Cristo rivelatore e vincitore di Satana II
Don Renzo Lavatori,
CRISTO RIVELATORE E
VINCITORE DI SATANA
CRISTOLOGIA E DEMONOLOGIA
NEI VANGELI
di Don Renzo Lavatori1
1. Introduzione
Nel vangelo si descrive lo scontro tra Satana e Cristo, con la
conseguente vittoria di Cristo su Satana. Si tratta di un elemento
costitutivo dell'opera e della missione di Gesù, il cui fine è la
salvezza dell'uomo peccatore per riconciliarlo con il Padre e
renderlo suo figlio adottivo. Lo dichiara esplicitamente il testo sacro:
1 Don Renzo Lavatori è membro della Pontificia Accademia di Teologia
ed è stato docente di Teologia Dogmatica in Roma presso la «Pontificia
Università Urbaniana», l'«ISSR» della «Pontificia Università Santa Croce» e
l'«Ecclesia Mater» della «Pontificia Università Lateranense».
Tra le sue opere vi sono vari volumi dedicati all'angelologia e alla
demonologia: Gli Angeli (1986); Gli angeli. Storia e pensiero (1991); Satana:
un caso serio. Saggio di demonologia cristiana (1996); Il diavolo tra fede e
ragione, (2000); Antologia diabolica (2007); Gli angeli, un fascio di luce sul
mondo (2014); Satana, l'angelo del male (2018).
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"Voi conoscete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, incominciando
dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni, cioè come
Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nazareth, il quale
passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere
del diavolo, perché Dio era con lui" (At 10,37-38). Al fatto poi si
accompagna la parola, la stessa persona di Gesù, che rivela la
malignità di Satana e la vince. Lo afferma ancora una volta la
Scrittura: "Ora il Figlio di Dio è apparso per distruggere le opere del
diavolo" (1Gv 3,8). Anche tutto il discorso sull'anticristo dice: "Chi
è il menzognero se non colui che nega che Gesù è il Cristo?
L'anticristo è colui che nega il Padre e il Figlio" (1Gv 2,22). Di
fronte sta l'opera liberatrice di Cristo: "Sappiamo che chiunque è
nato da Dio non pecca; chi è nato da Dio preserva se stesso e il
Maligno non lo tocca" (1Gv 5,18). Inoltre altrove è scritto: "Poiché
molti sono i seduttori che sono apparsi nel mondo i quali non
riconoscono Gesù venuto nella carne. Ecco il seduttore e l'anticristo"
(2Gv 7).
Nell'analizzare il conflitto tra i due contendenti, si vede bene
la superiorità di Gesù, la sua ferma volontà di combattere il nemico
e il risultato della sua vittoria indiscussa, mentre si manifesta la
furiosa opposizione di Satana con i suoi numerosi attacchi contro
Cristo.
Ciò che fa riflettere e suscita meraviglia sta nella costatazione
che questa faticosa impresa compiuta dal Figlio dell'uomo non ha
per scopo il suo personale appagamento o la sua gratificazione
onorifica, come accade normalmente tra due belligeranti umani, ma
è sostenuta e finalizzata unicamente per attuare la glorificazione del
Padre, insieme alla piena dedizione per gli uomini bisognosi di
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liberazione e rigenerazione. Non ha agito per se stesso, ma tutto e
sempre ha adempiuto nella disponibilità verso gli altri.
Un'ammirabile testimonianza del suo spirito di donazione e di
oblazione amorosa. Sta proprio qui la forza irrompente che,
scatenatasi contro Satana, lo ha debellato. Si tratta della potenza
dell'amore, più potente di ogni altra potenza.
Da qui consegue che una visione adeguata e corretta del
demonio può essere formata e concepita all'interno del mistero di
Cristo e della sua opera redentrice. Se invece Satana viene avulso e
distaccato da tale contesto soteriologico, acquista una
configurazione disordinata, perché o viene esaltato in modo
eccessivo ottenendo un potere che non gli compete oppure viene
rigettato e considerato inesistente e inefficace. I due atteggiamenti
sono errati. L'esatta concezione del diavolo si ottiene solo se
rapportata e interpretata alla luce del Verbo incarnato e redentore.
Inoltre Giovanni afferma perentoriamente: "Noi sappiamo che
siamo da Dio, mentre tutto il mondo giace sotto il potere di Satana"
(1Gv 5,19). La costatazione di questo fatto sta nella diffusione
dell'idolatria (1Gv 5,21). Uno stretto legame si pone tra la
conoscenza del vero Dio in Cristo e la falsa conoscenza idolatrica,
che è posta sotto il potere di Satana, in quanto è sparsa in tutto il
mondo.
D'altra parte è anche vero che il mistero di Cristo e la sua
missione assumono tutto il loro valore salvifico se vengono valutate
sull'opera da lui compiuta con la sconfitta di Satana. Pertanto una
sana demonologia trova la sua autentica posizione, la sua ragion
d'essere, nel contesto della cristologia e soteriologia. Questo
legame, apparentemente paradossale, costituisce invece la chiave di
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lettura più adeguata e corretta per una verace raffigurazione del
diavolo e delle sue azioni. Ora ne vediamo la documentazione.
