Solennità dell'Ascensione del Signore
Quaranta giorni dopo la Risurrezione- secondo il Libro degli Atti degli Apostoli – Gesù con il suo corpo risuscitato ritornò al Padre nello Spirito Santo, dal quale era stato mandato nel mondo come Persona divina di Figlio in una carne veramente umana, morto, risorto. In molti Paesi questo mistero che ci rivela la meta oltre la morte per cui il nostro corpo non finisce in polvere viene celebrato la domenica seguente il giovedì dei quaranta giorni. L'Ascensione del Signore segna il compiersi della salvezza offerta a tutti gli uomini in Cieli nuovi e Terra nuova con l'Incarnazione. Dopo aver istruito visibilmente per l'ultima volta i suoi discepoli, Gesù sale al Padre e con il dono dello Spirito che celebreremo nella Pentecoste avvia la sua ininterrotta presenza sacramentale. Egli, però pur mutando il modo, "non si è separato dalla nostra condizione" (Prefazio) rimanendo sacramentalmente sempre con noi; infatti, nella sua umanità alla destra del Padre nello Spirito Santo, ha assunto con sé gli uomini che nella fede, speranza, carità lo vogliono rivelando la destinazione finale del nostro difficile pellegrinaggio terreno di amore e sofferenza. Come per ciascuno di noi è disceso dal Cielo, e per noi ha patito ed è morto sulla croce, così per noi è risorto ed è risalito a Dio, che perciò non è più lontano. Sal Leone Magno spiega che con questo mistero o realtà divino-umana "viene proclamata non solo l'immortalità dell'anima che non muore, ma anche di questa carne che finisce in polvere. Oggi, infatti, non solo siamo confermati possessori del paradiso, ma siamo anche penetrati con la Comunione sacramentale con Cristo nelle altezze del Cielo". Per questo i discepoli, quando videro il Maestro sollevarsi da terra e innalzarsi verso l'alto iniziando la sua presenza invisibile in attesa del dono dello Spirito cioè di Dio-Amore, non furono presi da sconforto, come si potrebbe pensare anzi, illuminati dalla Sua catechesi, provarono una grande gioia per la sua continua presenza sacramentale e si sentirono spinti a proclamare la vittoria di Cristo sulla morte e la sua continua presenza. Il Signore risorto operava con loro, distribuendo a ciascuno un carisma proprio, un dono dello Spirito per il bene di tutti. Lo attesta lo scrive san Paolo:" Ha distribuito e distribuisce doni agli uomini…ha dato e dà ad alcuni di essere apostoli, ad altri di essere profeti, ad altri ancora di essere evangelisti, ad altri di essere pastori e maestri… allo scopo di edificare il corpo di Cristo…fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo" (Ef 4,8.11-13). Che vale conquistare anche il mondo intero senza vivere ogni momento di vita con questa consapevolezza di fede, speranza, amore. L'Ascensione ci dice e ci ricorda che in Cristo la nostra umanità così provata oggi dal Covid-19 dal corona-virus è portata alla altezza di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo; così, ogni volta che preghiamo, soprattutto insieme, eucaristicamente insieme, la terra nella fede, nella speranza e nell'amore si congiunge al Cielo cioè ad ogni bene senza più alcun male. E come l'incenso, bruciando, fa salire in alto il suo fumo, così, quando innalziamo al Signore, anche tra le più grandi tribolazioni, la nostra fiduciosa preghiera in Cristo, essa attraversa i cieli e raggiunge Dio stesso e viene da Lui ascoltata ed esaudita. Nella celebre opera di San Giovanni della Croce, Salita al Monte Carmelo, leggiamo che "per vedere realizzati i desideri del nostro cuore sempre non completamente realizzati in questa vita, non v'è modo migliore che porre la forza della nostra preghiera in ciò che piace a Dio. Allora, Egli non ci darà soltanto quanto gli chiediamo, cioè la salvezza, ma anche quanto Egli vede sia conveniente e buono per noi, anche se non glielo chiediamo".
Supplichiamo infine la Vergine Maria, perché ci aiuti a contemplare i beni celesti, che il Signore ci promette e la nostra speranza, il nostro amore attende.
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