Un grazie al vescovo D'Ercole dai poveri che egli ha amato

Pubblichiamo la lettera aperta a monsignor Giovanni D'Ercole, clamorosamente dimessosi pochi giorni fa da vescovo di Ascoli Piceno, scritta da suor Rosalina Ravasio a nome della Comunità Shalom da lei fondata e diretta, con cui il vescovo ha intessuto un'amicizia che dura da trenta anni 

Rosalina Ravasio in "La Nuova Bussola" 12 Novembre 202


Carissimo Vescovo "Don Giovanni D'Ercole",


a nome della Comunità Shalom: Grazie, grazie, grazie! E non per convenienza, ma guardando gli "anni condivisi" in una fraterna amicizia, con momenti di grande luce e di confronto su come operare, all'interno di una relazione quotidiana, con giovani difficili e problematici... Non c'è parola che possa sintetizzare meglio i miei, e i nostri sentimenti, se non attraverso un grande immenso Grazie!


Non Le ho mai scritto una lettera e mai avrei pensato di doverla scrivere in una simile circostanza. L'ho incontrata per la prima volta circa trent'anni fa in Sicilia, precisamente a Catania in Piazza Armerina, con l'onorevole Buttiglione e tanti altri politici del tempo. Ero l'unica suora presente alla tavola dei relatori, l'occasione era una circostanza storica riguardante la vita di don Luigi Sturzo, fondatore del Partito Popolare. Quando feci il mio intervento, verso la fine del convegno, sia Lei che l'onorevole Buttiglione rinunciaste all'orario già stabilito per l'aereo di rientro a Roma prendendo quello successivo… semplicemente per portare avanti il dibattito vivace, interessante che, come nel Vangelo il "Vino buono" verso la fine, aveva coinvolto molti partecipanti!


Lei si era stupito, come l'onorevole Buttiglione, dell'assoluta gratuità, sia per le famiglie che per lo Stato, della Comunità Shalom!... Questo aveva acceso in tutti i partecipanti un dibattito molto interessante e curioso, riguardante la vita di una grande e numerosa Comunità senza alcun sostegno economico-finanziario pubblico. Da allora, la nostra fraterna amicizia e solidarietà è andata oltre il tempo formale di incontri e tavole rotonde. Entrambi abbiamo visto troppa gente soffrire… abbiamo visto troppi giovani alienati socialmente… troppi giovani finiti in psichiatria…, troppe famiglie distrutte… e, senza la possibilità di poter procurare un sollievo, in tempi brevi…. Perché per poter guarire le malattie dell'anima e della mente , purtroppo, i tempi richiedono percorsi lunghi!


Tuttavia abbiamo continuato a credere, a pregare e a sperare che, lavorando sodo, alla fine, ogni via storta, magari si sarebbe raddrizzata … e ogni cosa, per quanto negativa, sarebbe andata per il meglio. In quel lontano incontro-convegno già era emerso come il nostro sistema sociale nazionale fosse sempre più incapace di provvedere alle minime necessità economiche, sociali, spirituali dei suoi cittadini. E Lei, e con Lei tutti coloro che credono nella Provvidenza non a parole ma nei fatti, ha scelto la strada indicata da Don Orione, attentissimo non solo ai poveri… ma ad ogni forma di povertà.


 Questa strada Le ha consentito di vivere una vita di dedizione basata sui princìpi della carità, dell'integrità, della giustizia, della misericordia e della compassione, anche quando la compazzione superava il peccato per abbracciare il peccatore, che è proprio lo stile di Gesù: "…Son venuto per i malati e non per i sani" (Mc 2, 17). Certamente, Carissimo, ben consapevole che una vita basata su tali principi non è indolore: quante necessità, preoccupazioni e, talvolta, tradimenti proprio da parte di chi è magari maggiormente aiutato!


Tutto questo, con lo scorrere del tempo, può influenzare le nostre relazioni con la nostra gente, magari, anche con i nostri superiori! Tutti noi, o molti di noi, abbiamo provato nella nostra anima delle profonde frustrazioni nate dalla contraddizione causata dal conflitto fra i valori che nel profondo ritenevamo possibili da vivere… e l'amara realtà che, spesso, non solo li annulla, ma li annienta!


Certo, tutti noi - almeno parlo per me e per alcune persone consacrate che conosco - sogniamo di vivere, soffrire, dare la vita per Gesù, per la Chiesa… e magari, ignoravamo che molte sofferenze potevano provenire anche dalla Chiesa stessa.

Don, è la storia di chi ama, si soffre per chi si ama. In questo caso per Gesù e per la Chiesa!. Ma, carissimo, se permettiamo alle circostanze di mortificare i nostri valori e le motivazioni per cui abbiamo deciso di spendere la nostra vita… allora significa che l'ideale per cui abbiamo vissuto è stato un fallimento.


Grazie, Eccellenza, per la sua obbedienza e umiltà! Queste sono qualità essenziali di robustezza morale, di compassione, di creatività spirituale secondo Dio, che: "scrive dritto su righe storte". Questo suo comportamento e condotta, ristabiliscono la serenità in chi ha creduto e tutt'ora crede in Lei. Questo, aiuta il Cuore a non cedere; anzi, ancora una volta è un modello di come sia possibile trasformare l'umiliazione, la sofferenza… in una profonda opportunità: Lei ci ha dimostrato che il cammino verso una vita migliore e verso Dio risiede nel profondo di ognuno di noi. 


Quando manifestiamo la potenza di Dio… nel dolore e nell'apparente fallimento, incredibilmente trasformiamo un po' il mondo in cui viviamo, rendendolo migliore! Grazie per tutto questo! E Grazie, soprattutto, per l'appuntamento annuale che lei ha mantenuto costante con le nostre bellissime lavandaie: Volti e persone completamente sconosciute sia ai massmedia, che, in genere, allo stesso tessuto sociale a cui appartengono! Questa numerosa schiera, ogni settimana, mese dopo mese, anno dopo anno, con umiltà, costanza e gioia, gratuitamente con amore lava lo sporco, il "piscio" e talvolta la "merda" dei nostri ragazzi…, gente a loro perfettamente sconosciuta fino al giorno della loro entrata in Comunità.


Ecco, è la nostra gente, Eccellenza: gente meravigliosa, splendida, e questa è anche la Sua gente. Quanti accetterebbero, Eccellenza, di dedicare tempo prezioso, tutti gli anni, per trent'anni, come ha fatto Lei nonostante i suoi ruoli importanti sia nella Chiesa che nelle Istituzioni, a gente che non richiama l'interesse e l'attenzione di nessuno? Gente che non fa notizia (non sono immigrati etc…). Direi che queste persone, per la nostra società e talvolta anche per la nostra Chiesa, veramente sono delle persone invisibili, fatto salvo per chi consapevolmente sa che, come già diceva già S. Teresina del Bambin Gesù, "nulla di ciò che è fatto per amore è piccolo agli occhi di Dio".


I viaggi dell'anima, comportano, questo stretto cammino spirituale. Chissà, Don… forse un giorno questo cammino potrà incidere, a furia di "dai e dai", anche sulle nostre Istituzioni Civili ed Ecclesiastiche.


Eccellenza, Le vogliamo molto bene. Certi che, come dice S. Agostino: "Ciò che amiamo in Dio dura in eterno!"


* Comunità Shalom - Regina della Pace

   Palazzolo sull'Oglio

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