La corsa suicida della modernità spiegata in 16 punti

Francesco Lamendola, "Accademia Filosofica", 14 Aprile 2021

1) LA MODERNITÀ È UNA RIVOLUZIONE. 

 

Iniziata agli albori dell'Umanesimo, è una rivoluzione che dura da 700 anni e pertanto si potrebbe definire, usando un linguaggio trotzkista, una rivoluzione permanente. Il suo scopo apparente è intronizzare l'uomo al posto di Dio; lo scopo reale, come vedremo, è ben altro, perché tutte le rivoluzioni hanno un lato esterno, visibile a tutti, e un lato oscuro, noto solamente a pochi. Comunque, poiché la natura della rivoluzione è intrinsecamente distruttiva, secondo le leggi dell'entropia essa tender ad esaurire via via tutte le sue energie, e alla fine si affloscia nel vuoto. È quello a cui stiamo assistendo, anche se si tratta, ancora una volta, di un evento pilotato dall'alto dai registi dell'intera operazione, i quali si accingono a passare alla fase successiva: tutto quel che abbiamo visto finora era solo il preambolo.

 

2) LE RIVOLUZIONI NON SONO FENOMENI SPONTANEI E POPOLARI, MA EVENTI PREPARATI CON CURA DALLA GRANDE FINANZA.

 

Da sempre ci raccontano che le rivoluzioni sociali scoppiano quando il popolo è stanco ed esasperato, quindi che sono degli eventi "normali" e fisiologici nella storia dell'umanità. Sta di fatto che prima della modernità vi sono state, sì, delle ribellioni, mai però delle rivoluzioni. Contrariamente all'immagine romantica della rivoluzione, la verità è che le rivoluzioni costano denaro e devono essere finanziate. Un esempio: la "Gloriosa rivoluzione" inglese del 1688, che scaccia il cattolico Giacomo II Stuart e intronizza una dinastia protestante, è seguita, nel 1694, dalla nascita della prima banca centrale al mondo: la Banca d'Inghilterra. Chi finanzia le rivoluzioni moderne, se non la grande finanza stessa? Si tratta di famiglie con un nome ben preciso, quasi tutte con certi cognomi che indicano un'appartenenza comune. Inutile girarci intorno: parlare della grande finanza è la stessa cosa che parlare dei grandi banchieri ebrei.

 

3) TUTTE LE RIVOLUZIONI MODERNE SONO DEMONIACHE PER LORO ESSENZA.

 

Per capire questa affermazione bisogna guardare la storia da una prospettiva teologica. Questo era normale per i cristiani di un tempo, ad esempio per Sant'Agostino e  san Tommaso d'Aquino; oggi no, perché i cristiani moderni hanno introiettato le categorie della modernità, e pensano anche alla storia come a una vicenda puramente umana e immanente. Se si guarda al fenomeno delle rivoluzioni da un punto di vista teologico, appare evidentissimo che ciascuna di esse è stata direttamene ispirata dal Principe di questo mondo. Tutte si sono aperte la strada con il sangue; tutte hanno promesso il paradiso in terra e istaurato l'inferno; nessuna ha visto una reale emancipazione umana, bensì lo scatenamento delle passioni, dei vizi, dei crimini più efferati e di una morale rovesciata, contro natura.

 

4) IL LORO SCOPO È SOVVERTIRE LA TRADIZONE E I SUOI SOSTEGNI SOCIALI, POLITICI E CULTURALI.

 

Ogni rivoluzione è necessariamente sovvertitrice e non solo quelle politiche e sociali ma anche quelle culturali, artistiche, tecnologiche, urbanistiche. Nel loro piccolo, gli amministratori pubblici che, dopo le rovine della Seconda guerra mondiale, vollero ricostruire città, quartieri, chiese, non rispettando lo stile precedente, e ne approfittarono per abbattere anche edifici integri e antichi di secoli, allo scopo di tagliare i ponti col passato e far sì che non si potesse più tornare indietro, hanno fatto anch'essi la loro piccola, squallida, vandalica rivoluzione.  Le prime rivoluzioni sociali sono state dirette contro il trono e l'altare; poi contro la stesa borghesia, che era servita come testa d'ariete; oggi infine sono dirette contro l'uomo in quanto tale (transumanesimo).

 

5) IL DISEGNO D'INSIEME SI SVILUPPA PER GRADI: LA DISTRUZIONE DELLA FEDE IN DIO, DELLA PATRIA E DELLA FAMIGLIA PROCEDONO UN POCO ALLA VOLTA.

