Domenica II durante l'anno

 Con la scorsa domenica, nella quale abbiamo celebrato il Battesimo del Signore a conclusione del tempo natalizio, è iniziato anche il tempo ordinario dell'anno liturgico. La bellezza di questo tempo sta nel fatto che ci invita a vivere la nostra vita ordinaria come un itinerario di santità, cioè di fede e di amicizia con Gesù scoperto sempre più come vocazione memorizzando Samuele e i primi due discepoli Andrea e Giovanni


La bellezza del tempo ordinario dell'anno liturgico sta nel fatto che ci aiuta a vivere la nostra vita ordinaria alla luce della nostra vocazione, come un itinerario di santità, e cioè di fede e di amicizia con la presenza di Gesù, continuamente scoperto e riscoperto quale maestro e Signore cioè datore di ogni bene, Via, Verità e Vita di ogni uomo e di ogni donna. E come il dottore della Chiesa Santa Teresa del bambin Gesù nella Storia di un'anima nella sua teologia narrativa cioè descrittiva della sua esperienza di fede e di amore mettere al centro Cristo è mettere al centro l'Amato dell'Amante, cioè il Padre, mettere al centro l'Amore, lo Spirito Santo. È quanto, nell'odierna liturgia, suggerisce il Vangelo di Giovanni, presentandoci il primo incontro tra Gesù e alcuni di quelli che diventeranno suoi apostoli. Pedagogicamente per cogliere la vocazione apostolica nella prima lettura ci viene fatto rivivere la vocazione, la chiamata del profeta Samuele. In entrambi o racconti risalta l'importanza della figura che svolge il ruolo di mediatore, aiutando le persone chiamate a riconoscere la voce di Dio e a seguirla. Nel caso di Samuele, si tratta di Eli, sacerdote del tempio di Silo, dove era custodita anticamente l'Arca dell'Alleanza, prima di essere trasportata a Gerusalemme: Antica Alleanza è l'Antica Storia di Amore di Dio cioè l'Essere che è presente in un rapporto personale fin da Mosè. Una notte Samuele, che era ancora un ragazzo che fin da piccolo viveva al servizio del tempio, per tre volte di seguito si sentì chiamare nel sonno e corse da Eli sacerdote cioè il mediatore. Ma non era lui a chiamarlo. Alla terza volta Eli capì, e disse a Samuele: Se ti chiamerà ancora, rispondi: "Parla, Signore, perché il tuo servi di ascolta" (1 Sam 3,9). Così avvenne e avviene ogni vocazione con la chiamata, in vari modi, di Dio. Nel caso dei discepoli di Gesù, la figura mediatrice è quella di Giovanni Battista. In effetti, Giovanni aveva una vasta cerchia di discepoli, e tra questi vi erano le due coppie di fratelli Simone e Andrea, Giovanni e Giacomo, pescatori di Galilea, benestanti con la pesca. Proprio a due di questi il Battista indicò Gesù, il giorno dopo il suo Battesimo nel fiume Giordano. Lo indicò loro dicendo: "Ecco l'agnello di Dio!", che equivaleva a dire: Ecco il Messia umile non come l'opinione pubblica lo aspettava straordinario, potente. E quei due seguirono Gesù ritenendolo il Messia di Dio atteso cioè il Cristo il quale domandò loro: "Che cosa cercate?". I due gli domandarono: "Maestro, dove abiti?". E Gesù rispose: "Venite e vedrete", li invitò cioè a seguirlo e a stare un po' con Lui. Essi rimasero così colpiti nelle poche ore trascorse con Gesù, che subito uno di loro, Andrea, ne parlò al fratello Simone dicendogli: "Abbiamo trovato il Messia". Subito lo dissero agli altri, e così si formò il primo nucleo di quello che sarebbe diventato il collegio degli Apostoli. Ecco due parole singolarmente significative nella vocazione di fede: "cercare", "trovare".

Possiamo estrarre dalla pagina evangelica odierna questi due verbi e ricavare un'indicazione fondamentale per il nuovo anno. Non ho detto i questi giorni "buon anno" nella prospettiva di grandi crisi, economiche, politiche, sociali ma "santo anno" cioè un tempo in cui rinnovare il nostro cammino spirituale con Gesù partecipando almeno la domenica all'Eucaristia, un dimorare reciproco tra noi e Lui, sapendo chi riceviamo nella Comunione nella gioia di cercarlo e di trovarlo incessantemente pronti al giorno natalizio al cielo della morte. La gioia più vera, infatti, sta nel rapporto con Lui incontrato sacramentalmente, seguito vivendo nell'amore verso i fratelli, conosciuto, amato grazie ad una continua inquietudine della mente e del cuore. Essere discepolo di Cristo tentando e ritentando: questo basta al cristiano. L'amicizia col Maestro assicura all'anima pace profonda e serenità anche nei momenti bui e nelle prove più ardue di questo 2021. Quando la fede si imbatte in notti oscure, nelle quali non si "sente" e non si "vede" più la presenza di Dio, l'amicizia di Gesù garantisce che in realtà nulla può mai separarci dalla certezza del suo amore sempre più grande di ogni nostra colpa riconosciuta e perdonata (Rm 8,39).

Cercare e trovare Cristo, sorgente inesauribile di verità e di vita, è "santo anno": la parola di Dio ci invita a riprendere, all'inizio del nuovo anno, questo cammino di fede mai concluso e mai impossibile. "Maestro, dove abiti?", diciamo anche noi a Gesù ed Egli ci risponde: "Venite a Messa almeno ogni Domenica, fate ogni giorno gesti di amore gratuito come vi sentite amati da Lui e vedrete" Per il credente è sempre un'inquieta ricerca e una nuova scoperta, perché Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre, ma noi, il mondo, la storia, non siamo mai gli stessi, ed Egli ci viene incontro per donarci la sua comunione che unica ripiene il nostro cuore in tutte le esigenze e soprattutto di fronte alla morte. Chiediamo alla Vergine Maria già giunta anima e corpo alla meta cui siamo destinati anche noi di aiutarci a seguire Gesù, gustando ogni giorno, anche nelle più grandi tribolazioni, la gioia di penetrare sempre più nel mistero della sua presenza. 



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