Confronto con le ragioni del Family Day date da Adinolfi e Gandolfini
Dopo le affermazioni choc del Papa sulle unioni civili si è messo in moto l'esercito dei normalisti e dei giustificazionisti che gridano al complotto e alla manipolazione. Eppure che il Papa si sia pronunciato a favore delle unioni civili è indiscutibile
Riccardo Cascioli in "La Nuova Bussola Quotidiana" 24 ottobre 2020
Dopo le affermazioni choc del Papa sulle unioni civili si è messo in moto l'esercito dei normalisti e dei giustificazionisti che gridano al complotto e alla manipolazione. Eppure che il Papa si sia pronunciato a favore delle unioni civili è indiscutibile. Ma lo spettacolo peggiore lo hanno dato Adinolfi e Gandolfini che, pur di giustificare il Papa, hanno rinnegato le ragioni dei Family Day che hanno guidato.
Adinolfi e Gandolfini al tempo dei Family Day
Non c'è dubbio che fare i conti con un Papa che contraddice apertamente – seppure in una intervista - la dottrina cattolica è per un qualsiasi fedele cosa da capogiro e genera dolore, smarrimento, confusione. Comprensibile anche che ci si attacchi a qualsiasi cosa possa smentire che il Papa abbia veramente detto quelle cose o che avessero quel significato. Ovvio allora che la ricostruzione riguardante quella parte di docufilm che da tre giorni sta facendo discutere il mondo, e che vuole quelle frasi estrapolate ad arte da una intervista più ampia e articolata, sia sembrata la scialuppa di salvataggio per gridare alla manipolazione del Papa, alla trappola, al complotto, e così via. Da qui al "Il Papa non ha mai detto quelle cose e neppure le pensa", il passo è stato immediato.
Comprensibile, ma non giustificabile. Soprattutto quando a spingere su questa interpretazione sono professionisti dell'informazione o vescovi. Il taglia e cuci c'è stato, certamente. Come c'è stata la "riscoperta" di un passo della famosa intervista del maggio 2019 che non era mai andata in onda (e il nostro Zambrano lo ha rivelato per primo). Ma il fatto, assolutamente incontestabile, è che il Papa ha veramente detto che "ciò che dobbiamo fare è una legge sulle unioni civili. In questo modo sono protetti legalmente. Io ho difeso questo". E il mondo da tre giorni di questo sta discutendo, non altro: è il primo Papa che apre alle unioni tra persone dello stesso sesso.
Bisogna stare davanti alla realtà per quello che essa è, non per quello che a noi piacerebbe fosse. Il Papa non si riferiva affatto al presunto problema dei figli gay cacciati di casa dai genitori, come i soliti "pompieri" stanno cercando di accreditare. Diventa patetico e ridicolo sostenere questa interpretazione, o cercare di fare i difensori d'ufficio (non richiesti) del Papa quando:
- la Sala Stampa e tutto il sistema dei media vaticani hanno scelto di non dire una sola parola di spiegazione o di chiarimento. Fosse stata davvero una grossa manipolazione su un punto così importante, non avrebbero mandato smentita in tempo reale visto il can can internazionale che è stato generato?
- è evidente che si tratta di una operazione che viene da lontano come abbiamo ricostruito ieri (clicca qui), con l'accesso del regista Evgeny Afineevsky a tutti i materiali video d'archivio in Vaticano messi generosamente a disposizione dal prefetto del Dicastero per la Comunicazione Paolo Ruffini. Pensate davvero che Ruffini abbia fatto tutto di nascosto dal Papa?;
- lo stesso regista ha più volte incontrato papa Francesco (una familiarità esibita nella foto del Papa che mercoledì offre una torta a Afineevsky per il suo compleanno), e addirittura in agosto gli ha fatto vedere in anteprima il docufilm sul suo Ipad, come ha ricostruito dettagliatamente l'agenzia Ap, mai smentita;
- il docufilm era già stato visionato in Vaticano, e il regista ha addirittura ricevuto un premio il giorno dopo la proiezione del docufilm al Festival del Cinema di Roma;
- nuove evidenze sono state presentate in questi giorni sulla convinzione del Papa della necessità di leggi sulle unioni civili per contrastare l'approvazione dei matrimoni omosex.
Piaccia o meno, non c'è dubbio che papa Francesco sia a favore delle unioni civili per le persone con tendenze omosessuali, e che l'affermazione pubblica di questa sua opinione comporti una discontinuità con la Tradizione della Chiesa e con il magistero dei papi che l'hanno preceduto. E allo stesso modo non c'è dubbio sul fatto che questo intacchi la dottrina, con buona pace di padre Antonio Spadaro e di neo-giustificazionisti, come Eugenia Roccella (leggere gli articoli di Fontana e Scandroglio per capire).
