Pur in mezzo alla crisi che il cristianesimo sperimenta un vaste porzioni del mondo, la figura di Gesù di Nazaret rimane sorprendentemente attuale

Anche oltre i confini della cristianità egli incontra gli uomini: l'islam lo riconosce come profeta; in India non poche persone espongono la sua immagine nelle case. Il Cristo del discorso della montagna, che aveva così intimamente conquistato Gandhi è ritenuto in quel continente da numerosi non-cristiani come messaggero del Dio Buono, che fa risplendere nel mondo la luce dell'Eterno. Il racconto dei Vangeli sulla donna sofferente, che da tergo sfiora il mantello di Gesù e guarisce, continua a ripetersi anche oggi e nei modi più diversi.

Accanto a queste notizie positive la Prefazione "In cammino verso Gesù Cristo" di Joseph Ratzinger ci aiuta ad affrontare alcune problematiche

"Purtroppo, contemporaneamente alla multiforme presenza della figura di Gesù dobbiamo registrare, proprio in senso alla cristianità, un'inquietante caduta di significato della cristologia. Il fenomeno è iniziato quando – dopo che sotto la patina aurea del dogma era stato riscoperto l'uomo Gesù – si volle tornare alla semplicità dei Vangeli. Ma ci si accorse quasi subito che la figura del Nazareno non si lascia ridurre ad un compiacente personaggio umanitario. Piuttosto, è proprio il Gesù dei Vangeli a mettere in crisi una visione puramente umana del suo "mistero": egli avanza richieste e propone scelte che interpellano l'uomo nella sua realtà più profonda. Si prese allora a "distinguere" all'interno degli stessi Vangeli, in modo da attingervi più che altro motivi di consolazione, e non dover più subire l'ansia generata dalla propria concezione del mondo. E così oggi si è ampiamente affermata, anche tra i credenti cattolici, l'immagine di un Gesù che nulla esige, che mai biasima, che tutto e tutti accoglie, che in ogni cosa ci approva: esattamente il contrario della Chiesa, nella misura in cui essa ancora ardisce richiedere e imporre.

Qualcosa di simile è stato ultimamente riscontrato da F. Schulz, il quale, analizzando le nuove preghiere in uso nel culto divino tra i protestanti, si è trovato di fronte ad una doppia "decristologizzazione": "In primo luogo il diradamento, persino la scomparsa, del nome di Cristo …; inoltre, uno spostamento d'accento, consistente nel fatto che Cristo non è più designato con "titoli di maestà", mentre è privilegiata a sua solidarietà con gli uomini …". L'attenuarsi del riferimento alla figura di Gesù è giustificato anche da un certo riguardo peri numerosi non-cristiani  che ci attorniano: si passa dal "Signore" (una parola da evitare) ad "un Uomo", che è avvocato di tutti. Ma il Gesù dei Vangeli è di tutt'altro genere: esigente e provocatorio. Il Gesù che a tutti consente è un fantasma, un sogno, e non una figura vera. Il Gesù dei Vangeli non è certamente comodo per noi, ma proprio per questo può rispondere alle attese profonde della nostra esistenza non comoda, la quale – lo si voglia riconoscere o no – è orientata verso Dio, verso una pienezza senza limiti, verso l'infinito attraverso il dolore per amare. È in direzione di questo Gesù "vero" che dobbiamo metterci in cammino.

"In cammino verso Gesù" è suggerito da tale esigenza. I suoi capitoli, motivati da circostanze diverse, hanno in comune di essere tentativi d'avvicinamento a Gesù Cristo, alla ricerca della sua figura autentica, in nulla attenuata. Il contributo intitolato "Universalità e cattolicità" stende la questione cristologica alla stessa Chiesa, senza della quale non è pensabile un'efficace presenza di Cristo nel mondo. Il capitolo conclusivo sul "Catechismo della Chiesa Cattolica" soltanto a prima vista può sembrare fuori tema. La crisi della fede in Cristo è iniziata nell'età moderna con un diverso modo, quasi esclusivamente scientifico, di leggere la sacra Scrittura. Il problema di come ci si deve accostare alla Bibbia è inseparabilmente legato al problema della presenza sacramentale di Cristo che ci parla in continuità in tutta la Tradizione. Quanto al tema del sacramento eucaristico e della sua celebrazione, si tratta della presenza e attualizzazione sacramentale del Crocefisso: Cristo non solo ieri, ma oggi. La problematica della teologia morale richiama il tema della "orto prassi" nell'orizzonte di fede: come i comandamenti diventano vita di fede?


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