Immacolata
Il mistero dell'Immacolata Concezione di Maria ci ricorda due verità fondamentali della nostra fede: il peccato fin dalle origini per l'abuso del libero-arbitrio donatoci per amare a somiglianza di Dio che è amore, e poi la vittoria su di esso della grazia misericordiosa di Cristo, vittoria che risplende completamente in modo sublime in Maria Santissima
L'esistenza di quello che la Chiesa chiama "peccato originale, fin dalle origini" cioè il dono del libero arbitrio con la possibilità di amare a somiglianza di Dio persa nella caduta, e poi la vittoria su di esso della grazia di Cristo, vittoria che risplende in modo sublime in Maria Santissima anche per noi.
L'esistenza di quello che la Chiesa chiama "peccato originale o abuso fin dalle origini del divino libero arbitrio donatoci per amare" è purtroppo di un'evidenza schiacciante, se solo guardiamo intorno a noi e prima di tutto dentro ciascuno di noi. L'esperienza del male in alternativa all'amore è così consistente da imporsi da sé e da suscitare in noi la domanda: da dove proviene? Specialmente per un credente, l'interrogativo è ancora più profondo: se Dio, rivelatosi bontà assoluta, ha creato tutto bene, l'uomo-donna molto bene, da dove viene il male fin dalle origini? Le prime pagine della Bibbia (Gn 13) rispondono proprio a questa domanda fondamentale, che interpella ogni generazione umana, con il racconto della creazione e della caduta dei progenitori: Dio ha creato tutto per l'esistenza, in particolare ha creato con la possibilità di amare, di essere felice l'essere umano uomo-donna a propria immagine che è Amore (Amante il Padre, Amato il Figlio, Amore lo Spirito Santo); non ha creato la morte, ma questa è entrata nel mondo per invidia del diavolo (Sap 1,13-14;2,23-24) il quale, ribellatosi a Dio puntando a diventare come Dio senza Dio, ha attirato nell'inganno anche gli uomini, inducendoli alla ribellione. È il dramma del libero arbitrio o divina possibilità di amare come Dio congiunta al rischio della ribellione che Dio accetta fino in fondo per amore, promettendo però che ci sarà un figlio di donna che schiaccerà la testa all'antico serpente rendendo quella colpa felice colpa. Non è cattiva la creazione, non è buona ma ferita, ricreata da Cristo
Quella donna alla luce del Vangelo di oggi è Maria, una semplice ragazza, vergine, già sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. È una ragazza umile. Ella stessa poi, nel Magnificat, parlerà a Dio dell'"umiltà della sua serva" (Lc 1,48). Non si considera una persona eccezionale. Eppure, entrando da lei, l'angelo le dice: "Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te".
L'espressione "piena di grazia" come suo nome significa "colmata di grazia". Questa grazia è innanzitutto un dono speciale di Dio. Maria non è colmata di grazia per merito suo, ma per un'iniziativa di Dio piena di amore, trovando nel suo libero arbitrio piena accoglienza.
Quale gioia oggi per noi contemplare Maria colmata di grazia, colmata cioè dell'amore di Dio in rapporto al Figlio, per diventare poi ella stessa come una fonte di grazia per tante altere persone! Non è propriamente lei questa fonte, ma Gesù, suo figlio: tuttavia ella con il suo libero-arbitrio partecipa di questa capacità del figlio di procurare agli uomini peccatori la grazia, il dono soprannaturale nel naturale.
Fin dal principio, dunque, "l'eterno consiglio" – come direbbe Dante – ha un "termine fisso" (Paradiso, XXXIII,3): la Donna predestinata a diventare madre del Redentore, madre di Colui che si è umiliato fino all'estremo per ricondurre noi, ognuno di noi alla nostra originaria dignità del libero arbitrio per amare. Questa donna Corredentrice, ha da sempre un volto e un nome "piena di grazia" (Lc 1,28), come la chiamò l'Angelo visitandola a Nazareth. È la nuova Eva, sposa del nuovo Adamo, destinata ad essere madre di tutti i redenti. È stata la prima ad essere liberata dalla primitiva caduta dei nostri progenitori. E la liturgia odierna afferma che Dio ha "preparato una degna dimora per il suo Figlio e, in previsione della morte di Lui, l'ha preservata da ogni macchia di peccato.
In Maria Immacolata, noi contempliamo il riflesso della Bellezza che salva il mondo: la bellezza di Dio che risplende sul volto di Gesù. In Maria questa bellezza è totalmente pura, umile, libera da ogni superbia e presunzione.
Una gioia profonda invade il nostro cuore nel sapere che c'è una creatura umana nei confronti della quale il Male, il Maligno, com'è nel progetto di Dio per il libero arbitrio, non ha avuto nessun potere, una creatura che non è stata raggiunta dalla perversione del male, ma che ne è stata completamente preservata. Il male è l'assenza del bene che è tutto positivo e quindi il male è negatività. San Bernardo ci ricorda che l'invocazione "Ave Maria piena di grazia" è "gradita a Dio, agli angeli e agli uomini nel bene. Agli uomini grazie alla maternità in ogni momento di questa vita, agli Angeli grazie alla verginità, a Dio grazie all'umiltà".
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