La Rivelazione

16-01-2022

La Rivelazione soprannaturale permette di conoscere con assoluta certezza anche quelle cose che l'uomo con la sua ragione potrebbe arrivare a conoscere, ma è necessaria perché Dio vuole l'uomo in comunione con Lui. Tale visione è negata da razionalismo e modernismo. La Rivelazione è completa in Gesù e ha come aspetti importanti la storicità e l'aspetto antropologico.

 

Siamo giunti alla seconda parte dedicata alla Rivelazione e in questa lezione, in particolare, ci occuperemo della Revelatio Fidei [vedi puntata precedente, n.d.r.]

 

Il primo aspetto da tenere in considerazione, date anche una serie di contestazioni pervenute in epoca moderna, è il fatto che esista una RIVELAZIONE SOPRANNATURALE.

 

Nella Costituzione dogmatica Dei Filius, del Concilio Vaticano I, che è un testo importantissimo per conoscere il tema in oggetto, si sottolinea proprio il fatto che la Rivelazione sia un intervento soprannaturale.

 

"La stessa Santa Madre Chiesa ritiene ed insegna che Dio, principio e fine di ogni cosa, può essere conosciuto con certezza mediante la luce naturale della ragione umana a partire dalle cose create" (Denz. 3004).

Qui si parla della Revelatio Naturae da cui consegue la Theologia naturalis e si cita il testo di San Paolo, Lettera ai Romani, capitolo primo, versetto 20: "Infatti dalla creazione del mondo in poi le Sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l'intelletto nelle opere da lui compiute".

 

La Dei Filius continua:

"Tuttavia è piaciuto alla Sua sapienza e bontà rivelare Se stesso al genere umano, nonché gli eterni decreti della Sua volontà per altra via, questa volta soprannaturale..."

E qui si cita la Lettera agli Ebrei, capitolo 1, versetto 1: "Dio che aveva già parlato nei tempi antichi, molte volte e in diversi modi, ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio".

 

"È grazie a questa divina rivelazione che tutti gli uomini possono, nella presente condizione del genere umano, conoscere facilmente e con assoluta certezza e senza alcun errore ciò che nelle cose divine non è di per sé inaccessibile alla ragione. Non è tuttavia per questo motivo che la Rivelazione deve essere detta assolutamente necessaria, ma perché Dio, nella Sua infinita bontà, ha ordinato l'uomo ad un fine soprannaturale, perché partecipi ai beni divini che superano del tutto le possibilità dell'umana intelligenza" (Denz. 3005).

 

Da questo passo della Dei Filius emerge una verità molto importante: la Rivelazione soprannaturale permette di conoscere con assoluta certezza anche quelle cose che l'uomo con la sua ragione potrebbe arrivare a conoscere; quindi, la Rivelazione soprannaturale non solo non è contrasto con quella naturale, ma ne è in qualche modo il sostegno, data la condizione attuale dell'uomo, cioè data la nostra natura decaduta.

 

Ebbene, non è solo per questo, però, che ci è stata data la Rivelazione soprannaturale; non è solo per riparare in qualche modo all'offuscamento della nostra intelligenza naturale, ma anche e soprattutto perché l'uomo per volontà di Dio è elevato, è chiamato ad una comunione con Lui, quindi ad una vocazione soprannaturale.

 

Due sono i principali errori della modernità:

 

1. Il RAZIONALISMO.

Il razionalismo nega a priori che possano esistere delle verità che sorpassano la capacità naturale dell'uomo. Questo razionalismo che si dispiega in ambito filosofico ha influenzato parecchio anche la teologia cattolica, tentando di ridurre il più possibile gli aspetti, le verità, gli elementi soprannaturali a delle realtà naturali, espresse però in una modalità mitica. Da questa idea nasce tutto il processo di demitizzazione del dogma e delle Scritture... ovvero togliere quegli elementi soprannaturali che apparterrebbero al "mito" e che contenutisticamente significherebbero delle cose semplicemente naturali.

Esempio. L'Annunciazione non deve essere considerata come se la Madonna abbia ricevuto la visita di un Angelo, ma come una intuizione interiore della Santissima Vergine, poi espressa secondo questa data forma letteraria.

