Assunzione della Beata Vergine Maria
Assunzione della Beata Vergine Maria, primo dono pasquale della Pasqua di Cristo e alla sua luce è tanto il bene che mi aspetto nel giorno natalizio della morte che ogni pena mi diventa diletto (Lc 11,27-28). Gesù, "Beato il grembo di mamma che ti ha portato e il seno che ti ha allattato"
Che cosa dona al nostro cammino, alla nostra vita, l'Assunzione di Maria, la sua Pasqua primo frutto della Pasqua di Gesù? La certezza della meta di un corpo ricreato senza più bisogno di alimento, di scarico, di malattie, condizionato nel tempo e nello spazio, tutti limiti che pesano, soprattutto da anziani. Nell'Assunzione vediamo che in Dio c'è spazio per ogni uomo, Dio stesso è la casa di tanti appartamenti della quale parla Gesù (Gv 14,2); Dio è la casa dell'uomo, in Dio c'è spazio di Dio cioè di ogni bene senza più alcun male. E Maria, unendosi a Dio, unita a Dio come mamma della sua incarnazione, non si allontana da noi, non va in una galassia sconosciuta, ma chi va Dio, partecipa della presenza incarnata di Dio, è vicinissima a ciascuno di noi, ad ognuno di noi come mamma. C'è una bella parola di san Gregorio Magno su san Benedetto che possiamo applicare ancora a Maria: San Gregorio Magno dice che il cuore di San Benedetto è divenuto così grande che tutto il creato poteva entrare in questo cuore, e gli ex voto in tutte le parti della terra lo dimostrano. Maria mi è vicina, può ascoltare, può aiutare Lei già giunta alla meta dell'anima e del corpo, è vicina a tutti noi: gliel'ha detto Gesù in croce. In Dio c'è spazio per ogni uomo anche peccatore pentito, e Dio è vicino, intimo, e Maria, unita a Dio, è vicinissima, ha il cuore largo come il cuore di Dio incarnato…In ogni uomo c'è spazio, con il libero arbitrio che lo rende responsabile, per Dio. Anche questo vediamo in Maria, l'Arca Santa che porta la presenza di Dio in noi, così importate per illuminare il mondo nella sua tristezza, nei suoi problemi, questa presenza si realizza nella fede: nella fede apriamo le porte del nostro essere così che Dio entri in noi, così che Dio può essere la forza che dà vita e cammino al nostro essere. In noi, comunque moralmente ridotti, c'è sempre spazio per il nostro Creatore, per il nostro Redentore, apriamoci come Maria si è aperta, dicendo con il cuore: "Sia realizzata la Tua volontà, io sono serva del Signore". Aprendoci a Dio non perdiamo, non perdiamo niente. Al contrario: la nostra vita diventa, nel giorno natalizio alla vita eterna con la morte, ricca e grande. Questa luce del Vangelo è capace di illuminare il buio della attuale modernità post-modernità vuota e prostrata ad incensare il "niente" e quindi disperata.
Come rivivo il 1novembre 1950 quando Pio XII ha proclamato dogma di fede l'Assunta. Ero in seminario e fui colpito da san Epifanio che nel 430 dice di non aver nulla da riferire sulla morte di Maria. Non sa se "effettivamente sia morta, se sia stata o no seppellita, se sia stata martirizzata, se sia stata assunta viva in cielo; la Scrittura "ha mantenuto su tutto ciò un assoluto silenzio", pur insinuando che si tratti "d'un grande prodigio" il suo compimento di questa vita. Esplicito Timoteo di Gerusalemme che collega l'assunzione gloriosa di Maria all'Ascensione del Signore, al luogo dove Gesù risorto si trova dopo l'ascensione e dove ha voluto con sé sua madre glorificata in anima e copro al seguito del Figlio, innalzato alla destra del Padre. La Tradizione diventa esplicita nella dottrina riguardante la Madre di Dio, l'Immacolata, la Corredentrice, la Regina universale nell'anticipata glorificazione corporea. È il massimo onore del Figlio alla Madre: il corpo purissimo della Vergine, preservato dalla corruzione del sepolcro ed elevato a tanta gloria nel cielo. Maria è associata a Cristo nella vittoria sul peccato e sulle sue conseguenze come lo è stata nella lotta: non poteva mancare l'assunzione corporea di Maria alla gloria del cielo.
Come è bello trarre dalla Munificentissimus Deus, la Costituzione Apostolica con dui Pio XII ha proclamato il dogma cioè la verità di fede dell'Assunta: "Per la gloria di Dio, ch'elargì alla Vergine Maria la sua benevolenza; per l'onore del Figlio suo, Re immortale dei secoli e trionfatore del peccato e sulla morte; per aumentar l'esaltazione dell'augusta sua madre; per il gaudio e l'esultanza di tutta la Chiesa, noi, con l'autorità di Nostro Signore Gesù Cristo, dei beati apostoli Pietro e Paolo e nostra, proclamiamo, dichiariamo e definiamo come dogma divinamente rivelato che l'immacolata Madre di Dio e sempre vergine Maria, compiuto il corso della sua vita terrena, fu assunta corpo e anima alla gloria del cielo". Il testo non specifica se sia morta ed immediatamente risorta o se non sia morta affatto, ma dice solo "la fine dell'esistenza terrena di Maria". Però è convinzione sia sulla morte di Maria e sia sulla sua anticipata risurrezione.
Come conclusione affermiamo che l'Assunta è una prefigurazione come Assunta di quello che avverrà per tutti noi se viviamo di fede, speranza e carità: in Maria che, come Assunta, è l'icona trasparente del Risorto nel quale e con il quale è anche causa efficiente ed esemplare del definitivo esser con Dio e in Dio, scopo supremo verso il quale è protesa la vita dell'uomo. Si tratta d'un finale essere con Dio, del quale l'Assunta è primizia e garanzia. Non è una divinità né un angelo a goderne; è una di noi, riscattata in anticipo dal sangue del Redentore e perciò in possesso di quel destino che tutti ci attende, tutti essendo ad esso ordinati in quanto come lei tutti si è dal medesimo sangue riscattati.
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