 

Il processo di distruzione dell'ordine costituito, tanto nell'ordine materiale che in quello spirituale, si sviluppa per gradi. I nemici da abbattere sono in sostanza la fede in Dio, il sentimento della Patria e quello della Famiglia. Però questo programma a largo raggio non viene palesato subito: le prime rivoluzioni si scagliano innanzitutto contro la Chiesa e la fede cattolica (Rivoluzione francese); poi, con l'internazionalismo marxista, utilizzando il classismo contro l'amor di Patria; nella fase attuale, usando vari accorgimenti, esse puntano alla distruzione della famiglia naturale, dapprima col libero amore, il femminismo, la contraccezione e l'aborto (rivoluzione del '68), infine promuovendo altre forme di unione civile che naturali non sono e che mai, in alcuna epoca, avevano trovato riconoscimento giuridico – e tanto meno religioso.

 

6) IL BRACCIO OPERATIVO DELLA RIVOLUZIONE È LA MASSONERIA.

 

Gli intellettuali illuministi e i philosophes furono quasi tutti massoni. La Rivoluzione americana e la Rivoluzione francese furono fatte da massoni. Si faccia caso alle date: nel 1717 viene fondata la Gran Loggia di Londra; nel 1776 i massoni americani proclamano l'indipendenza dalla Gran Bretagna; nel 1789 i massoni francesi danno inizio alla distruzione dell'Ancen Régime, il cui primo atto consiste nel portare in trionfo, per le vie di Parigi, la testa decapitata del governatore della Bastiglia, De Launay, infilzata in cima a una picca. I primi presidente americani, Washington, Jefferson, lo scienziato Franklin, gli uomini più in vista della Convenzione francese, Mirabeau, Danton, Robespierre, erano massoni. A meno di cadere nel ridicolo, è giocoforza trarre la conclusione che non si tratta di un fatto causale, ma che la massoneria teneva i fili di quegli eventi, come li terrà in seguito, passando per Disraeli, Garibaldi, Woodrow Wilson, Lenin, Churchill, Roosevelt, fino ai nostri giorni, quando è impossibile accedere ai livelli superiori di qualsiasi professione, ma specialmente della politica, se non si è affiliati a qualche loggia.

 

7) LA RIVOLUZIONE HA BISOGNO D'UNA FILOSOFIA E TALE FILOSOFIA È L'ILLUMINISMO, CON TUTTI I SUOI DERIVATI.

 

Straordinario il tempismo con cui i filosofi illuministi si affacciano alla ribalta nel momento in cui la finanza e la massoneria si apprestano a dare l'assalto finale al potere politico, come nel caso di Locke per la Gloriosa rivoluzione. Tutti o quasi tutti i filosofi e gli scienziati del XIX e XX secolo sono eredi dell'illuminismo, compresi Marx, Darwin, Freud, ossia quelli che hanno dato il maggiore contributo all'instaurazione definitiva della cultura moderna sotto forma di Pensiero Unico: materialista, irreligioso, evoluzionista e progressista. Da Marx viene il 1917, ma da Freud viene il 1968: prima l'attacco contro la proprietà privata, poi quello contro la famiglia e specialmente la figura del padre.

 

8) I DUE PUNTI DI FORZA DELL'ILLUMINISMO SONO LA RELIGIONE DEL PROGRESSO ILLIMITATO E L'AVVERSIONE AL CRISTIANESIMO, NON LA RAGIONE.

 

Contrariamente a quel che generalmente si pensa, il punto centrale dell'illuminismo non è l'esaltazione della ragione, peraltro di una ragione di tipo puramente strumentale e calcolante. Non si dimentichi anche nel bagaglio culturale di molti intellettuali illuministi ci sono la Kabbalah, la gnosi, l'ermetismo e l'alchimia: è l'altra faccia della medaglia, di solito tenuta nascosta, ma senza la quale non si riesce a comprende come, simultaneamente all'illuminismo maturo, sia fiorita una cultura apparentemente opposta, quella preromantica. La religione del progresso illimitato e una sotterranea, profonda avversione al cristianesimo, specialmente al cattolicesimo, preparata dal libertinismo, sono i suoi punti più qualificanti, quelli che accomunano quasi tutti gli esponenti del movimento illuminista, così divisi su altre questioni. Nella religione del progresso ha un ruolo speciale il sapere scientifico e tecnico, con la definitiva archiviazione della metafisica (Kant e Hume); più precisamente, lo scientismo, che non richiede un pensiero critico razionale ma piuttosto un atteggiamento dogmatico: lo stesso che è passato, pari pari, dal XVIII secolo alla cultura dominante dei nostri giorni. La dittatura pseudo sanitaria dell'ora presente, determinata dall'emergenza per il Covid-19, non sarebbe stata possibile senza tale atteggiamento mentale: il quale non solo non ha nulla di autenticamente scientifico, ma neppure di razionale.

