Due forme di pensiero e di vita, la cattolica e la gnostica

Attraverso tutta la storia umana non vi sono che due forme fondamentali di pensiero e di vita: la cattolica e la gnostica, sviluppatasi soprattutto cento cinquant'anni prima di Cristo con il talmud dei farisei avviando una nuova tradizione ebraica, la cabala perversa, gnostica di rifiuto di Cristo e oggi del Cristianesimo, soprattutto della Chiesa, della cultura cattolica di pensiero e di vita 


L'origine nell'Antico Testamento della via di pensiero e di vita cattolica del Nuovo Testamento

Dall'Esodo 33,7-11 si rivela in abbozzo il progetto di Dio di abitare in mezzo al suo popolo, anzi di avere con ciascuno di noi un rapporto personale profondo con il libero arbitrio che ci dà la possibilità, fatti ad immagine di Dio che è amore, di amare potendo rifiutare. Questa intenzione divina incomincia ad avere vita con l'iniziativa di Mosè che pianta la tenda e la chiama "tenda del convegno". "L'aveva piantata – dice la Bibbia – fuori dell'accampamento, ad una certa distanza"; Dio infatti non può abitare in mezzo al suo popolo, perché il popolo, con il libero – arbitrio, ha peccato, si è allontanato da lui, è stato idolatra. La tenda quindi è distante, però è accessibile: "A questa tenda si recava chiunque volesse considerare il perdono del Signore". Giovanni nel Nuovo testamento ci dirà che il Verbo di Dio, il Figlio del Padre nello Spirito Santo, unico Dio in tre Persone, ha posto la sua tenda in mezzo a noi.

Mosè entrava nella tenda e, afferma la Scrittura, "il Signore parlava con lui faccia a faccia, come un uomo parla con un altro uomo". Abbiamo di nuovo un progetto di Dio, cioè dell'Incarnazione della Persona del Figlio. Mosè si trova a faccia a faccia con il Signore, in modo misterioso, e il Signore gli parla come potrebbe parlare un uomo. Dio uno trino non si è ancora incarnato, il Figlio di Dio non si è ancora fatto uomo, ma in questo episodio, in cui Dio parla a Mosè come un uomo parla con un altro uomo, come un amico parla con un amico: "Non vi chiamo più servi …vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi" (Gv 15,15).  È evidente una certa somiglianza con quello che avviene nel Nuovo Testamento e in continuità nella via cattolica di pensiero e di vita. Nella Nuova Alleanza cioè nella Nuova Storia di amore in continuità con l'Antica Alleanza ogni uomo, ciascuno di noi è invitato a questo rapporto personale, profondo con Dio, un rapporto non soltanto faccia a faccia, ma cuore a cuore. L'Eucarestia ci offre in continuità ogni giorno l'inaudita possibilità di ricevere, persona a persona Gesù, il Figlio di Dio fatto nostro fratello, nostro amico, non soltanto in mezzo a noi, ma dentro di noi, per parlare con Lui, per ascoltarlo, per lasciare che egli guidi tuttala nostra vita e la riempia del suo amore. L'Antico Testamento, fin dalle origini di Adamo ed Eva aveva questa esperienza personale di Dio sconosciuta in tutte le culture anche quelle che parlavano del divino ma mai della persona divina, del rapporto come persona umana e persona divina. Soprattutto deportati in Babilonia, come a contatto in tutte le parti di emigrazione, la tentazione di perdere questa dimensione personale divina della Tradizione ebraica cioè la cabala originaria, è avvenuto. Cento cinquant'anni prima di Gesù i farisei talmudici hanno egemonizzato dissolvendo la Tradizione personale del divino con la Legge, un numero di precetti enorme che Gesù ha rifiutato, a sua volta rifiutato da questo nuova tradizione ebraica, da questa nuova cabala gnostica perversa di rifiuto. Julio Meinvielle, con il suo libro "Dalla Cabala al progressismo" ne documenta la storia e l'attuale egemonia. Dopo averlo letto faccio mia la conclusione e pur lunga penso utile proporla. 