 

2. Il MODERNISMO. 

Perché il modernismo svuota l'idea di una Rivelazione soprannaturale? Perché riduce la Rivelazione ad una coscienza che l'uomo acquisisce progressivamente nel suo rapporto con Dio; si tratterebbe dunque di un fenomeno psicologico, un percorso della coscienza non solo del singolo, ma dell'umanità. In questo senso, l'aspetto di Dio che interviene concretamente nella storia o che interviene ad illuminare la mente e il cuore di un profeta o mandando un Angelo, oppure stendendo la sua mano e aprendo il Mar Rosso etc., tutti questi aspetti che dipendono da un intervento di Dio e non da una presa di coscienza dell'uomo, vengono così svuotati della loro caratteristica soprannaturale e storica.

 

Un altro aspetto importante della Rivelazione è quello della STORICITÀ.

È indubitabile che la Rivelazione si dispieghi nella storia. Nel Catechismo della Chiesa Cattolica, dal numero 54 al numero 65, vengono descritte le tappe di questa Rivelazione, che si trovano poi nei libri delle Sacre Scritture. È quindi indubitabile che la storia sia in qualche modo il teatro di questa Rivelazione divina che va verso un progresso e un compimento, che è Gesù Cristo.

 

Il carattere storico della Rivelazione significa appunto che Dio si fa incontro all'uomo, cioè si auto-rivela, fa conoscere la sua volontà, comunica i suoi decreti all'uomo e l'uomo è un essere che vive nella storia.

 

Non significa invece sostenere una visione soggettivistica, ovvero relativa solo ad un contesto storico particolare; per esempio sostenere che l'Antico Testamento può valere solo per il contesto ebraico, oppure che le verità che troviamo nel Vangelo valgono solo per quel particolare contesto storico, culturale e geografico. In questo caso avremmo una marcata relativizzazione della Rivelazione, ma non è così.

 

Se si prende la Dichiarazione Dominus Iesus della Congregazione per la Dottrina della Fede dell'anno 2000, troviamo scritto (n. 6):

 

"Le parole, le opere e l'intero evento storico di Gesù, pur essendo limitati in quanto realtà umane, tuttavia hanno come soggetto la persona divina del Verbo incarnato, vero Dio e vero Uomo, e perciò portano in sé la definitività e la completezza della Rivelazione delle vie salvifiche di Dio".

 

È una Rivelazione che viene da Dio ed il fatto che sia Dio a operare, a intervenire e a parlare fa in modo che il contesto storico sia trasceso; attenzione, non ignorato, ma trasceso.

Quando parliamo delle Rivelazione storica, intesa come processo storico, intendiamo che tutto lo sviluppo storico della Rivelazione è tale, cioè è Rivelazione, è Parola di Dio. Questo è stato messo in chiaro nei primi secoli, quando la Chiesa non solo ha dovuto contrastare un certo mondo giudaico che evidentemente non accettava la Rivelazione di Cristo, in Cristo ed il Nuovo Testamento, ma anche negli ambienti cristiani, allorché si rifiutava l'Antico Testamento come vera e propria Rivelazione.

 

Si pensi all'eresia di Marcione, il quale riteneva che i testi veterotestamentari ed anche buona parte di quelli del Nuovo Testamento, fossero viziati da una mentalità non adeguata a Cristo e al Nuovo Testamento, al Vangelo della carità e dell'amore. La Chiesa ha reagito scomunicando Marcione, condannando le sue tesi, e mantenendo con fermezza che sia l'Antico che il Nuovo Testamento sono libri ispirati e che dunque trasmettono la Rivelazione di Dio.

 

Sant'Agostino mise in luce con una frase la relazione tra Antico e Nuovo testamento e la loro interdipendenza:

 

«Novum Testamentum in Vetere latet et Vetus Testamentum in Novo patet»

(«Il Nuovo Testamento è nascosto nell'Antico, mentre l'Antico è svelato e si rende manifesto nel Nuovo»)

 

È dunque impossibile separarli perché il Nuovo senza l'Antico rimane in qualche modo impoverito e l'Antico Testamento senza il Nuovo rimane sostanzialmente incomprensibile.

