IV Domenica di Pasqua
Vivere in Cristo Buon Pastore in attesa della Pentecoste. Cristo è il Pastore, e noi siamo le sue pecore. Egli risorto, vivo, presente ci conosce, ci guida, ci difende, ci introduce nell'ovile eterno, nella felicità eterna anticipando momenti felici di amore se liberamente lo vogliamo.
Il breve brano del Vangelo completa l'altro di Giovanni in cuoi Gesù si dichiara Buon Pastore (Gv !0, 1-18). Gesù parla della relazione delle sue pecore con Lui soprattutto nell'Eucarestia di ogni domenica, nella Confessione frequente, in atti di amore di ogni giorno. Ed è una relazione fondata su un dono di Dio Padre, l'Amante, di Dio Figlio, l'Amato, dello Spirito santo, l'Amore, di Dio uno nella natura e trino nelle persone. Dice: Le mie pecore fin dal Battesimo ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse liberamente, per amore non solo mi conoscono ma mi vogliono, mi seguono. C'è una relazione di conoscenza con il catechismo e di amore reciproci tra Gesù e ognuna delle sue pecore nella preghiera.
Poi Gesù afferma: "Il Padre mio, l'Amante, che me le ha date è più grande di tutti e nessuno può rapirle dalla mano del Padre mio". Gesù, l'Amato, con il dono dello Spirito Santo, l'Amore, ci fa capire che la nostra relazione con Lui è una relazione molto profonda stabilita dal Padre celeste che se accolta come il tutto ci impedisce di schiavizzarci idolatrando persone, cose, prospettive temporali, pur amandole ma nella loro relatività. Importante la relazione dei figli con i genitori ma prima di loro c'è il Padre attraverso il Figlio nello Spirito Santo. Così tra fidanzati, tra sposi, tra cittadini e stato. E non si tratta di una relazione superficiale o semplicemente umana, com'è quella tra un maestro e i suoi discepoli, o quella tra un uomo politico e i suoi seguaci, quella dei rapporti familiari, ma si tratta di una relazione profonda, voluta dal Padre celeste e ravvivata con la preghiera del mattino, della sera, prima dei pasti e delle attività del giorno.
Divenendo progressivamente profonda, continua, questa relazione è saldissima anche nelle prove. Afferma infatti Gesù: Le mie pecore che non trascurano di vivere "in Me" soprattutto con la Messa almeno di ogni domenica, confessandosi spesso per il perdono e non trascurando ogni giorno gesti di amore non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano. Il Padre mio che me le ha date con il Battesimo o in vista del Battesimo è più grande di tutti e nessuno può rapirle dalla mano del Padre mio.
Che cosa significa e come si stabilisce questa relazione profonda tra Gesù, buon Pastore e le sue pecorelle, i suoi discepoli? Gesù lo spiega in altri brani del Vangelo. Ad esempio, quando afferma: "Nessuno può venire a me, se non lo attira l'Amante, il Padre che mi ha mandato (Gv 6,44). C'è sempre un'iniziativa del Padre, che attraverso lo Spirito Santo attira a Gesù le persone, attira me a Lui.
Questa relazione tra Gesù e i suoi discepoli è fondata sulla docilità a Dio. Se una persona, ascoltando l'intimo della sua coscienza che desidera Dio anche nei momenti più negativi, non è docile a Dio, non può essere attirata al Buon Pastore dal Padre celeste. In questo caso, la sua relazione "in Cristo" sarà superficiale, fragile rischiando di violentare sé stessi e il prossimo, rischiando di anticipare sofferenze infernali. Invece, se la persona è docile a Dio, ascolta la sua voce e agisce secondo la volontà del Padre, che è una volontà di perdono, di amore, il Padre celeste stabilirà tra lei e Gesù buon Pastore una relazione profonda, continua, che nessuno potrà mai spezzare e che volendo non finirà mai.
Perciò, consapevoli, non possiamo non ringraziare il Padre, che fin dal Battesimo ci ha messi in una relazione con suo Figlio Gesù, figli nel Figlio per opera dello Spirito Santo. Questa relazione si basa sul dono intellettuale della fede, sul dono della volontà nella speranza, nella carità, che provengono dal Padre.
Gesù riconosce che l'iniziativa di questa relazione con Lui Buon Pastore non è sua, ma del Padre. Egli è venuto nel mondo, ha parlato conformemente alla volontà del Padre, ma sa che l'iniziativa di tutto appartiene al Padre. Ringraziamo il Signore per averci aperto oggi questa prospettiva, che è fonte di gioia e chiediamo alla Regina della Pace, alla Regina dell'Amore alla Madre del lungo cammino che ce la custodisca. Gesù dichiara nel Vangelo: "Questo vi ho detto, perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena" (Gv 15,11), pur consapevoli del rischio di non avere forte la consapevolezza di agire in Cristo, ma accogliamo la gioia meravigliosa che egli ci vuol comunicare in questo tempo pasquale.
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