Due forme fondamentali di pensiero e di vita: la cattolica e la gnostica

La tradizione cattolica professa la conoscenza certa di un Essere perfettissimo, che liberamente e nel tempo ha tratto il mondo dal nulla e al Quale deve ritornare la creatura. Prima di esistere una storia del mondo esiste, da tutta l'eternità, una metastoria, dalla quale la storia dipende come l'effetto dipende dalla sua causa: tra la metastoria e la storia, tra Dio e la creatura, esiste un abisso insondabile, nella stessa struttura dell'essere, perché Dio È per essenza, mentre, al contrario, la creatura è per partecipazione. Dio basta pienamente a sé stesso, mentre la creatura necessita di una dipendenza assoluta dal suo creatore. La creatura deve ritornare a Dio, donde è venuta, ma per grazia, ovvero per un dono che le viene dato gratuitamente e che ha la capacità di convertirla in divina. La colpa della creatura ha determinato nella creazione una catastrofe per riparare la quale è venuto il Figlio di Dio, e per farlo ha assunto la natura umana. Da quel momento, Gesù Cristo, insieme a quella porzione di umanità a Lui vicina, è il segno della salvezza per il mondo.

La fede cattolica è una radice che determina uno psico-socio-culturale. Nel piano individuale produce i santi e sul piano sociale tutto uno stile di vita culturale che raggiunse il suo culmine nella politica di un san Luigi, re di Francia, nell'arte di un Fra' Angelico e nella filosofia di un San Tommaso. Ma la psico-socio-cultura proviene dalla fede. Se il pensiero non è impegnato dalla fede, non è possibile una cultura cattolica. Perché la cultura cattolica, come la fede, è una grazia. E la grazia la dà Dio gratuitamente; la natura da sola non può far nulla per meritarla. E la prima grazia è quella della fede, che è la radice di tutte le altre grazie e virtù.  Per tale ragione, non può esistere una sola psico-socio-cultura cattolica senza la fede cattolica.

La Grazia suppone la natura e la fede il valore della ragione. La tradizione cattolica implica verità soprannaturali, ma previamente e come fondamento di quelle suppone verità anche puramente naturali. A rigore, l'uomo può Accedere anche senza la grazia a queste virtù naturali, ma non può acquisirle in modo spedito e conveniente senza la grazia della Rivelazione. Ecco perché il Tomismo, anche nella professione di verità puramente naturali, è una grazia. La Metafisica cristiana non sarebbe mai giunta a scoprire la trascendenza dell'esse se il cristianesimo attraverso il Tomismo, non fosse giunto a comprendere che l'esse è il costitutivo della divina Essenza.

Senza la grazia del cristianesimo la ragione non avrebbe potuto evitare la confusione e le tenebre che caratterizzano tutta la tradizione cabalistica e gnostica nel problema delle relazioni tra la natura e la grazia, tar il mondo e la Chiesa; e altresì nell'ambito della ragione stessa, riguardo ai problemi esistenti tar i sensi e l'intelligenza, tra le forze dell'appetito e quelle della conoscenza, tra la Fisica e Metafisica, tra il mondo delle essenze e quelle dell'esse.

Per tale ragione, a causa della caduta gnostica, l'uomo è rimasto profondamente ferito nell'integrità della natura e delle sue facoltà. La sua inclinazione naturale al bene e alla virtù è rimasta significativamente diminuita. Così insegna espressamente San Tommaso.

Nella giustizia originale, l'uomo, tale come uscì dalle mani di Dio, si muoveva virtuosamente, e ciò avveniva in odo puramente spontaneo e naturale. La concupiscenza e l'ira, che sono le passioni fondamentali dell'essere umano, erano soggette alla ragione, e la ragione lo era A Dio. L'uomo era governato dalel virtù cardinali: forza, temperanza, giustizia e prudenza. Al non esperimentare alcun disordine nella vita pratica, questa non lo allontanava, bensì, al contrario, lo spingeva alla contemplazione.

Con la cauta gnostica, l'uomo si è reso incapace di contemplare le verità che sono al di sopra di lui, e si è convertito nell'homo faber inclinato e propenso a guardare solamente alle sue necessità materiali. È da qui che gli errori gnostici, di preferenza, entrano nella vita psico-sociale-culturale, mentre la tradizione cattolica vi penetra per la fede e da questa si estende a tutta la realtà psico-sociale-culturale.

Con la caduta gnostica l'uomo resta imprigionato nell'ambiente culturale e diventa incapace di esercitare la sua libertà sulle determinazioni sociologiche che lo imprigionano e lo determinano. Ciò accade sai con l'uomo antico, specialmente quello delle civilizzazioni orientali, sia con l'uomo moderno, l'uomo della tecnica. L'uomo antico assolutizza la realtà psico-sociale-culturale delle forze naturali; l'uomo moderno quella delle forze tecniche. Di conseguenza, l'uomo antico divinizza e sacralizza la natura, mentre l'uomo moderno, nel processo di secolarizzazione, divinizza l'intero ambito dello sforzo tecnico. La tecnologia si converte in tecnocrazia e tecno latria.