 

Un altro aspetto importante della Rivelazione è quello ANTROPOLOGICO.

Nella Rivelazione ci sono due poli: Dio che si rivela e l'uomo che accoglie la Rivelazione.

 

L'uomo può accogliere ciò che Dio gli rivela, ha la capacità di ricevere la Rivelazione di Dio. Perché? Perché l'uomo è creato ad immagine e somiglianza di Dio, dunque può accogliere, ricevere e può rispondere alla Rivelazione spinto dalla Grazia e mediante il suo intelletto, la sua volontà e tutta la sua persona.

Si dice che l'uomo ha una potentia oboedientialis, cioè ha una capacità di obbedire a Dio, di mettersi al Suo ascolto, di ricevere la parola di Dio e risponderGli. In questo senso si può dire che nell'uomo ci sia un "a priori" che lo apre, che lo dispone ad accogliere la Rivelazione; tuttavia questa affermazione, ovvero che ogni uomo in quanto immagine e somiglianza di Dio, in quanto ha un intelletto, ha una volontà, ha una libertà, è quindi capace di ricevere e rispondere alla Rivelazione di Dio, non deve però portare delle conclusioni che allontanano o addirittura prescindono dalla Rivelazione stessa.

 

- Da un lato c'è chi fa questo ragionamento: tutti gli uomini hanno questa capacità; quindi non sono importanti le forme storiche che la Rivelazione prende. In questo modo la storia della Salvezza viene a coincidere con la storia universale, la storia delle religioni, andando così a negare un intervento specifico di Dio. E questo non è vero. La Tradizione ed il magistero della Chiesa hanno sempre difeso che la Rivelazione soprannaturale sia contenuta e trasmessa mediante le Scritture e la Tradizione che ci veicolano degli interventi ben precisi di Dio nella storia dell'uomo ed in particolare nella storia di Israele ed in Gesù Cristo e negli Apostoli.

 

- Dall'altra parte c'è chi ha dedotto, da questo "a priori trascendentale" dell'uomo, la Rivelazione stessa. L'uomo avrebbe già in se stesso la Rivelazione di Dio, si tratterebbe solo di tirarla fuori ed esplicitarla, ma in quanto uomo ha già insita questa Rivelazione ed è quindi un "cristiano anonimo". Ma anche questa non è una interpretazione accettabile, perché la Rivelazione è fatta di precisi interventi di Dio nella storia, di precise azioni di Dio nella storia, di precise parole di Dio comunicate, non deducibili a priori. Questo non significa allora che la rivelazione sia del tutto esterna all'uomo, perché l'uomo senz'altro dev'essere "strutturalmente" recettivo nei confronti di Dio; l'uomo ha la vocazione ad una elevazione soprannaturale e tuttavia è necessario che questa Rivelazione avvenga mediante l'intervento libero di Dio nella storia.

 

La Chiesa ha sempre parlato della Rivelazione di Dio come COMPLETA e con una pretesa di assolutezza. Perché ha questa pretesa di ASSOLUTEZZA?

 

Perché in qualche modo è la natura stessa della Rivelazione ad esigerla, in quanto Dio si rivela pienamente in Cristo, cioè nella seconda persona della Santissima Trinità incarnata. Dio che si incarna rivela pienamente Dio, la volontà di Dio, i decreti di Dio, le opere di Dio. Questa idea di assolutezza del Cristianesimo non è qualche cosa che deve essere inteso come atteggiamento della persona del cristiano, ma discende dalla natura stessa della Rivelazione e dalla stessa persona di Gesù Cristo. Ritenere che la Rivelazione cristiana non sia assoluta e definitiva significa sostenere che Gesù non sia Dio, che Dio non si sia rivelato pienamente nella Persona del Verbo incarnato, Gesù Cristo. La Chiesa è missionaria proprio perché consapevole della natura soprannaturale della Rivelazione, di questo dono incommensurabile che deve custodire e trasmettere.

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