeting di Rimini di trasformarsi in palcoscenico del Potere, riducendo una bella manifestazione, a cui partecipano tanti giovani desiderosi di conoscere Gesù Cristo, a passerella dell'establishment politico ed economico.
Il Meeting nacque con lo scopo opposto. La prima edizione del 1980 (più povera, ma strepitosa nei contenuti) fu dedicata a "La pace e i diritti dell'uomo" e in particolare al dissenso in Urss quando in Italia parlare dei dissidenti nei regimi comunisti era eroico.
Il libro fondamentale per i ciellini, in quegli anni, era firmato dal grande dissidente cecoslovacco Vaclav Havel: "Il potere dei senza potere".Proprio ciò che il Meeting originariamente voleva mettere in primo piano: si ricorda ancora la presenza a Rimini di Madre Teresa di Calcutta nel 1987.
Perché non tornare a quell'intuizione? Oltretutto il Potere – nella versione politica o economica – è già sotto i riflettori 365 giorni all'anno.
La domanda iniziale s'impone ancor più oggi dal momento che è in corso una campagna elettorale e in passerella al Meeting – alla vigilia del voto – sfileranno moltissimi politici e ministri, a cominciare da Mario Draghi le cui parole monopolizzeranno l'attenzione.
Vedremo se Draghi spiegherà che il governo è caduto perché lui il 14 luglio si è dimesso – senza un motivo parlamentare (dal momento che aveva ancora una maggioranza solida) – o se accrediterà la narrazione del Pd secondo la quale il suo esecutivo è stato abbattuto dalle forze del male (Lega e Forza Italia).
In ogni caso il Meeting rischia di snaturarsi, di essere fagocitato dalla campagna elettorale e venire strumentalizzato. Non è inopportuno un programma così politicizzato che oscura le tante cose belle e preziose proposte a Rimini?
Secondo alcuni tale scelta deriva dal fatto che il Meeting è ancora gestito dalla "vecchia guardia" di CL che da anni ha un rapporto stabile con il mondo economico (specialmente tramite la CdO) e con il mondo politico: tramontata la stella Formigoni, il pianeta ciellino guidato da Giorgio Vittadini sembra si sia orientato dalla parte opposta.
Non a caso Vittadini iniziava un recente articolo facendo suo il pensiero di Enrico Letta e Matteo Renzi: "La politica italiana sta mandando in scena il salto nel buio di cui alcuni si sono resi protagonisti facendo cadere il Governo Draghi".
Si credeva che questa "vecchia guardia" ciellina sarebbe andata "a casa" con le dimissioni del suo leader, don Julian Carron (responsabile di CL per ben sedici anni).
L'espressione "andare a casa" è del Papa stesso che in un'udienza sui movimenti del marzo scorso ha detto: "Non siamo indispensabili. Io finisco questo compito di coordinatore… me ne vado a casa. 'No, ma io ho fatto questo, adesso tocca…'. Non tocca nulla, a te tocca andare a casa! Capito? E questo rinnovamento contro le ambizioni personali, che il diavolo fa muovere, è un lavoro per continuare a vivere. Perché tanti movimenti si sono spenti nelle mani di un unico dirigente. Ne abbiamo tanta esperienza nella Chiesa. Così, rinnovare il servizio dell'autorità, diciamo così, rinnovarlo: nessuno è eterno nell'autorità".
Il Papa, attraverso il Dicastero per i laici guidato dal card. Kevin Farrell, ha preso provvedimenti decisi per il rinnovamento dei movimenti, per aiutarli a ritrovare il loro carisma originario, la loro freschezza evangelica, e CL ha avuto lo scossone più forte con la sostituzione di don Carron.
Ma evidentemente non è bastato. Tanti sono ancora sintonizzati con la "vecchia guardia". Una lettera molto chiara del card. Farrell al nuovo responsabile della Fraternità di CL, Davide Prosperi, il 10 giugno scorso, constatava infatti il "persistere di una preoccupante confusione".
Poi spiegava: "la dottrina della 'successione del carisma' – proposta e alimentata durante l'ultimo decennio in seno a CL da chi era incaricato della conduzione, con strascichi che vengono ancora coltivati e favoriti in occasione di alcuni interventi pubblici – è gravemente contraria agli insegnamenti della Chiesa".
Quindi aggiungeva: "Al Dicastero duole constatare che alcuni responsabili e persone influenti all'interno del Movimento continuino a suggerire e a promuovere tra i membri di CL – anche pubblicamente – un clima di sfiducia nei confronti della Chiesa e di resistenza alle sue indicazioni; un forte personalismo; divisioni interne e logiche manipolatorie; un ampio dissenso riguardo agli interventi e alle decisioni dell'autorità ecclesiastica".
Infine invitava tutti a prendere "coscienza degli errori del passato" per non impedire "il risanamento profondo di idee, principi e prassi più volte sollecitato dall'autorità ecclesiastica".
E invitava i responsabili, "inclusi coloro i quali hanno ricoperto in passato incarichi di governo e/o educativi ed hanno cessato da tali incarichi" ad accogliere "con docilità e spirito ecclesiale l'invito della Chiesa a riconoscere i problemi e a rivedere insegnamenti, prassi, metodi di governo e forme di organizzazione della vita interna che si sono rivelate inadeguate o addirittura dannose".
Nel segno di questa correzione paterna va letto lo splendido messaggio che papa Francesco ha inviato al Meeting, dove – riflettendo sul titolo "Una passione per l'uomo" – indica "la parabola del buon samaritano" come la stella polare:
"È questa passione di Cristo per il destino di ciascuna creatura che deve animare lo sguardo del credente verso chiunque: un amore gratuito, senza misura e senza calcoli (…). Don Giussani aggiungeva che la carità è dono di sé 'commosso'. In effetti, è commovente pensare che Dio, l'Onnipotente, si sia curvato sul nostro niente, abbia avuto pietà di noi e ci abbia amato ad uno ad uno di un amore eterno (…). Quanto bisogno hanno gli uomini e le donne del nostro tempo di incontrare persone che non impartiscano lezioni dal balcone, ma scendano in strada per condividere la fatica quotidiana del vivere, sostenute da una speranza affidabile!"
Su questa strada CL ha un grande futuro davanti a sé.
Antonio Socci
Da "Libero", 21 agosto 2022
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