'Aborto diritto umano', Europarlamento vuole cambiare i trattati
Con 324 voti a favore, 155 contrari e 38 astenuti, il Parlamento Europeo ha votato a favore dell'aborto come diritto umano fondamentale, chiedendo che i Trattati europei siano emendati per accogliere il principio dell'aborto come diritto umano fondamentale. È la risposta alla sentenza della Corte Suprema USA.
Luca Volonté, in "La Nuova Bussola" – 8 luglio 2022
Parlamento europeo agli ordini di Macron e abortisti. Ieri è stata approvata una Risoluzione contro la Corte Suprema Usa e il diritto alla vita che, per la prima volta, chiede la modifica dei Trattati per inserire il 'diritto umano all'aborto'. Doppia vergogna, sia per l'ingerenza nei confronti dell'ordinamento USA e delle istituzioni democratiche (quella giudiziaria in particolare), sia per la cesura totale con le radici giudaico-cristiane ed il diritto umano inalienabile alla dignità e alla vita.
Era stato Emmanuel Macron a dichiarare, nel suo discorso al Parlamento europeo di inizio del semestre di Presidenza francese del Consiglio, lo scorso 19 gennaio, di voler includere il diritto all'aborto nella Carta europea dei diritti fondamentali, tra gli applausi delle sinistre, verdi, liberali e socialisti.
Lo scorso 9 giugno il Parlamento Europeo approvava, due settimane prima della decisione della Corte Suprema USA che ha ribaltato la Roe, una Risoluzione piena di interferenze nei confronti degli Usa e di disprezzo di diversi giudici della Corte Suprema. Nel testo, la maggioranza 'ursula' che sostiene la Commissione Europea, aveva introdotto fortissimi limiti al diritto umano alla libertà ed obiezione di coscienza per medici, operatori sanitari e persino strutture ospedaliere che non potevano, o volevano, fornire servizi 'riproduttivi e aborti'.
La reazione della Conferenza dei Consigli Episcopali europei (Comece) era stata allora durissima. Emanata la Sentenza Dobbs dalla Corte Suprema e sviluppatasi negli Usa una situazione (in divenire) a tratti inquietanti e pericolosi per chiunque sostenga il diritto alla vita del concepito, i Socialisti, Verdi, Liberali e Sinistre europei non hanno trovato di meglio che riproporre una Risoluzione ancor più abortista di quella di un mese fa. Il nuovo testo, si dice nell'incipit, è frutto anche delle comunicazioni della Commissione Europea, rappresentata dalla ben conosciuta Helena Dalli, e del dibattito di lunedì 4 luglio (qui il video): non si ribadiscono solo il disprezzo verso la Corte Usa e gli Stati Usa che stanno implementando leggi pro life, limitative dell'aborto e, in parte, sostenendo la maternità, si va oltre.
Per la prima volta in un testo votato (Risoluzione B9-0365/2022) dal Parlamento europeo si chiede esplicitamente e formalmente (vedi paragrafo J , p.2) di "inserire il diritto all'aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea; ritiene che occorra presentare al Consiglio una proposta intesa a modificare la Carta dei diritti fondamentali come segue: Articolo 7 bis. Diritto all'aborto: "Ogni persona ha diritto all'aborto sicuro e legale." Questa è la novità principale e, se vogliamo, storica della Risoluzione votata ieri pomeriggio. Non può sfuggire che lo scorso venerdì 1 luglio, ben consapevole dei pericoli dell'ennesimo sostegno all'aborto in votazione al Parlamento, il Presidente della Comece, cardinale Jean-Claude Hollerich ribadiva, in un incontro con la Presidente (cattolica) del Parlamento Europeo Roberta Metsola, tutte le preoccupazioni della Chiesa cattolica perché, considerare l'aborto come un diritto fondamentale "non solo va contro il rispetto della dignità di ogni essere umano, che è uno dei pilastri dell'UE, ma metterà anche gravemente in pericolo il diritto alla libertà di religione, di pensiero e di coscienza e la possibilità di esercitare l'obiezione di coscienza".
Nei giorni precedenti, un gruppo di parlamentari liberali spinti dagli abortisti di EPF, tra cui l'orgogliosa olandese Samira Rafaela, aveva scritto una lettera alla Presidente Metsola addirittura chiedendo un divieto di entrata a tutte le persone e rappresentanti di organizzazioni europee pro life, rei di battersi contro l'aborto.
Questo dunque il clima che ha portato al voto di ieri pomeriggio, nel quale l'inquietante Risoluzione B9-0365/2022 è stata approvata con 324 voti favorevoli (tra cui i Socialisti, Liberali, Verdi, Sinistre e 'solo' 30 del PPE), 155 contrari (tra cui i conservatori, indentitari e circa 60 del PPE, incluso il Presidente Manfred Weber) e 38 astenuti (molti del PPE). Se fossero stati tutti presenti e compattamente contrari a tale obbrobrio i deputati europei del PPE, Conservatori, Identitari le cose sarebbero potute andare diversamente. Gli Italiani? Rappresentanti dei partiti di centro destra contrari, mentre quelli di Pd, 5Stelle, 'centristi' e sinistre, favorevoli.
È comunque una vittoria di Pirro. Infatti, grazie ai paesi come Polonia, Malta, Ungheria, Slovacchia e Croazia, criticati aspramente nella Risoluzione approvata per le leggi che vietano, limitano fortemente l'aborto o semplicemente rispettano il diritto umano alla obiezione di coscienza (l'Italia), non ci sarà alcuna riforma dei Trattati che includa quest'incivile e sanguinario 'diritto umano all'aborto'. Diversi responsabili di organizzazioni cristiane, il 6 luglio, avevano definito la Risoluzione come "imprecisa e fuorviante", perché "ogni governo ha il diritto sovrano di proteggere le persone più vulnerabili nei loro Paesi, incluse quelle nel grembo materno", così Adina Portaru, consigliere senior di ADF International a Bruxelles.
Sulla stessa linea Vincenzo Bassi, avvocato e presidente della Federazione delle Famiglie Cattoliche (FAFCE), che dichiarava: "Le istituzioni pubbliche dovrebbero mettere l'accoglienza della vita [al] primo posto, affrontando i numerosi ostacoli che le coppie e le famiglie si trovano ad affrontare". Invece, il Parlamento europeo ribadisce il suo impegno per facilitare l'aborto. "Le donne meritano di meglio dell'aborto, noi cittadini meritiamo di meglio di questo Parlamento e di questi Commissari Europei".
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