 

9) L'ILLUMINISMO È LA PIÙ INTOLLERANTE DI TUTTE LE FILOSOFIE.

 

Gli illuministi hanno voluto presentare se stessi e il proprio movimento come il massimo della tolleranza, anzi come la scoperta del principio di tolleranza. È celebre la retorica affermazione di Voltaire: Non sono d'accordo con te, ma darei la mia vita affinché tu possa esprimere liberamente la tua opinione. La realtà dei fatti smentisce tale vanteria. Gli illuministi hanno sempre concepito la tolleranza come riservata a chi si muove entro il loro stesso orizzonte culturale e intellettuale, non a chi vi si oppone frontalmente, e soprattutto non agli esponenti della "vecchia" cultura e del vecchio ordine di cose: un atteggiamento che è stato ereditato dai progressisti delle generazioni successive e che perdura ai nostri giorni. Nel suo tanto citato Trattato sulla tolleranza, Locke dichiara che dai benefici di essa vanno esclusi gli atei e i cattolici: gli uni perché non credono in Dio, gli altri perché sono la quinta colonna del papa. E i primi ad assaggiare la "tolleranza" dei philosphes sono stati i contadini della Vandea: un milione di morti, il primo genocidio della storia moderna, per far trionfare la liberté, la fraternité e l'egalité. Bisogna poi ricordare come le nuove idee si siano imposte col lavoro incessante della "santa ghigliottina", e che il Terrore, inteso come metodo di governo, sia stato inventato e applicato dai giacobini, il cui capo Robespierre era un fanatico ammiratore di Rousseau?

 

10) L'ILLUMINISMO PUNTA A RIFARE L'UOMO.

 

L'uomo nuovo sovietico e l'uomo transumano del Great Reset sono figli del progetto illuminista di rifare l'uomo nuovo. Le sue radici sono nel pensiero di Francis Bacon e di alcuni altri pensatori degli inizi della modernità. La sua idea embrionale, ad esempio, è rinvenibile nell'asserzione di Galilei che bisogna rifare 'e cervelli per imporre il nuovo paradigma scientifico e intellettuale; per non parlare della ferrea dittatura dei sapienti della Città del sole di Campanella, volta a pratiche eugenetiche che solo l'ipocrisia della cultura moderna vieta di considerare simili a quelle naziste.

 

11) L'ILLUMINISMO NON È RIUSCITO A FARE BRECCIA FRA LE PERSONE COMUNI E NORMALI, QUINDI I SUOI SEGUACI SONO PIENI DI ODIO E DI LIVORE.

 

Nonostante l'ideologia illuminista sia stata fervidamente abbracciato, nel corso del tempo, da tutte le classi dirigenti, essa ha sempre stentato a farsi strada fra la popolazione, la quale istintivamente ha visto in essa  qualcosa di radicalmente estraneo ai suoi principi e ai suoi valori, a cominciare da quelli religiosi e morali. Da ciò il desiderio di rappresaglia dei progressisti, decisi a imporre l'uomo nuovo con la forza e con lo stravolgimento del diritto, senza badare ai mezzi. Ogni occasione  è buona per imporre la loro mano di ferro sul popolino ignorante: anche una finta pandemia e una pretestuosa emergenza sanitaria, come quelle che ci sono state imposte.

 

12) NON RIUSCENDO A PREVALERE COME FILOSOFIA, L'ILLUMINISMO PUNTA SULLA FORZA, SUL RICATTO, SULL'INGANNO.

 

C'è una ragione sostanziale per cui l'illuminismo non riesce a prevalere fra la gente come filosofia: perché è disancorato dal principio di realtà. Per l'illuminista (o il positivista, o il modernista, o il progressista comunque declinato) la realtà non è quella che è, ma quella che piace a lui. L'uomo, per esempio, non è l'uomo reale, ma l'uomo immaginato da Rousseau; e il maschio e la femmina "non esistono", perché ciò contraddice l'ideologia gender a lui tanto cara. Tanto è vero che un'università tedesca boccia gli studenti di biologia che osano ancora parlare di genere maschile e di genere femminile.

 

13) LA MASSONERIA, SUO BRACCIO ARMATO, SI SERVE ABITUALMENTE DI SISTEMI CRIMINALI.

