Giovanni Paolo II parla di una persona che teme di peccare non di una persona che crede che tornerà a peccare
Riflessioni sulla Lettera al Card. W Baum in occasione del corso sul foro interno organizzato dalla Penitenzieria Apostolica
Il testo del papa polacco afferma che mentre la detestazione, la contrizione per il peccato deve derivare innanzitutto dal dolore di aver offeso Dio, il proposito di non peccare deve fondarsi sulla grazia divina, che il Signore non lascia mai mancare a chi fa ciò che gli è possibile per agire onestamente. Il proposito necessario per confessarsi si basa sulla grazia divina, sull'aiuto di Dio per fare la sua volontà … Dio ci vuole donare di non peccare gravemente, Dio ci vuole santi e al suo aiuto ci appoggiamo per proporci seriamente di non peccare più: difficile l'osservanza dei comandamenti ma mai impossibile. Se noi siamo deboli, Dio è onnipotente e vuole renderci santi e vuole liberarci dai peccati, Cristo è morto per salvarci e renderci santi! Dio ci vuole donare la sua vita divina, che è appunto la grazia perché viviamo secondo la sua parola. Non è mai impossibile vivere con amore secondo la Legge di Dio perché Dio stesso ci aiuta con la preghiera a vivere secondo la legge che Lui ci ha dato!".
Continua il Papa polacco: "Conviene peraltro ricordare che altro è l'esistenza del sincero proponimento, altro il giudizio dell'intelligenza circa il futuro: è infatti possibile che, pur lealtà del proposito di non peccare, l'esperienza del passato e la coscienza dell'attuale debolezza destino il timore di nuove cadute; ma ciò non pregiudica l'autenticità del proposito di non più peccare, quando a quel timore sia unita la volontà, suffragata dalla preghiera, di fare ciò che è possibile per evitare la colpa".
Il Papa polacco parla di un timore di peccare nuovamente che il penitente può avere: ma tale timore non inficia, spiega s. Giovanni Paolo II, il vero proposito sulla fiducia di poter non peccare, il vero proposito, cioè il proposito serio, sincero, solido di non peccare che, implica il proposito di fuggire le occasioni prossime di peccato: il Papa parla di una persona che teme di peccare non di una persona che crede che tornerà a peccare. San Giovanni Paolo II in questo testo ribadisce la sana dottrina cattolica e afferma che per essere assolti con una contrizione assoluta, universale, efficace occorre un serio proposito di non peccare unito alla fiducia e alla santa speranza, tale proposito, secondo la sana dottrina cattolica, implica il proposito di fuggire le occasioni di peccare. Quindi non è possibile che un uomo, il quale sa già che Dio da il suo aiuto a chi lo spera, e glielo domanda nella preghiera, e sa che Dio non permette che nessuno sia tentato più delle sue forze … non è possibile che tale uomo si proponga fermamente di eleggere prima di ogni male, che l'offesa di Dio, proponga di fuggire le occasioni prossime di peccato e di pregare per vivere secondo Dio e che poi creda certamente di tornare a cadere; onde se costui crede ciò, è segno che il suo proposito non è assoluto, universale, efficace e non può essere perdonato nella confessione. La grazia di Dio è vita divina che viene in noi e ci dona di superare ogni tentazione al peccato, specie se grave con la conseguenza soprannaturale dell'inferno. Giustamente Papa s. Giovanni Paolo II mette in evidenza che il vero proposito si accompagna con la fiducia e quindi con la speranza teologale del Paradiso: "Fiducia è esercizio possibile e doveroso della Speranza soprannaturale, per cui attendiamo dalla divina Bontà, per le Sue promesse e per i meriti di Gesù Cristo Salvatore, la vita eterna e le grazie necessarie per conseguirla". Dio ci chiama tutti alla santità e ci vuole donare di vivere i suoi comandamenti e di non peccare, per realizzare un vero proposito di non peccare occorre davvero fidarsi di Lui, sperare in Lui e occorre anche aver stima della vita soprannaturale che Dio ci dona oltre quella naturale; la grazia non è acqua, la grazia è vita divina, soprannaturale che ci permette appunto di restare fedeli a Dio e di non cadere in peccato.
Concludendo mi pare importante sottolineare che s. Giovanni paolo II in questo testo ribadisce la sana dottrina e afferma che per essere assolti con la contrizione occorre un serio proposito di non peccare unito alla fiducia e alla santa speranza, tale proposito, secondo la sana dottrina proposta, implica il proposito di fuggire le occasioni prossime di peccato, oggi soprattutto gli occhi di fronte ad una sfacciata lussuria.
Commenti
Posta un commento