2. Le tentazioni messianiche all'inizio della missione
Matteo, Marco e Luca riportano il racconto delle tentazioni.
Proprio all'inizio della sua vita pubblica, Gesù fu condotto nel
deserto dallo Spirito e ivi fu tentato da Satana. I racconti non si
fermano sui particolari, ma vogliono dimostrare la fermezza di
Gesù, la sua disponibilità totale a seguire un messianismo conforme
alla volontà di Dio, di senso totalmente opposto alle prospettive
umane.
La narrazione di Marco2
è molto breve ed essenziale, ma non
per questo meno significativa. Marco situa le tentazioni subito dopo
il battesimo e prima della predicazione in Galilea3
. Esse sono
collegate al battesimo, in quanto confermano la potenza dello Spirito
di Dio che agisce in Cristo; insieme sono connesse alla predicazione
perché costituiscono come la garanzia e il fondamento della verità e
validità del messaggio. Ciò che Cristo annuncia lo ha già realizzato,
anticipando la vittoria sul male e l'avvento del regno di Dio. Vi sono
segnalate alcune connotazioni rilevanti. Fra queste si notifica che
Cristo è più potente di Giovanni Battista perché possiede lo Spirito
2 E subito lo Spirito lo sospinse nel deserto e nel deserto rimase quaranta
giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.
(Mc 1, 12-13).
3 Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando
il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino;
convertitevi e credete nel Vangelo». (Mc 1, 14-15).
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di Dio. Il Battista lo aveva affermato4
; ora nella tentazione Gesù
dimostra effettivamente di essere forte, perché non soccombe alle
insidie.
Il deserto nella mentalità biblica indica il luogo della
vicinanza e dell'intimità con Dio (cf. Os 2,16), delle dolci
confidenze e dell'abbandono. Marco stesso avverte che in un posto
solitario Gesù si ritira spesso per pregare (cf. Mc 1,35.45; 6,31).
Il deserto però rappresenta soprattutto il luogo della prova e
della sofferenza (cf. Dt 8,2s). Esso ricorda i quarant'anni trascorsi
da Israele nell'isolamento: un'epoca di stenti, di ostacoli e di
purificazione.
Proprio in questo ambiente, così ricco di risonanze bibliche,
il diavolo mette alla prova Gesù, una prova che sembra abbracciare
tutto il periodo dei quaranta giorni. Satana non riesce a piegare la
volontà di Cristo, il Figlio prediletto e l'uomo giusto, il quale resta
decisamente sottomesso al disegno del Padre e in piena comunione
con lui. Marco non intende tanto descrivere le tentazioni, la qualità
o il numero, quanto sottolineare lo stato di fiduciosa sopportazione
da parte di Gesù e la sua opposizione al maligno.
Gesù, infine, vive in comunione con animali selvaggi, mentre
gli angeli lo servono. Ciò probabilmente allude all'evento
escatologico (cf. Is 11,6s; 65,25): con Cristo inizia la restaurazione
dell'armonia nell'universo e tutto viene rinnovato nella pace
primitiva dell'Eden; ormai è giunto il tempo ultimo della salvezza.
Il servizio degli angeli indica ugualmente la condizione di amicizia
con Dio e con i suoi ministri.
4 E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non
sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato
con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo». (Mc 1,7-8).
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Matteo5
, come anche Luca6
, descrive il contenuto delle
tentazioni. Satana si avvicina a Cristo chiamandolo "Figlio di Dio",
il nome che ha ricevuto nel battesimo, mettendo in crisi
propriamente la sua condizione filiale: "Se sei Figlio di Dio…".
5Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal
diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe
fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di' che queste
pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà
l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio». Allora il diavolo lo portò
nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio
di Dio, gettati giù; sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed
essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra».
Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: Non metterai alla prova il Signore Dio tuo».
Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni
del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti
ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vattene, Satana! Sta scritto
infatti: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto». Allora il diavolo
lo lasciò, ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano. (Mt 4, 1- 11).
6 Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato
dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò
nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli
disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di' a questa pietra che diventi pane». Gesù gli
rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l'uomo». Il diavolo lo condusse in
alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto
questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio.
Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli
rispose: «Sta scritto: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto». Lo
condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se
tu sei Figlio di Dio, gettati giù di qui; sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordini
a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano; e anche: Essi ti porteranno sulle loro
mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra». Gesù gli rispose: «È stato
detto: Non metterai alla prova il Signore Dio tuo». Dopo aver esaurito ogni
tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato (Lc 4,1-13)
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Insinua così il dubbio e perciò fa balenare l'esigenza che Gesù lo
dimostri in modo strepitoso, contrario al piano proposto dal Padre.