 

Il presidente cattolico dell'Ecuador, Garcia Moreno, fu assassinato sulla porta della cattedrale di Quito, uscendo dalla santa Messa, per mano di sicari pagati dalla massoneria, probabilmente su mandato del cancelliere tedesco von Bismarck. Questo non è un caso isolato: le confessioni di ex massoni pentiti dicono che si tratta della norma, quando i "fratelli" si trovano di fronte un ostacolo duro da rodere. La stessa cosa dicasi per la massoneria ecclesiastica. Don Luigi Villa, un coraggioso sacerdote che ebbe l'incarico spirituale da san Pio da Pietrelcina (e segretamente da Pio XII) di indagare sulle infiltrazioni massoniche nella Chiesa, scampò, per la speciale protezione della Vergine Santissima, a ben sette tentativi di assassinio, ciascuno dei quali era tutt'altro che "dimostrativo". Occorre poi ricordare il caso del giornalista Mino Pecorelli, o del banchiere Roberto Calvi (trovato impiccato, a Londra, sotto il ponte di Frati Neri, luogo simbolico della massoneria), o del banchiere Michele Sindona?

 

14) LA MASSONERIA È SATANISMO.

 

Questo viene rivelato solo ai fratelli massoni del 33° grado del Rito scozzese: il loro vero Dio è Lucifero. Ai neofiti viene raccontata un'altra storia, tanto è vero che li si fa giurare sulla Bibbia, il che li induce a pensare che i massoni sono, in fin dei conti, dei cristiani anche loro. Particolarmente sinistra la massoneria ecclesiastica, formata da vescovi e cardinali che praticano anche il satanismo e celebrano la messa nera in una chiesa di Roma, con tanto di sacrifici umani. Anche qui valgono le testimonianze di ex massoni. Si leggano gli studi sulla massoneria di Epiphanius e di padre Paolo Siano, dei francescani dell'Immacolata. Anzi vogliamo fare un'ipotesi: che il signor Bergoglio abbia colpito a morte i francescani dell'Immacolata, pochi mesi dopo la sua elezione da parte della mafia (massonica) di San Gallo, senza fornire alcuna spiegazione plausibile, proprio perché erano il solo ordine religioso nel quale la coscienza dell'infiltrazione massonica nel clero era ben viva, come pure la connessione fra massoneria ecclesiastica e satanismo.

 

15) L'ILLUMINISMO È STATO CONCEPITO PER APRIRE LA STRADA AL SATANISMO.

 

Nella cultura europea del XVII e degli inizi del XVIII secolo, fra libertinismo e illuminismo nascente, c'erano dei fermenti oscuri e tutto un ribollire di riti blasfemi e sacrileghi, come nel celebre club Hellfire in Inghilterra, che attiravano i rampolli della migliore nobiltà oltre che della ricca borghesia, e che mostravano di avere solidissime protezioni, tanto da poter sfidare, sino a un certo punto, i rigori della legge. In Francia, il processo della maga e avvelenatrice La Voisin, che coinvolse la stessa favorita di Luigi XIV, la marchesa di Montespan, mostra che anche sul continente esistevano fiorenti gruppi di satanisti e di stregoni o maghi neri. Più tardi, nel romanzo Là-bas di Huysmans, l'autore descrive una sua esperienza reale nel mondo del satanismo e delle messe nere di Parigi. Anche il beato Bartolo Longo, prima della conversione, fece parte di una setta di satanisti a Napoli. Nella seconda metà XIX secolo ci fu addirittura un proliferare di tali gruppi, contigui alla massoneria e in parte coincidenti con essa, come il famoso ordine inglese della Golden Dawn, facente capo al mago Aleister Crowley.

 

16) L'INSTAURAZIONE DEL SATANISMO GOBALE È L'OBIETTIVO ULTIMO DEL NUOVO ORDINE MONDIALE.

 

Da tre secoli la cultura illuminista e la massoneria attaccano il cristianesimo e la Chiesa cattolica. Ora l'hanno interamente infiltrata e stanno passando alla fase due, la dissoluzione di tutte le maggiori religioni in un unico sabba infernale, che verrà inaugurato nel prossimo evento superreligioso di Astana, nel Kazakistan, con la partecipazione del signor Bergoglio. La fase successiva sarà la sostituzione del nuovo dio unico, o meglio la sua rivelazione definitiva, mostrando agli uomini che d'ora in poi dovranno adorare Lucifero, ovvero Satana, quale signore del mondo e padrone delle loro anime.

 

 

 

 

 

 

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