E' apparso, essenza del Natale
Dio "è apparso". Si è mostrato bambino. È uscito dalla luce inaccessibile in cui dimora. Egli stesso è venuto in mezzo a noi e non è più soltanto un'idea. Questa era ed è per la Chiesa la grande gioia del Natale e dell'Avvento che ci prepara anche quest'anno a riceverlo mostrandosi nella Confessione e Comunione e testimoniandolo nella Carità
La lettura tratta dalla Lettera di san Paolo Apostolo a Tito, che ascolteremo a Natale, inizia solennemente con la parola "apparuit" – "è apparso". È questa una parola programmatica con cui la Chiesa, in modo riassuntivo, vuole esprimere l'essenza del Natale, punto di riferimento nel datare la storia 2020. Prima, gli uomini avevano parlato e creato immagini di umane, significative, simboliche di Dio in molteplici modi. Dio stesso aveva parlato in diversi modi agli uomini (Eb 1,1: lettera nella Messa del giorno delle ter Messe). Ma ora è avvenuto qualcosa di più. Egli è apparso bambino velando la reale divinità. Si è mostrato. È uscito dalla luce inaccessibile in cui dimora. Egli stesso è venuto in mezzo a noi. Questa era per la Chiesa antica la grande gioia del Natale: Dio, il soprannaturale è apparso nel naturale di un bambino. Si è mostrato. È uscito dalla luce inaccessibile in cui dimora. Egli stesso, seconda Persona della Trinità, è venuto in mezzo a noi velandosi bambino. Questa era per la Chiesa antica, non segnata dall'attuale secolarizzazione, la grande gioia del Natale: Dio è apparso. Non è più soltanto un'idea della ragione, non soltanto una realtà da intuire a partire dalle parole. Egli è "apparso". Marco e Giovanni partono da Lui adulto, Ma Matteo e Luca documentano le domande che si facevano i primi cristiani: Come è apparso? Chi è Lui veramente? La lettura della seconda Messa dell'aurora ci dirà al riguardo: "apparvero in Lui bambino la bontà di Dio…e il suo amore per gli uomini" (Tt 3,4). Per gli uomini del tempo precristiano, che di fronte agli orrori e alle contraddizioni del mondo temevano che anche Dio non fosse del tutto buono, non potesse senz'altro essere anche crudele ed arbitrario, questa era una "epifania", la grande luce che ci è apparsa: Dio è pura bontà anche nella giustizia. Anche oggi, velando non solo la sua divinità ma anche la sua umanità gloriosa nei sacramenti, continua la sua incarnazione nella Confessione e Comunione natalizia da preparare in questi giorni di Avvento. Ma anche oggi, persone che non riescono più a riconoscere sacramentalmente Dio nella fede si domandano se l'ultima potenza che fonda e sorregge il mondo così inquinato sia veramente buona, misericordiosa, o se il male non sia altrettanto potente e originario quanto il bene e il bello, che in attimi ed esperienze luminose incontriamo nel nostro cosmo e nei nostri rapporti. "Apparvero la bontà di Dio…e il suo amore per gli uomini": questa è una nuova e consolante certezza che ci viene donata a Natale. In tutte e tre le messe la liturgia cita un brano tratto dal Libro del Profeta Isaia, che descrive ancora più concretamente l'epifania, la manifestazione avvenuta a Natale: "Un bambino, velando la sua divinità, è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il potere e il suo nome sarà: Consigliere mirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace. Grande sarà il suo potere e la pace non avrà fine" (Is 9,5s)…Questo è l'unico testo dell'Antico Testamento in cui di un bambino, di un essere umano si dice: il suo nome sarà Dio potente, Padre per sempre. Siamo di fronte ad una visione che va di gran lunga al di là del momento storico verso ciò che è misterioso, collocato nel futuro. Un bambino come un pezzo di pane consacrato, in tutta la sua debolezza, è Dio potente. Un bambino, una particola, in tutta la sua indigenza e precarietà, è Padre per sempre. "E la pace non avrà fine". Il profeta ne aveva prima parlato come di "una grande luce" e a proposito della pace proveniente da Lui aveva affermato che il bastone dell'aguzzino, ogni calzatura di soldato che marcia rimbombando, ogni mantello intriso di sangue sarebbero bruciati (Is 9,1.3-4).
Dio è apparso – come bambino e oggi come particola. Proprio così Egli si contrappone ad ogni violenza e porta un messaggio di pace. In questo momento, in cui il mondo è continuamente minacciato dalla violenza in molti luoghi e in molteplici modi; in cui ci sono sempre di nuovo bastoni dell'aguzzino e mantelli intrisi di sangue, gridiamo al Signore: Tu, Dio potente, sei apparso come bambino e appari come particola, e ti sei mostrato e ti mostri come Colui che ci ama e mediante il quale l'amore vincerà. E ci hai fatto capire che, insieme con Te, dobbiamo essere operatori di pace. Amiamo il Tuo essere bambino, eucaristia, la Tua non violenza, ma soffriamo per il fatto che la violenza perdura nel mondo anche se non oltre la morte, e così Ti preghiamo anche: dimostra la Tua potenza, o Dio. In questo nostro tempo secolarizzato, in questo nostro mondo ateo, fa che i bastoni dell'aguzzino, i mantelli intrisi di sangue e gli stivali rimbombanti dei soldati, in rapporto in chi ancora crede, spera e ama vengano bruciati, così che la Tua pace vinca in questo nostro mondo. Nella Novena c'è molto da pensare in preparazione del Natale.
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