Stanislawa, l'ostetrica eroina
Luca Marcolivio, in "La Nuova Bussola" – 5 Febbraio 2022
Era finita nel campo di concentramento dopo aver aiutato gli ebrei. Ad Auschwitz, la polacca Stanislawa Leszczynska scoprì la sorte a cui venivano destinati i neonati… e tuonò verso il medico del lager: "Non si devono uccidere i bambini!". Da allora ne fece nascere tremila. Serva di Dio, è in corso la causa per la beatificazione. Un film racconta la sua storia.
Numerose sono le storie provvidenziali legate all'Olocausto di matrice nazista. Tra le altre, vale la pena citare quella della Serva di Dio Stanislawa Leszczynska (1896-1974), polacca, cattolica, di professione ostetrica, finita ad Auschwitz per aver protetto degli ebrei a Lodz dopo l'invasione tedesca. La fase diocesana del suo processo di beatificazione, iniziato il 13 marzo 1992, si avvia verso la conclusione entro quest'anno. Raccolte le testimonianze sull'eroismo della Leszczynska, la documentazione sarà trasmessa in Vaticano, presso la Congregazione per le Cause dei Santi. In Polonia, c'è già chi la vorrebbe come patrona delle ostetriche e delle infermiere.
Quella di Stanislawa Leszczynska fu una vita piuttosto tranquilla fino al 1939. Sposata con Bronisław Leszczynski, da cui aveva avuto quattro figli, Stanislawa aveva iniziato a lavorare come ostetrica nel 1922. Accogliere la vita nascente era per lei qualcosa di molto simile a una vocazione. Al punto che non volle rinunciarvi nemmeno nella prigionia del lager. Ad Auschwitz, la Leszczynska fu deportata assieme alla figlia Sylwia. Entrambe erano state arrestate dalla Gestapo nel febbraio 1943, assieme ad altri due figli dell'ostetrica, Stanislaw ed Henryk, che furono destinati a Mauthausen. Al blitz riuscirono a sfuggire soltanto il marito Bronisław e il figlio Bronisław Jr. Tutta la famiglia, per più di tre anni, si era prodigata a confezionare documenti falsi agli ebrei di Lodz, braccati dai nazisti. Per questa operazione Bronisław aveva messo a disposizione la tipografia di cui era titolare.
Ad Auschwitz, il punto di svolta nella storia di Stanislawa Leszczynska fu quando Klara, l'ostetrica del lager, si ammalò. La donna era stata addestrata a far nascere i bambini delle prigioniere gestanti, per poi sopprimerli subito dopo, affogandoli dentro un barile e dandoli in pasto ai topi sotto lo sguardo delle madri. Ogni vittima di infanticidio veniva fittiziamente certificata come "nato morto". Fu proprio la Leszczynska a offrirsi come sostituta. Sapientemente, l'ostetrica di Lodz aveva nascosto il proprio diploma professionale dentro un tubetto da dentifricio, nel presentimento che le sarebbe tornato utile. "Non si devono uccidere i bambini!", tuonò subito Stanislawa al medico titolare del lager.
Da quel momento, nessun neonato fu più soppresso. La Leszczynska riuscì a farne nascere ben tremila in poco meno di due anni ma soltanto una trentina riuscirono sopravvivere alla liberazione di Auschwitz (27 gennaio 1945). Dopo quella data, l'ostetrica volle rimanere ancora un po' nel lager, per assistere le ultime partorienti rimaste. Almeno la metà di quei bambini furono poi uccisi dai nazisti, mentre un altro migliaio morirono di fame o di freddo. A qualche centinaio fu risparmiata la vita perché, somaticamente, corrispondevano alla "razza ariana": capelli biondi, occhi azzurri, eccetera. Il figlio Bronisław Jr un giorno raccontò di una visita di Josef Mengele ad Auschwitz. Quando il "dottor Morte" incrociò lo sguardo dell'ostetrica di Lodz, improvvisamente abbassò gli occhi e confessò di essersi "sentito umano" per un attimo. "La gente sapeva che lei aveva un potere su di lui", dichiarò Bronisław Leszczynski.
Molto devota alla Madonna, Stanislawa Leszczynska recitava pubblicamente l'Ave Maria davanti a prigionieri e guardie e, quando c'era un parto, benediceva madre e bambino. Rientrata a Lodz, la Leszczynska continuò ad esercitare la professione di ostetrica fino alla fine della sua vita. Il marito Bronisław era rimasto ucciso durante la rivolta di Varsavia del 1944.
Quando morì, l'11 marzo 1974, Stanislawa Leszczynska fu seppellita, come da lei richiesto, con l'abito delle terziarie francescane. Ai suoi funerali parteciparono migliaia di persone. Nove anni dopo, nel giugno 1983, durante la sua seconda visita pastorale in Polonia, papa Giovanni Paolo II rese omaggio all'ostetrica di Lodz, celebrando Messa nel santuario di Czestochowa, con un calice in avorio nel quale erano state scolpite le immagini delle quattro donne più importanti nella storia polacca: santa Edvige di Polonia, santa Edvige di Andechs (o di Slesia), la beata Maria Ledochowska e, per l'appunto, Stanislawa Leszczynska. Dal 1996, la Serva di Dio è sepolta nella chiesa dell'Assunta a Lodz, dove era stata battezzata.
Alla Serva di Dio è stato dedicato il film L'ostetrica, diretto da Maria Stachurska, nipote della stessa Stanislawa Leszczynska. La protagonista è interpretata dall'attrice Elżbieta Wiatrowska. Il film è stato presentato lo scorso dicembre all'ultima edizione dell'International Catholic Film Festival "Mirabile Dictu" ed è stato proiettato martedì sera all'Istituto Polacco di Roma, alla presenza della regista.
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