La tentazione mira ad allontanare Gesù dal Padre,
proponendo un modo di realizzare l'opera salvifica in
contrapposizione alla prospettiva divina. Sono dunque tentazioni
messianiche perché riguardano la salvezza e il modo di attuarla:
quello proposto dal Padre, che addita la strada segnata dal servo
sofferente, o quello prospettato dagli uomini, fondato sulla strategia
della potenza. Gesù deve scegliere: o rimanere in sintonia con la
volontà divina o puntare sull'autoesaltazione, con la conseguenza di
vanificare il disegno salvifico. Satana presenta a Cristo diversi modi
alternativi di realizzare la salvezza messianica, che si richiamano
alle tradizioni e alle attese di Israele. Egli vorrebbe deviare la sua
volontà verso un messianismo terreno e glorioso, ma, diversamente
da Israele, dimostratosi ripetutamente infedele, Gesù resta forte e
saldo al progetto del Padre.
Più dettagliatamente, si può vedere come la prima tentazione
del pane, alimento fondamentale per la sussistenza dell'uomo, si
inserisca entro una esigenza naturale. Dopo il lungo digiuno, Gesù
sente la debolezza e lo sfinimento del proprio corpo, con il
conseguente forte bisogno di nutrirsi. Che cosa di più semplice che
procurarsi un pezzo di pane? Non si tratta tuttavia della
sopravvivenza, ma di una concezione materialistica degli averi
terreni, anteposti a tutti i valori dell'umana esistenza. Nella Bibbia
il regno futuro viene spesso presentato sotto i segni di una
straordinaria abbondanza di beni materiali (cf. Sal 72,16) e Israele
così si raffigurava l'attuazione del bene messianico. Ma la sua
vocazione e la sua esperienza furono invece quelle del deserto in cui
ha sperimentato la fame materiale (Es 16,2-3) e dove Dio ha messo
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alla prova il suo popolo: "Il Signore ti ha umiliato, ti ha fatto provare
la fame, poi ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi e che i tuoi
padri non avevano mai conosciuto, per farti capire che l'uomo non
vive soltanto di pane, ma di tutto ciò che esce dalla bocca del
Signore" (Dt 8,3).
Gesù cita le parole di questo testo nella risposta di rifiuto a
Satana. Il pane è sì una cosa importante, ma non è l'elemento
fondamentale per la vita dell'uomo. Ciò di cui l'uomo innanzitutto
ha bisogno e in forza del quale soltanto vive è la parola divina, in
cui solo trova la salvezza.
La seconda tentazione riguarda il messianismo miracoloso.
Satana porta Gesù nella città santa, lo pone sulla sommità del
pinnacolo del tempio e lo invita a gettarsi di sotto servendosi
dell'aiuto degli angeli. Per l'uomo spirituale, costituisce una forte
seduzione, quella di approfittare dei carismi divini per il proprio
rendiconto, sfruttando la potenza di Dio, per ricercare unicamente la
vanagloria e l'applauso degli uomini. Gesù ribatte a Satana con
un'altra frase della Scrittura (Dt 6,16), confermando la propria
confidenza in Dio. Egli non vuole mettere alla prova inutilmente la
potenza del Padre; si affida a lui, sempre, anche quando
sperimenterà l'abbandono sulla croce. Per lui la garanzia divina
dell'autenticità della propria missione non risiede nella
manifestazione straordinaria della trascendenza divina, ma nella
certezza della fedeltà di Dio e della verità della sua parola.
La terza tentazione fonda tutta la sua forza di persuasione sul
fascino che emana dal potere politico e da ogni messianismo che ad
esso si ispiri.
In effetti il desiderio di dominio e di comando fa presa sul
cuore umano e lo stimola a mettere a frutto tutte le capacità
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personali, che si riscontrano in sé e negli altri, in modo da poterle
coordinare e strumentalizzare per il raggiungimento della propria
grandezza e autorità. Tutto questo ingranaggio però comporta, in
ultima analisi, l'allineamento su certe posizioni ambigue e la
sottomissione a chi è più potente e influente. Gesù si oppone
fortemente contro una tale impostazione, facendo leva su due
orientamenti basilari: il primo consiste nel ricuperare il primato
assoluto di Dio, il vero Signore che va adorato e dinanzi al quale
solamente ci si prostra: "Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi
culto" (Dt 6,13); il secondo emerge dall'intimazione autorevole, con
cui Cristo allontana il tentatore, mostrando la sua lucidità interiore,
che non ammette tentennamenti né concessioni.
Di fronte alle proposte di Satana, veramente suadenti e
suggestive, Gesù sceglie con intendimento e con saldezza il disegno
sapiente del Padre, confidando nella sua fedeltà e nel suo amore,
anteponendo i modi di pensare e di agire di Dio a quelli degli uomini.
Dio viene rispettato nel suo mistero di salvezza, messo in
discussione dalle insinuazioni sataniche, ma di cui Gesù riconosce il
valore assoluto e incontestato.