Il miracolo greco-romano, valorizzando la ragione e la legge naturale, si rese in qualche misura indipendente dagli errori gnostici (non assolutamente ma in maniera sufficiente), apparendo come una preparazione provvidenziale per il Vangelo. La grandiosa visione teologica dell'Età di Mezzo non sarebbe stata possibile senza la vasta opera di sistematizzazione intrapresa da Aristotele, che portò  alle sue massime conseguenze l'idea greca di un mondo ordinato come un coro: il cosmo, sospeso per amore ad un bene supremo, che è Dio.

Lo spirito medioevale si impegnerà nel manifestare (come fece lo spirito greco) la convenienza di tutti gli esseri, di tutti i beni, verso il Bene; di tutti gli interessi materiali, intellettuali e spirituali, verso l'armonia totale. La Cristianità dell'Età di Mezzo, in tal senso è erede del cosmos greco e sua trasposizione nel superiore livello soprannaturale.

Ma la ricaduta dell'età moderna negli errori gnostici non può più prodursi nell'innocenza pagana. Il paganesimo è stato sconfitto dall'avvento del cristianesimo. Il mondo non può conoscere l'innocenza della natura tipica del mondo pagano. Potrà apostatare dal cristianesimo e tornare al paganesimo, ma dovrà farlo per un paganesimo collocato sotto un altro segno, in qualche modo soprannaturale.

Dopo Cristo la lotta si imbatte tra due forze tipicamente soprannaturali: l'una, un soprannaturalismo e messianismo carnale; l'altra, un soprannaturalismo spirituale. Tale lotta si intavola tra la Sinagoga e la Chiesa. Il paganesimo ritorna, ma sotto gestione giudaica. Di conseguenza la ricaduta gnostica dell'età moderna è una ricaduta in una gnosi giudaica o cabalistica.

Dopo l'Avvento del cristianesimo, difatti, tutta la dialettica che agita il mondo cristiano si muove tar i poli Chiesa-Sinagoga. Cristo vince la Sinagoga. L'era dei martiri dei primis secoli del cristianesimo, quando la Sinagoga aizzava il mondo pagano affinché torturasse i cristiani, non servì ad altro che ad innaffiare la semente cristiana, che vigorosa doveva brillare, con la Chiesa dei Padri e Dottori, sopra la Sinagoga. Lo splendore medioevale della Chiesa riduce la Sinagoga alla vita nei ghetti. Ma nell'età moderna la Sinagoga si vendica dell'esilio al quale il mondo cristiano l'aveva ridotta, e la Cabala terribile, con la conquista di Gerusalemme e la ricostruzione del Tempio distruggendo la Moschea, con il Concilio Vaticano II penetra nella Cristianità fino a secolarizzarla e minacciarla attraverso la secolarizzazione dello stesso cristianesimo.

Attualmente ci troviamo di fronte a quest'ultimo fenomeno. Con la tattica dell'"amicizia" e del dialogo giudeo-cristiano, la Sinagoga sta ottenendo un trionfo sopra la Chiesa. Ma è chiaro che, nelle mani di Dio, tale trionfo dovrà risolversi In un trionfo della Chiesa di Cristo.

La dialettica Sinagoga- Chiesa (la cultura cattolica è dialogo tra cultura greco-romana e cultura cattolica, non tra cultura-ebraica e cultura cattolica) si risolve finalmente in un mistero centrale e luminoso, nel mistero di Cristo e quindi personalmente unico Dio Trinitario nelle Persone. Cristo è il punto chiave della storia. La Sinagoga prepara nella sua carne Cristo. La Chiesa lo continua nello spirito. Ma se una lo fa nel soprannaturalismo carnale e l'altra nel soprannaturalismo spirituale, ambedue completano, nel gioco dialettico delle forze del bene e del male, il mistero perfetto della redenzione cristiana. E il Mistero della Redenzione o rapporto con ogni persona umana dell'unico Dio in tre Persone, sebbene abbia un frutto esclusivamente salvifico, non si compie se non per l'intervento delle due forze su ogni persona – le cattive e le buone.

