Filosofia cristiana da S. Paolo a Guglielmo di Occam
La Rivelazione cristiana, di cui San Paolo fu il grande interprete, insieme al Prologo di San Giovanni, per intenderla nel suo rapporto con la ragione umana, ha delle esigenze filosofiche importanti e da soddisfare da una filosofia che voglia essere fino in fondo se stessa
Stefano Fontana, da "Osservatorio Van Thuan – 4 Agosto 2021
Pubblichiamo la Prefazione scritta da Stefano Fontana per l'edizione spagnola del suo libro "La Sapienza dei medievali. La filosofia cristiana da San Paolo a Guglielmo di Occam".
L'edizione spagnola, pubblicata dalle edizioni Homo Legens di Madrid - www.homolegens.com - può essere acquistato presso l'editore;
L'edizione italiana, edita da Fede & Cultura, può essere acquistata presso il nostro Osservatorio. Per acquisti paga QUI e comunica il tuo indirizzo postale a abbonamenti_acquisti@vanthuanobservatory.org (spese postali per l'Italia a nostro carico)
Chi scrive un libro non lo scrive per una cerchia di lettori ben definita e circoscritta, Lo scrive per "i lettori", per tutti i lettori e per ogni lettore. Questo mio libro è nato in Italia ma fin dall'inizio non era destinato solo ai lettori italiani. Per questo sono molto contento che ora esca anche in Spagna, per i lettori spagnoli, anch'essi "lettori" come gli italiani. Se poi teniamo conto di cosa siano stati il Medioevo e la Filosofia medievale in Italia e in Spagna e quanto queste due tradizioni abbiano in comune – vale a dire la Civiltà cristiana – viene da pensare che la traduzione spagnola fosse già richiesta in potenza nel momento della scrittura del libro. Una esigenza implicita che ora le Edizioni Home Legens hanno condotto all'atto.
Il titolo – "La Sapienza dei Medievali" – dice il contenuto del libro, ma spetta al sottotitolo chiarire il punto di vista e il criterio con il quale il contenuto viene trattato: "la filosofia cristiana da San Paolo a Guglielmo di Occam". Il punto di vista è quindi "la filosofia cristiana". Tra l'edizione italiana e questa edizione spagnola ho dato di recente alle stampe in Italia un libro proprio con questo titolo (Edizioni Fede & Cultura, Verona 2021), ma il suo nucleo originario sta in questo che qui presento in edizione spagnola. Il lettore, infatti, troverà nella Introduzione una esposizione abbastanza articolata del concetto di filosofia cristiana, una nozione di cui non possiamo disfarci perché ha espresso storicamente ed esprime teoreticamente il corretto rapporto tra la fede cattolica e la ragione.
Questo non significa che i lettori di questo libro debbano essere solo i cattolici. Infatti la caratteristica della filosofia cristiana è che la religione cattolica non chiede alla filosofia di diventare essa stessa religione, ma la spinge ad essere filosofia fino in fondo, fino ai confini del mistero. Infatti, solo una filosofia spinta fino ai suoi estremi confini può pensare correttamente il mistero, mentre una filosofia positivista prigioniera dei puri fatti empirici non è nemmeno in grado di postulare l'esistenza del mistero. La religione cattolica, quindi, non "battezza" dall'esterno la filosofia facendola diventare estrinsecamente cattolica, non le dà una pennellata di cattolicità, piuttosto la richiama in pienezza alla sua stessa verità filosofica, chiedendole di essere fino in fondo quello che è ed aiutandola ad esserlo. Per questo il libro è per tutti e non solo per i cattolici, dato che esprime la filosofia nient'altro che per quanto essa deve essere.
L'aggettivo "cristiana" nella espressione "filosofia cristiana", non è una aggiunta esteriore e accidentale, ma configura l'essenza stessa della filosofia, nel senso che equivale alla espressione "filosofia vera". Questo ci dice che la filosofia, non per diventare religione ma per essere veramente filosofia, deve godere di un rapporto essenziale con la rivelazione cristiana, senza temere con ciò di diventare altro da sé, anzi come garanzia di poter essere pienamente se stessa senza cadere preda di ideologie o interessi di parte o religioni integraliste. La libertà della filosofia non viene conculcata, ma viene garantita dal suo rapporto essenziale con la religione cristiana (meglio, cattolica), di cui quindi essa non può fare a meno. Questo ci dice anche che la fede cattolica è in grado di produrre filosofia, non direttamente dato che Cristo non è Socrate, ma indirettamente fornendo alla ragione filosofica dei contenuti filosofici trasmessi per via religiosa e che la filosofia dovrà poi far propri ed approfondire con la ragione. Il concetto di creazione dal nulla, frutto di Rivelazione, richiede l'approfondimento circa l'atto di essere condotto da San Tommaso. Per questo l'aggettivo "cristiana" non contraddice il sostantivo "filosofia". È vero che in teoria la filosofia può trovare molte verità anche con le sole sue forze, ma in modo incerto e comunque non le ultime verità. È vero che Aristotele non era cristiano e che era visto dai cristiani con sospetto per il suo paganesimo, ma è anche vero che Aristotele entra nel Medioevo cristiano in un modo e ne esce in un altro, dato che San Tommaso non è semplicemente un aristotelico ma colui che, alla luce della fede cattolica, ha trasformato l'aristotelismo come anche altre tradizioni di pensiero in una filosofia radicalmente nuova, la filosofia cristiana appunto. E San Tommaso, come ci ricorda Gilson, non è partito da Aristotele (ossia dalla filosofia) per arrivare alla Scrittura (ossia alla fede rivelata) ma ha fatto il percorso inverso: si è chiesto cosa avrebbe potuto sapere di quello in cui credeva. Per questo la filosofia cristiana non è una pennellata su Aristotele o altri. Questa priorità della fede sulla ragione, che tuttavia consiste in un potenziamento della ragione e non in una sua riduzione, motiva la filosofia cristiana e sta alla base del vero significato dell'aggettivo "cristiana" in quella espressione.
Quanto detto spiega anche un'altra cosa curiosa di questo libro. Nel sottotitolo si parte da San Paolo, che non era un filosofo, e si arriva a Guglielmo di Occam che aveva già distrutto la filosofia cristiana. Non mi è mai capitato di vedere libri di storia della filosofia medievale che facessero iniziare il periodo esaminato non da un filosofo ma da un Apostolo, credente e teologo. Ma nella prospettiva della filosofia cristiana questo è invece perfino ovvio. La Rivelazione cristiana, di cui San Paolo fu il grande interprete, insieme al Prologo di San Giovanni, per intenderla nel suo rapporto con la ragione umana, ha delle esigenze filosofiche importanti e da soddisfare da una filosofia che voglia essere fino in fondo se stessa.
Mi auguro che l'edizione spagnola del libro possa aiutare la cultura di oggi a riprendere nel giusto modo il rapporto tra la ragione e la fede (cattolica).
Stefano Fontana
Stefano Fontana
Commenti
Posta un commento