3. L'attività esorcistica costantemente esercitata
Nei sinottici la lotta tra Gesù e Satana si manifesta anche nei
racconti di numerosi esorcismi, presi singolarmente o riportati nei
sommari.7
7 Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e
gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano
affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di
parlare, perché lo conoscevano (Mc 1, 32-34). Gesù, intanto, con i suoi discepoli
si ritirò presso il mare e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da
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Gli esorcismi si diversificano da altri miracoli di guarigioni
fisiche, perché presentano caratteristiche proprie, anche se non è
sempre facile determinare con precisione quando si tratta di malattia
o di possessione diabolica. Tuttavia è innegabile che alcuni brani dei
vangeli riportano degli esorcismi, in cui Gesù compie vere
liberazioni in persone possedute dal demonio. Tra di essi sono da
ricordare l'indemoniato di Gerasa (Mc 5,1-20); il fanciullo guarito
da Gesù dopo l'incapacità dei discepoli (Mc 9,14-29 par.); la
guarigione dell'uomo posseduto dallo spirito immondo a Cafarnao
(Mc 1,21-28 e Lc 4,33-37); la figlia della donna sirofenicia (Mc
7,24-30 e Mt 15,21-28); il muto indemoniato (Mt 9,32-34 e Lc
11,14).
La prima caratteristica che contraddistingue un esorcismo sta
nel fatto che esso esplica i suoi effetti benefici contro la possessione
di un uomo, il quale, sotto le grinfie del demonio, perde la sua facoltà
personale di decisione, compiendo azioni strane, orribili8
.
La seconda caratteristica è indicata dall'atteggiamento di
Gesù che non considera come avversario l'ossesso, ma il demonio
in persona. Ciò si capisce dal fatto che il diavolo e Gesù manifestano
Gerusalemme, dall'Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidone,
una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui. Allora egli disse ai suoi
discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo
schiacciassero. Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male
si gettavano su di lui per toccarlo. Gli spiriti impuri, quando lo vedevano,
cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva
loro severamente di non svelare chi egli fosse (Mc 3,7-12).
8 Dovunque lo afferri, lo getta a terra ed egli schiuma, digrigna i denti e
si irrigidisce. Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti»...
anzi, spesso lo ha buttato anche nel fuoco e nell'acqua per ucciderlo. Ma se tu
puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci» (Mc 9,18.22)
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ambedue una scienza particolare: il demonio riconosce Gesù e ha
paura di essere sopraffatto da lui (Mc 1,24); Gesù lo riconosce e lo
minaccia, ordinandogli di uscire dall'uomo e di non tornarvi più (Mc
1,25). Il diavolo chiama per "nome" Gesù Nazzareno, il Santo di Dio
(Mc 1,24); Gesù chiede il "nome" a uno spirito immondo, che
risponde: "Mi chiamo Legione, perché siamo in molti" (Mc 5,9). Si
tratta di un rapporto fra due persone in conflitto. Il demonio perciò
assume il valore di un essere personale, non di una potenza anonima
o simbolica.
La terza caratteristica, indicatrice che non si tratta di un
semplice uomo, bensì di un demonio, è la dimensione cosmica dello
scontro, che evoca la battaglia apocalittica di Dio con i nemici
d'Israele (Is 59,17). Le conseguenze si fanno sentire fin sulla natura,
come nel branco di porci che si getta nel mare (Mc 5,13); o ancora,
quando Gesù rivela che il demonio va in giro cercando un luogo ove
riposare9
. L'esorcismo non è rivolto a una specie di "super-malattia"
ma al diavolo, dal quale l'uomo deve essere liberato.
Dall'insieme di questi testi si può dire che sono tenute in
debita considerazione la presenza di Satana tra gli uomini e la sua
azione malvagia. Si afferma che egli è forte e ha potenza; è
intelligente ed è a capo di un gruppo compatto e unitario. Il suo
scopo è di far perire o distruggere l'uomo, ma soprattutto lottare
contro Gesù di Nazaret per mezzo del quale si attua il regno salvifico
9 Quando lo spirito impuro esce dall'uomo, si aggira per luoghi deserti
cercando sollievo, ma non ne trova. Allora dice: «Ritornerò nella mia casa, da
cui sono uscito». E, venuto, la trova vuota, spazzata e adorna. Allora va, prende
con sé altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora; e l'ultima
condizione di quell'uomo diventa peggiore della prima. Così avverrà anche a
questa generazione malvagia» (Mt 12,43-45).
Quaderni A.I.E. 22 15 Maggio 2021
di Dio. Ma Gesù, con la sua potenza e la sua obbedienza al Padre,
che il diavolo ha cercato di indebolire in ogni modo, ha vinto il
potere del maligno.