La storia, per essere completa, riunisce nel suo seno, in un'Alleanza misteriosa, queste due forze, che potranno risolversi solamente nell'escatologia. Per questo motivo, durante il tempo storico della prova, gli uomini – e con essi la Storia stessa – sono dinamizzati nel loro -libero arbitrio da Dio e da Satana. Da Cristo e dall'Anticristo, dalla Chiesa e dalla Sinagoga, dalla città di Dio e dalla città del diavolo. Tutto è mescolato in un medesimo individuo, sia santo, sia peccatore. Ciascuno degli atti liberi di ogni singolo uomo cerca, in definitiva fino al momento terminale, Cristo o l'Anticristo.

Uno degli errori più sinistri dell'attuale progressismo cristiano e della Cabala è la tendenza ad omogeneizzare le azioni degli uomini, come se il mondo del male non avesse, in certo qual modo, consistenza propria e non dovesse essere separato e finalmente espulso nell'ora escatologica del regno di Dio. Si vuole fare del male una realtà puramente residuale del regno di Dio. Il male invece, secondo una malizia illuminata e perfettamente deliberata, occupa il suo posto nella storia. Gli angeli del male peccarono con un atto di perfetta lucidità. L'uomo Adamo, a sua volta, peccò con un atto di perfetta lucidità, pur tentato. E in tutte le generazioni esistono uomini che peccano fino al momento terminale sapendo perfettamente quel che fanno e vogliono compiere il male con perfetta lucidità e consapevolezza. Non si deve negare il rischio del male per il libero arbitrio che dà la possibilità di amare affinché il bene risplenda. Si deve mostrarlo nella sua totale malizia e viltà affinché risplenda con maggior forza la misericordia divina, che alla fine dovrà trionfare sulla malizia e sulla debolezza dell'uomo.

 La Storia, con il male e con il bene, con i fatti profani e con le azioni sacre, deve servire liberamente cioè per amore Cristo e gli eletti. Il corso e il fine della Storia lo determina la Metastoria. E nella Metastoria l'atto finale di contemplazione della gloria in anima e alla fine dei tempi in anima e corpo che si chiama vita eterna. Per questo motivo la storia corre verso la tappa finale, che avrà luogo dopo la risurrezione die corpi e il giudizio finale. In quel giorno Gesù Cristo, Signore del tempo e della Storia, pronuncerà il verdetto ultimo e definitivo sulla storia dei popoli e dell'uomo. E in quel giorno si vedrà, attraverso un'intuizione completa e totale delle azioni degli uomini, qual è il pensiero definitivo che Dio ha della Storia umana. In quel giorno avrà luogo la vera e definitiva lezione di Teologia della Storia.

Il progressismo, e con esso il messianismo e il millenarismo, brama invece di rinchiudere dentro la storia il medesimo giudizio della storia. Il mondo camminerebbe verso una Città felice, verso una terza età di felicità e di pace. Poco importa concepire questa visione secondo lo Spirito assoluto di Hegel o secondo il comunismo di Marx; riguarderà sempre un evento nuovo, che dovrà apportare un cambiamento radicale nel comportamento umano.

La teologia della storia di Sant'Agostino e di San Tommaso, invece, ha visto stupendamente che dopo l'avvento di Cristo alla terra nulla di nuovo deve accadere che possa cambiare il corso ordinario degli eventi. Come insgena l'Ecclesiaste:

"Tutte le cose hanno il loro tempo, e negli spazi loro fissati tutte passano sotto il cielo.

"Tempo di nascere, e tempo di morire: tempo di piantare, e tempodi sradicare quello che fu piantato.

"Tempo di uccidere, e tempo di sanare: tempo di demolire e tempo di edificare.

"Tempo di piangere, e tempo di ridere: tempo di gemere e tempo di saltare.

"Tempo di gettare pietre e tempo di raccoglierle: tempo di abbracciare, e tempo di allontanarsi dagli abbracciamenti.

Tempo di guadagnare, e tempo di perdere: tempo di conservare, e tempo di gettar via.

"Tempo di stracciare e tempo di cucire: tempo di tacere e tempo di parlare: "Tempo di amore, e tempo di odio: tempo di guerra e tempo di pace".