Qui non c'entra nulla essere pro o contro il Papa: come cattolici siamo sempre con il Papa e preghiamo per lui, ma c'è una Verità a cui anche il Papa deve obbedire.
Ma tra tanti normalisti, giustificazionisti e così via i peggiori in assoluto sono quei signori che cinque anni fa si sono messi alla testa dei Family Day, un popolo che voleva fermare le unioni civili, e che oggi si dicono d'accordo con il Papa perché difende l'unicità della famiglia fondata sul matrimonio dalle unioni civili, verso cui non hanno più alcuna obiezione.
Ha cominciato Mario Adinolfi, subito dopo l'esplosione del caso: «Le parole del Papa sono importanti e definitive, ha fatto bene a pronunciarle. Ribadiscono la distinzione tra l'istituto del matrimonio, che per il Papa e l'ordinamento giuridico italiano non può che essere tra un uomo e una donna, rispetto a quello dell'unione civile pensato per i gay. Il problema si pone quando con una evidente forzatura si vuole sovrapporre l'istituto delle unioni civili a quello del matrimonio».
Ieri poi è arrivato l'articolo di Massimo Gandolfini, che non trova nulla da obiettare nelle tesi espresse dal Papa, tutt'altro. E a proposito del passaggio sulle unioni civili, scrive: «Un appunto deve essere fatto e ricadiato ai vari speculatori smemorati: in Italia questa legge c'è già dal 2016 e garantisce tutti i diritti della persona nel contesto di un rapporto di coppia. Una legge che non discrimina nessuno, che – come chiede Francesco – dà "copertura legale", collegata all'articolo 2 della Costituzione, evitando confusioni con la famiglia "società naturale fondata sul matrimonio" di cui all'articolo 29 della stessa Costituzione.
In perfetta coerenza con quanto Papa Francesco ha scritto in Amoris Laetitia 251: "Non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie neppure remote tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia"».
Quindi, per costoro "unioni civili sì, matrimonio no" va bene, nulla da obiettare; anzi, pare di capire che è quello per cui hanno sempre combattuto. Mi viene in mente l'affermazione del cardinale Joseph Zen dopo aver letto le menzogne del cardinale Parolin sulla Chiesa in Cina: «Stomachevole». È davvero stomachevole dover leggere queste affermazioni, un insulto e una presa per i fondelli a quelle centinaia di migliaia di persone che si sono riversate a Roma per difendere la famiglia e bloccare l'approvazione della legge Cirinnà.
Che le unioni civili non fossero sullo stesso piano del matrimonio era chiaro a tutti, ma ci opponevamo comunque alle unioni civili per i motivi che abbiamo ripetuto a iosa anche in questi giorni.
La posizione "unioni civili sì, matrimonio no" era quella di Avvenire, era quella di monsignor Nunzio Galantino, allora segretario della Conferenza Episcopale (CEI), che avversò in tutti i modi i due Family Day. E ora appare evidente ciò che si era sempre intuito, ovvero che monsignor Galantino agisse con la copertura di Santa Marta. Addolora doverlo riconoscere, ma è così, inutile girarci intorno.
In pratica Adinolfi e Gandolfini stanno dicendo che in fondo aveva ragione Galantino, che abbiamo combattuto una battaglia sbagliata. Forse non lo pensano, ma lo dicono per convenienza e calcolo politico. Questi signori pensano di essere grandi strateghi dando per acquisite le unioni civili e spostando la trincea a difesa del matrimonio. Sono solo dei poveri illusi, perché non si salverà nulla e nulla si costruirà fondandosi sulla menzogna; è solo questione di tempo.
Pensano di essere grandi politici, invece sono solo dei politicanti: al tempo hanno svenduto i Family Day inseguendo qualche posto in Parlamento (coi bei risultati che abbiamo visto) e ora addirittura tradiscono pubblicamente le stesse ragioni per cui siamo scesi in piazza.
Pensano di essere bravi cattolici perché stanno sempre con il Papa, invece sono solo dei clericali che sono disposti a sacrificare la Verità e il magistero della Chiesa pur di ricevere un cenno di approvazione da parte del Potere ecclesiale.
In fondo, questo nuovo scandalo nella Chiesa è provvidenziale, perché per chi vuol vedere contribuisce a "svelare i pensieri dei cuori".
Riccardo Cascioli
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