I sinottici attestano che i demoni conoscono l'identità di
Gesù. In particolare Marco riferisce che essi dicono esplicitamente
di sapere chi è Gesù, gridandolo con forza (Mc 1,23s; 3,11)10;
affermano di avere questa conoscenza: "Io so chi tu sei: il Santo di
Dio" (Mc 1,24); dicono che è "il Figlio di Dio" (Mc 3,11) e "il Figlio
dell'Altissimo" (Mc 5,7). Il loro sapere non è contraddetto da Gesù,
ma riconosciuto valido (Mc 1,34; cf. 3,12) e confermato da altri
passi in cui l'identità di Gesù è indicata con gli stessi termini (cf. Mc
1,11; 9,7; 15,39). Dunque la conoscenza dei demoni si riferisce
all'aspetto decisivo della persona di Gesù, alla sua relazione con
Dio. Tuttavia Gesù proibisce loro di parlare (Mc 1,34; 3,11). Tale
proibizione non è diretta contro il contenuto di ciò che dicono, ma
contro il modo di manifestarlo, poiché la vera conoscenza di Gesù
comporta anche la sua sequela e l'accettazione della sua persona e
della sua opera salvifica. Proprio su quest'ultimo punto i demoni
restano al di fuori dell'autentico rapporto con Cristo e lo odiano,
perciò non possono essere validi strumenti per una veritiera
testimonianza su di lui.
Tra i sinottici l'evangelista Marco è senz'altro colui che
evidenzia maggiormente l'opera di Gesù contro Satana. Infatti fin
dal racconto della tentazione nel deserto a lui non interessa tanto il
"come" e in "che cosa" sia tentato Gesù, ma il "fatto" concreto.
Questo indica Gesù in uno stato di tentazione costante che
10 Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi e, urlando a gran
voce, disse: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in
nome di Dio, non tormentarmi!». (Mc 5,6-7)
Quaderni A.I.E. 22 16 Maggio 2021
l'accompagnerà per tutta la vita pubblica, presentata come una
continua lotta; Marco non fa parola sulla "cessazione" della prova,
quando il diavolo lascia Gesù o si allontana, come fanno Matteo e
Luca. Tutta la missione di Gesù è segnata dallo scontro con Satana.
Dal punto di vista cristologico Gesù appare come l'antiSatana, cioè
come la presenza nel mondo di una forza vincitrice del demonio e
del male. Egli dunque determina la fine di un regime di oppressione
malvagia e l'inizio di una nuova libertà per gli uomini, in quanto egli
è il "liberatore".
Le accanite diatribe mosse dai nemici sono segnalate di
frequente da Marco e per Cristo diventano nuove tentazioni, come
si denota dal verbo "tentare" o "mettere alla prova" in Mc 8,11:
"Vennero i farisei… per metterlo alla prova"; Mc 10,2:
"Avvicinatisi dei farisei, per metterlo alla prova, gli domandarono";
Mc 12,15: "Egli conoscendo la loro ipocrisia, disse: perché mi
tentate?". Lungo il corso dell'esistenza storica di Gesù si ripete la
situazione iniziale quando, tentato nel deserto, "stava con le fiere e
gli angeli lo servivano". Queste parole, illuminate dai passi
veterotestamentari (Sal 91,11-13; Gb 5,22-23), proiettano su Gesù
la figura di un uomo che spera in Dio, dell'uomo giusto, che ha posto
il suo rifugio e la sua forza nel Signore. Proprio lui, il protetto da
Dio, riesce a conservare, in mezzo alle accuse e alle polemiche più
accese, la saggezza e la luce di provenienza divina.
In Luca è presente il tema della caduta di Satana dal cielo,
come si vede dalle parole di Gesù: "Io vedevo Satana cadere dal
cielo come la folgore" (Lc 10,18). La frase probabilmente si riferisce
al fatto che con Gesù Satana non ha più potere di fare il male, poiché
l'opera di Cristo segnala definitivamente la vittoria su di lui. Ciò
viene evidenziato dal versetto precedente, in cui i discepoli
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affermano: "Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo
nome" (Lc 10,17). Il nome di Gesù costituisce la forza che fa
precipitare nell'annientamento il potere di Satana.
4. Il persistente contrasto tra Gesù e Satana
Tutti e tre i sinottici, ai momenti più importanti dell'epifania
pubblica di Gesù e della sua missione, contrappongono in genere la
manifestazione di Satana.
Il battesimo al Giordano segna l'investitura messianica di
Gesù con la solenne proclamazione del Padre che lo riconosce come
"il Figlio", "il Diletto" e Servo obbediente, e con l'effusione dello
Spirito lo consacra Messia e profeta. Subito dopo, quasi per
contrapposizione, sono raccontate le tentazioni nel deserto, nelle
quali interviene direttamente il diavolo per deviare Gesù dal suo
cammino messianico in conformità alla volontà del Padre. Satana
mette in dubbio le parole del Padre e la missione di Cristo; si svela
lo spirito contrapposto esattamente allo Spirito di Dio, cioè lo spirito
che sta contro Dio e si delinea come l'anti-icona di Dio, che domina
il mondo, i cui regni gli appartengono. Gesù lo apostrofa e lo caccia
come una persona reale, lo definisce creatura, perché afferma che
solo Dio deve essere adorato; ripropone la verità di Dio contro la sua
menzogna.
