La conversione di Nicodemo nel rapporto fra scienza conoscenza e sapienza
Ettore Gotti Tedeschi in "La Nuova Bussola" 7 settembre 2020
Gesù e Nicodemo
La storia della conversione di Nicodemo che troviamo nel Vangelo di S. Giovanni, è un esempio straordinario che illustra in modo esemplare il problema chiave della conversione, proprio in questi tempi in cui siamo ricchi di "scienza e conoscenza", ma poveri di "sapienza ", pertanto immaturi per affrontare le grandi sfde di questa civiltà tecnologica (come scrisse San Giovanni Paolo II in Sollecitudo Rei Socialis).
La storia evangelica di Nicodemo illustra proprio la conversione da "scienza e conoscenza a sapienza" quando, al contrario, in questi ultimi tempi sembrerebbe esser invece proposto al cattolico di convertire la propria "sapienza" in scienza e conoscenza.
È importante evidenziare questo rischio per due ragioni. La prima è che è la sapienza a dare senso alla conoscenza e alla scienza, permettendo di comprendere il creato, il ruolo della creatura nel creato, l'ordine naturale e le sue leggi, con gli occhi di Dio (ovviamente secondo il nostro stato di creature) e di partecipare alla Sua saggezza. Pertanto capire il vero necessario rapporto uomo-ambiente, tema oggi piuttosto imponente.
La seconda ragione sta nella Genesi, a rischio di revisione al fine di rispiegare il progetto divino della Creazione. Cosa è significato per Dio aver creato uomo e donna (maschio e femmina), averli invitati a "moltiplicarsi", e (soprattutto) ad asservire la terra. I neoteologi sono molto preoccupati della interpretazione "asservire la terra", perché secondo loro invita a sfruttarla selvaggiamente ed avidamente. Pertanto, in attesa di avere una rilettura biblica, è bene ricordare che nella Genesi la famosa promessa del serpente ai nostri progenitori fu di poter avere conoscenza, ma senza sapienza.
Questa distinzione chiave è scritta fra le righe nel Vangelo di Giovanni dove si narra la conversione di Nicodemo (Giovanni, 3.1-36) .Nicodemo era un intellettuale, membro del Sinedrio, probabilmente un dottore della legge. Gesù infatti lo chiama "maestro in Israele". Ma ostentando Nicodemo la sua conoscenza, mette in condizione Gesù di provocarlo, facendogli intendere quanto fosse lontana la sua conoscenza dalla vera sapienza, perché nonostante i suoi studi Nicodemo era manifestamente ignorante "delle cose di Dio".
Gli dice Gesù infatti: "Tu sei maestro in Israele e non sai queste cose?". Nel magistrale colloquio riportato da Giovanni, Gesù spiega a Nicodemo, che lo aveva interrogato, che se non si rinasce dall'alto non si può vedere il regno di Dio ( "sapienza"). Nicodemo non intende il significato di rinascere. Gesù glielo spiega e lo convince con quel meraviglioso passo evangelico: "Dio ha tanto amato il mondo da..." (Giov. 3.12-21)
San Tommaso d'Aquino in proposito osserva che Gesù rimproverò così Nicodemo perché continuava a riporre fiducia nel suo sapere, nella sua scienza e conoscenza. Gesù volle perciò mortificarlo e umiliarlo, per trasformarlo in dimora dello Spirito Santo. Così Gesù innalza la scienza e conoscenza di Nicodemo in "sapienza", rendendolo consapevole che la realtà divina supera sempre la limitata intelligenza umana.
La conversione di Nicodemo è esemplare nel mondo di oggi impregnato di cultura nichilista, grazie alla quale gli uomini di questi tempi non sanno più distinguere tra cause ed effetti, tra fini e mezzi e non sanno più dare un senso all'uso degli strumenti sofisticati che hanno creato, lasciando loro prendere autonomia morale (come spiega Benedetto XVI in Caritas in Veritate).
Nicodemo converte la sua conoscenza in sapienza e trova la luce vera. Oggi la neo dottrina teologica, forse timorosa di non apparire sufficientemente realistica, sembra voler proporre di convertire la sapienza in conoscenza. Con effetti intuibili.
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