XIV Domenica
Il Vangelo presenta Gesù che invia settantadue discepoli nei villaggi dove sta per recarsi, affinché predispongano l'ambiente all'annuncio di Gesù da parte degli Apostoli. È questa una particolarità dell'apostolato laicale dell'evangelista Luca, il quale sottolinea che la missione non è riservata ai dodici Apostoli, ai sacerdoti, ma estesa anche a tutti i battezzati che vanno in vacanza. Infatti – dice Gesù – "la messe è molta, ma gli operai sono pochi" (Lc 10,2): m'hanno telefonato dicendomi che nei sei anni di teologia a Verona sono 16 quando ricordo che nel 1969 erano 130. Coltiviamo la vita e anche la vocazione al sacerdozio ministeriale! Comunque la missione evangelizzatrice va estesa anche ad altri discepoli, soprattutto d'estate chi va in vacanza. Nella Chiesa c'è lavoro per tutti nel campo di Dio e per salvaguardare, crescere nella fede la via più sicura è donarla apostolicamente. Ma Cristo non si limita ad inviare: Egli dà anche ai missionari chiare e precise regole di comportamento. Anzitutto non li invia solitari ma "a due a due", perché si aiutino a vicenda e diano testimonianza concreta di amore fraterno. Li avverte che saranno soprattutto oggi "come agnelli in mezzo a lupi": anche perseguitati dovranno cioè essere pacifici nonostante tutto e recare in ogni situazione un messaggio di pace, di speranza, di amore; non porteranno con sé né sovrabbondanza di vestiti, di denaro, per vivere di ciò che la Provvidenza offrirà loro; si prenderanno cura dai bambini, dagli adolescenti, dai giovani ai malati, agli anziani, come segno della misericordia di Dio; dove saranno rifiutati, se ne andranno, limitandosi a mettere in guardia circa la responsabilità di respingere il Regno di Dio della vita oltre la morte, l'unico fine della vita temporale.
San Luca mette in risalto l'entusiasmo dei 72 discepoli oltre i dodici Apostoli per i buoni frutti della missione, e registra la bella espressione di Gesù: "Non rallegratevi solo perché i demoni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli" (Lc 10,20), nella gioia eterna del paradiso. La fede, la speranza nella vita veramente vita che dura eternamente si rafforza testimoniandola pubblicamente. Questo Vangelo a monte anche della mia vocazione sacerdotale da 62 anni risvegli in tutti i battezzati, soprattutto nei giovani, la consapevolezza che la fede si rafforza annunciandola come missionari di Cristo in tutti gli ambienti, chiamati a preparargli la strada con le parole e con la testimonianza della vita. Che la prima e continua missionaria anche con presunte apparizioni ci lanci.
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