La grande disputa sul potere esorcistico di Gesù, in cui i
farisei lo accusano di cacciare i demoni nel nome di Beelzebul, si
trova inserita in Matteo in un contesto concernente il rapporto tra le
opere di Gesù e la sua identità, che può essere accolta o rifiutata (Mt
11-12). Il Maestro invita i discepoli di Giovanni a riconoscere le sue
Quaderni A.I.E. 22 18 Maggio 2021
opere messianiche; si rivela come il Figlio di Dio che manifesta
pienamente il Padre; dice di essere più grande del tempio e signore
del sabato; è identificato con il servo del Signore predetto da Isaia;
si definisce superiore a Giona e a Salomone. Di fronte a queste
esplicite dichiarazioni si nota dall'insieme che esse non sono
accettate; anzi si giunge a vedere nell'opera esorcistica di Gesù, che
viene dallo Spirito di Dio (Mt 12,28), l'azione dello spirito di
Satana11. Si professa la più grande menzogna e la più infamante delle
accuse, che confonde lo spirito liberatore di Gesù con lo spirito del
principe dei demoni. Nei farisei si mostra di nuovo lo spirito di
Satana che sta esattamente all'opposto di quello di Gesù e che
costituisce la bestemmia imperdonabile contro lo Spirito Santo:
"Ora, se Satana scaccia Satana, è diviso in se stesso; come dunque il
suo regno potrà restare in piedi? E se io scaccio i demoni per mezzo
di Beelzebul, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo
saranno loro i vostri giudici. Ma, se io scaccio i demoni per mezzo
dello Spirito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio" (Mt 12, 26
– 28).
Nel momento centrale del vangelo, quando Gesù ormai si
dirige verso Gerusalemme per consumare l'esodo al Padre, chiede
ai discepoli di manifestare la loro conoscenza su di lui. Pietro fa la
professione di fede proclamandolo quale Messia e Figlio di Dio (Mt
16,16). Una solenne rivelazione intorno al mistero di Cristo. Ma,
subito dopo, al primo annuncio della passione, morte e risurrezione,
11 In quel tempo fu portato a Gesù un indemoniato, cieco e muto, ed egli
lo guarì, sicché il muto parlava e vedeva. Tutta la folla era sbalordita e diceva:
«Che non sia costui il figlio di Davide?». Ma i farisei, udendo questo, dissero:
«Costui non scaccia i demòni se non per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni»
(Mt. 12, 22- 14).
Quaderni A.I.E. 22 19 Maggio 2021
lo stesso Pietro esprime uno spirito diverso, rifiutando di accettare il
messianismo del servo sofferente. In Pietro Gesù rivede Satana, che
gli pone contro una mentalità umana opposta alla sapiente volontà
del Padre e lo allontana con forza: "Lungi da me, Satana! Tu mi sei
di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini"
(Mt 16,23). Di nuovo la contrapposizione tra i due spiriti.
Nel momento culminate della passione e morte di Gesù, Luca
in particolare vede all'opera Satana. Egli introduce il racconto della
passione con queste parole: "Satana entrò in Giuda detto Iscariota,
che era nel numero dei discepoli. Ed egli andò a discutere con i
sommi sacerdoti e i capi delle guardie sul modo di consegnarlo nelle
loro mani" (Lc 22,2-4). Anche la grande prova subita dai discepoli
è interpretata quale intervento di Satana che li vaglia come il grano,
secondo quanto attestano le parole del Signore: "Simone, Simone,
ecco Satana vi ha cercato per vagliarvi come il grano; ma io ho
pregato per te, che non venga meno la tua fede" (Lc 22,31).
Nuovamente all'arresto nell'orto degli ulivi Gesù vede l'ora dei
nemici, "l'impero delle tenebre" (Lc 22,53). Luca aveva
preannunciato questa manifestazione di Satana, all'inizio, dopo la
tentazione nel deserto, dicendo che "il diavolo si allontanò da lui per
tornare al tempo fissato" (Lc 4,13). Sulla croce si ha di nuovo lo
scontro tra Cristo, che testimonia la sua totale disponibilità alla
volontà del Padre e all'amore verso gli uomini, e Satana, che mostra
il suo accanimento contro di lui e i discepoli.