Siamo entrati nella sesta età del mondo, nella quale Cristo ha avviato per noi il cammino nuovo. Dopo la legge, nella quale Cristo ha avviato per noi il cammino nuovo. Dopo la legge naturale e mosaica, la legge evangelica. Quale corso abbiano da seguire i popoli nei loro vaneggiamenti, l'uomo non può saperlo. Perché la Rivelazione gli dà a conoscere solamente "ea quae pertinent ad esigentes salutis" (Solo quelle cose che sono necessarie alla salvezza). L'uomo può intravvedere soltanto alcune generalizzazioni intorno al corso degli eventi e intorno alla "densità" della storia. Tale densità può essere misurata a seconda dell'ampiezza dell'approssimazione alla norma di Cristo, che costituisce il centro e l'asse della storia. La storia dovrà adattarsi alla tradizione cabalistica o alla tradizione cattolica. E non è necessaria molta sagacia per osservare che da cinque secoli il mondo si sta conformando alla tradizione cabalistica. Il mondo dell'Anticristo avanza velocemente. Tutto concorre all'unificazione totalitaria del figliolo di perdizione.

Da qui proviene altresì il successo del progressismo. Il cristianesimo si secolarizza o si ateizza.

Cime si debbano adempiere, in questa età cabalistica, le promesse, le promesse di assistenza del Divino Spirito alla Chiesa, e come debba verificarsi la PROMESSA SOLENNE PORTAE INFERI NON PREVALEBUNT, LE PORTE DELL'INFERNO NON PREVARRANNO, non rientra nella mente umana di saperlo.

Ma così come la Chiesa è cominciata, quale semente piccolissima, e si fece albero e albero frondoso, così può ridursi nella sua frondosità ed assumere una realtà molto più modesta.

Sappiamo che il mysterium iniquitatis è già all'opera (2 Tess., 2,7) ma non conosciamo i limiti del suo potere. Tuttavia, non vi è alcuna difficoltà ad  ammettere che la Chiesa della pubblicità possa essere conquistata dal nemico e convertirsi [da Chiesa cattolica] in Chiesa gnostica.

Possono esserci due Chiese: la prima, quella della pubblicità, Chiesa magnificata nella propaganda, con vescovi, sacerdoti e teologi pubblicizzati, avente un Pontefice di attitudini ambigue; la SEONDA, LA Chiesa del silenzio, con un papa fedele a Gesù Cristo nel suo insegnamento e con alcuni sacerdoti, Vescovi e fedeli che gli siano devoti, sparsi come "pusillus grex" su tutta la terra. Questa seconda sarebbe la Chiesa delle promesse, non la prima, che può defezionare [da queste promesse]. Un unico papa presiederebbe entrambe le Chiese, che apparentemente ed esteriormente non sembrerebbero che una sola. Questo papa, con i suoi atteggiamenti ambigui, favorirebbe il mantenimento dell'equivoco. Perché da un lato, professando una dottrina impeccabile, sarebbe a capo della Chiesa delle promesse. D'altro, producendo fatti equivoci e perfino riprovevoli, sembrerebbe incoraggiare la sovversione e il mantenimento delal Chiesa gnostica della Pubblicità.

L'ecclesiologia non ha studiato sufficientemente la possibilità di un'ipotesi come quella che proponiamo. Ma a ben rifletterci, la Promessa di Assistenza della Chiesa si sostanzia in una Assistenza che impedisce all'errore di introdursi nella Cattedra Romana e nella Chiesa stessa; inoltre, che la Chiesa non scompaia né venga distrutta dai suoi nemici.

Nessun aspetto delle ipotesi qui proposte viene invalidato dalle promesse trasmesseci in diversi punti dall'Evangelo. Al contrario, ambedue le ipotesi (Chiesa Cattolica e chiesa gnostica all'interno della medesima Chiesa) acquisiscono verisimilitudine se si tiene conto dei passaggi scritturistici riguardanti la defezione dalla fede per il libero arbitrio.

Questa defezione, che sarà totale, dovrà coincidere con la perseveranza della Chiesa fino alla fine. Dice il Signore nel Vangelo: "Ma quando verrà il Figliolo dell'uomo, credete voi che troverà fede sopra la terra?" (Lc 18,8).

San Paolo (II Tess., 2,3) chiama apostasia universale questa defezione della fede, che deve corrispondere alla manifestazione dell'"uomo dell'iniquità, del figliolo delal perdizione" (Lc., 2,23).

E questa apostasia universale è la secolarizzazione o ateizzazione totale della vita pubblica e privata nella quale si incammina il mondo attuale.

L'unica alternativa all'Anticristo sarà Cristo, che lo dissolverà con il soffio della sua bocca. Cristo, quel giorno compirà l'atto finale di liberare la Storia. L'uomo non resterà alienato sotto l'iniquo.

Ma non è profetizzato che Cristo salverà l'intera moltitudine degli uomini. Salverà invece la sua Chiesa, "pusilus grex", piccolo gregge, al quale il padre siè compiaciuto di consegnare il regno.


 



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