All'inizio, durante, nel mezzo e al termine della sua missione,
Gesù si trova di fronte il nemico che lo contrasta, lo accusa di falsità
e falsamente lo combatte. Questo nemico assume i lineamenti di un
essere contro Cristo, anti-Cristo, nel senso che si oppone e rifiuta
totalmente la sua verità, la sua parola, il suo amore, tutto il suo
Quaderni A.I.E. 22 20 Maggio 2021
essere. In tal modo Satana si mostra come colui che sta agli antipodi
di Cristo, possiede uno spirito del tutto contrario a lui e compie
azioni antitetiche alle sue12 (cf. 1Gv 2,22). Ne segue che la
rivelazione di Cristo corrisponde anche alla manifestazione di
Satana; il mysterium salutis illumina il mysterium iniquitatis;
davanti al Figlio di Dio il maligno resta per sempre e totalmente
smascherato. Inoltre la missione di Gesù si concentra nella sconfitta
di Satana, in modo che là dove giunge la sua opera si constata
l'estromissione e la demolizione dell'azione demoniaca.
5. La disfatta totale di Satana sulla croce
Forse più marcatamente dei sinottici, il Vangelo di Giovanni
mette in evidenza il contrasto radicale tra il diavolo e Cristo. Lo si
vede soprattutto in riferimento alla morte di Gesù, che per Giovanni
costituisce l'apice della esaltazione di Cristo, della rivelazione piena
della sua gloria e della gloria del Padre. Proprio in quest'ora suprema
dell'attuazione dell'opera del Verbo incarnato si fa avanti la
presenza del diavolo che viene chiaramente svelato secondo un
triplice delineamento: l'omicida, il menzognero, il principe di
questo mondo. Accanto al Cristo esaltato si mostra, in antitesi, il suo
più accanito nemico, non in modo diretto, come nel racconto
sinottico delle tentazioni, ma per mezzo di alcune categorie di
persone che possono essere individuate nei giudei, nella folla, in
Giuda il traditore.
12 Chi è il bugiardo se non colui che nega che Gesù è il Cristo?
L'anticristo è colui che nega il Padre e il Figlio (1Gv 2,22).
Quaderni A.I.E. 22 21 Maggio 2021
Al cap. 8,31-59, Giovanni descrive la feroce diatriba con i
giudei, i quali, schiavi del peccato quale negazione di Cristo, pur
essendo discendenti di Abramo, non sono disponibili a conoscere la
verità e non possono raggiungere la libertà. La verità portata da
Cristo consiste nella rivelazione del suo essere Figlio in perfetta
comunione con il Padre, abitando per sempre nella casa paterna,
mentre lo schiavo ne resta fuori. Ora i giudei non vogliono entrare
nella casa, perché non accettano la nuova filiazione divina
manifestata in Cristo; restano legati al loro padre vero, il diavolo,
che li rende tuttora schiavi del peccato, cioè nell'atteggiamento
interiore di opposizione e di rifiuto a Cristo Figlio di Dio. In ragione
di questa chiusura spirituale, essi sono pronti a uccidere Gesù, a
distruggerlo nella sua realtà filiale e nella sua parola di verità.
Si tratta di due spiriti a confronto: quello del diavolo, che si
manifesta nei giudei, e quello di Cristo, che si rivela Figlio del Padre.
Da questo confronto si delinea la figura del diavolo come "omicida
fin da principio", "privo di verità" e "infedele alla verità"; anzi
"menzognero", dicendo il falso per sua natura, è "padre della
menzogna". Sono delle pennellate precise che svelano pienamente
la controfigura negativa del diavolo quale essere contro la vita,
contro la verità, contro la fedeltà, caratteristiche queste che
appartengono al Figlio nel suo amore verso il Padre. Il diavolo opera
il contrario del Figlio, in quanto questi genera gli uomini alla vita
filiale, mentre quello li genera soltanto alla menzogna. Una
menzogna così radicale che conduce ad accusare Cristo di avere un
demonio: "Non è stato forse Mosè a darvi la Legge? Eppure nessuno
di voi osserva la Legge! Perché cercate di uccidermi?". Rispose la
Quaderni A.I.E. 22 22 Maggio 2021
folla: "Sei indemoniato! Chi cerca di ucciderti?"(Gv 7, 19-20)13. Si
tratta di un capovolgimento della verità, confondendo il demoniaco
con il divino, espressione massima dello spirito di falsificazione e di
desacralizzazione.
Dopo l'ingresso messianico a Gerusalemme, Gesù annuncia
che "è giunta l'ora che sia glorificato il Figlio dell'Uomo" (Gv
12,23), per mezzo dell'annientamento della morte, come il chicco di
grano, che cade per terra e marcisce. In quel momento giunge la voce
del cielo che conferma le parole di Gesù, in quanto assicura che "è
stato glorificato e di nuovo sarà glorificato". Di fronte a questa
autorevole manifestazione divina, si pone il principe di questo
mondo che Gesù smaschera nella sua impotenza e sconfitta, perché
"ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo
sarà gettato fuori" (Gv 12,31). Gesù raggiunge la sua gloria in
pienezza con la vittoria sul diavolo. In questo caso la disfatta del
menzognero sta a testimoniare l'avvenuta glorificazione totale di
Gesù.
Il principe di questo mondo, pur non avendo alcun potere
reale contro Cristo, tuttavia tenta di avventarsi contro di lui, proprio
nel momento supremo della morte (Gv 14,30). Ma di fatto
l'esaltazione di Cristo coincide con il disfacimento di Satana. La
13 Gli risposero i Giudei: «Non abbiamo forse ragione di dire che tu sei
un Samaritano e un indemoniato?»… Gli dissero allora i Giudei: «Ora sappiamo
che sei indemoniato. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: «Se uno
osserva la mia parola, non sperimenterà la morte in eterno» Ancora: Per questo
il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno
me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla
di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio». Sorse di nuovo
dissenso tra i Giudei per queste parole. Molti di loro dicevano: «È indemoniato
ed è fuori di sé; perché state ad ascoltarlo?» (Gv 10, 17-20).
Quaderni A.I.E. 22 23 Maggio 2021
massima rivelazione della gloria di Gesù, attuatasi con la
crocifissione, svela l'estrema falsità del principe di questo mondo,
perché sono due poli in totale antitesi. Sulla croce la luce del Figlio
immolato per amore rischiara completamente la profondità della
stoltezza e dell'empietà di Satana.
Nel medesimo contesto dell'ultima ora di Gesù, intesa come
massima espressione di amore, ritorna la presenza del maligno nella
persona di Giuda il traditore. "Prima della festa di pasqua, sapendo
che era giunta l'ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver
amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine" (Gv 13,1).
Nell'intimità del cenacolo, assieme ai discepoli che erano suoi,
perché scelti da lui e a lui affidati dal Padre, Gesù rivela il suo amore
immenso, che riversa anche su Giuda. Dall'altro versante "il diavolo
aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo"
(Gv 13,2). Di nuovo il contrasto di due spiriti del tutto contrari: la
generosità dell'amore di Cristo e il tradimento dell'amore inoculato
da Satana in Giuda.
Gesù compie il gesto servizievole di lavare i piedi ai
discepoli, per mostrare, ancora una volta, che li ama fino alla fine,
fino a diventare loro servo, anche verso colui che lo tradisce,
cercando di purificare il suo cuore14. Poco dopo Gesù fa un altro
gesto di amore, quello di intingere il boccone nel piatto e
consegnarlo a Giuda. È segno di profonda comunione la
condivisione della stessa mensa e dello stesso cibo. Ma di fronte si
trova il rifiuto dell'amore: "E allora dopo quel boccone, Satana entrò
14 Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri».
Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto, ma deve compiersi la
Scrittura: Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno
(Gv 13,11.18).
Quaderni A.I.E. 22 24 Maggio 2021
in lui" (Gv 13,27), cioè in Giuda. Ora si manifesta in senso pieno lo
spirito contrario all'amore, lo spirito dell'odio e dell'egoismo, che
conduce nelle tenebre e alla morte.
6. Conclusione
Satana dunque è l'antagonista di Cristo, il suo avversario. In
questo egli si manifesta nella sua negazione della verità, dell'amore,
della figliolanza divina; insieme mostra la sua volontà di diffondere
e causare la medesima negatività tra gli uomini, indirizzandoli verso
il non amore e la non verità; cioè egli è generatore di menzogna, di
egoismo e di morte. Di fronte a lui, Gesù si pone in fermo e chiaro
atteggiamento di opposizione e di condanna, senza lasciarsi in alcun
modo abbindolare o condizionare, per svolgere fino in fondo la sua
missione di salvezza per l'umanità, in docile ossequio alla superiore
volontà paterna. Proprio a causa di questa sua intrepida resistenza
contro le potenze maligne, egli diventa la roccia sulla quale esse si
infrangono e si disintegrano. Precisamente nella morte di Gesù si
compie il giudizio contro Satana15, in quanto Gesù diventa il punto
di attrazione e di illuminazione per tutti gli uomini, strappando al
principe di questo mondo il suo fascino. Se Cristo accetta di essere
messo alla prova da lui, lo fa per testimoniare al mondo il suo amore
e la sua obbedienza al Padre (Gv 14,30-31), perché la sua vittoria sia
manifesta a tutti e il Padre sia glorificato (Gv 17,1)
15 E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al
peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in
me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo
al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato (Gv 16,8-11).
Quaderni A.I.E. 22 25 Maggio 2021
Cristo, rivelatore di Dio all'uomo, ha portato la sua luce di
verità su questo campo che tocca il mistero del male nel mondo; ha
assunto ciò che conteneva elementi veritieri, portandoli però al loro
pieno significato e mondandoli dalle scorie estranee. In questo senso
Gesù è colui che annuncia e testimonia la buona novella, cioè la
verità anche su Satana e i demoni, nel senso che sono stati sconfitti
definitivamente. La luce salvifica di Cristo rivela, fa vedere e
insieme dissipa e dissolve le tenebre di Satana. Il mysterium salutis
et amoris sovrasta e disintegra il mysteriun iniquitatis et
damnationi
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