Domenica III di Pasqua
Quest'oggi, terza Domenica della cinquantena pasquale, incontriamo – nel Vangelo secondo Luca – Gesù Risorto che si presenta allora in mezzo ai discepoli (Lc 24, 36), i quali increduli e impauriti di fronte a una novità inaudita, pensano di vedere un fantasma (Lc 24,37). Scrive Romano Guardini: "Il Signore è mutato. È sempre Lui ma non vive più come prima. La sua esistenza … non è comprensibile. Eppure è corporea, comprende … tutta quanta la sua vita vissuta memorizzata, il destino attraversato, la sua passione e la sua morte. Tutto è realtà attuale. Sia pure mutata nel modo, ma sempre tangibile realtà" (Il Signore, Milano 1949, 433). Familiarità con il Signore che non può accadere sacramentalmente senza comunità, senza il Pane, senza la Chiesa, senza il popolo, senza i sacramenti. Pericolosa una familiarità solo con la radio, la televisione staccata dal convenire di un popolo concreto. C'è la parola senza il sacramento e quindi gnostica per me soltanto nella conoscenza staccata dal popolo di Dio, dal sacramento e quindi dalla realtà. Poiché la risurrezione non cancella i segni della crocifissione, dell'amore più grande di ogni peccato, Gesù mostra agli Apostoli le mani e i piedi. E per convincerli che è un essere reale, corporeo, nella forma sostanziale cioè sacramentale Lui alla destra del Padre, chiede persino qualcosa da mangiare. Così i discepoli "gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro" (Lc 24,42-43). San Gregorio Magno commenta che "il pesce arrostito al fuoco non significa altro che la passione di Gesù Mediatore tra Dio e gli uomini. Egli, infatti, si degnò di nascondersi nelle acque del genere umano, accettò di essere stretto nel laccio della nostra morte e fu come posto al fuoco per i dolori subiti al tempo della passione". Il Pane transustanziato nella consacrazione avviene nella Chiesa, con il popolo, con i sacramenti, la comunione in particolare.
Grazie a questi segni molto realistici, i discepoli superano il dubbio e si aprono al dono della fede, della speranza, della carità fraterna; e queste virtù teologali permettono loro di capire tutte le cose scritte sul Cristo nella legge di Mosè, nei Profeti e nel Salmi" (Lc 24,44). Leggiamo, infatti, che Gesù "aprì loro la mente per comprendere, ricordare le Scritture e disse loro: "Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati … Di questo voi siete testimoni" (Lc 24,45-48). Il Salvatore ci assicura della sua presenza reale, sacramentale tra noi, per mezzo della Parola e del Sacramento dell'Eucarestia. Come, perciò, i discepoli di Emmaus riconobbero Gesù nello spezzare il pane con loro dopo l'ascolto della Sua parola lungo il cammino (Lc 24,35), così anche noi incontriamo il Signore, almeno la domenica, convenendo nella Celebrazione eucaristica, non possibile solo con la radio e la televisione. Spiega, a tale proposito, san Tommaso d'Aquino che "è necessario riconoscere secondo la fede cattolica, che tutto il Cristo è presente in questo Sacramento … perché mai la divinità ha lasciato il corpo che ha assunto" nel grembo verginale di Maria.
Nel tempo pasquale la Parrocchia, solitamente oggi con l'incertezza del coronavirus, amministra la Prima Comunione ai bambini. È un momento di grande fervore per tutta la famiglia e la comunità. "Questo giorno rimane giustamente impresso nella memoria come il primo momento in cui … si è percepita l'importanza dell'incontro personale, sacramentario, con il popolo con Gesù" (Sacramentum caritatis,19). La Madre di Dio, la Corredentrice, la Mediatrice ci aiuti ad ascoltare con attenzione la Parola del Signore e a partecipare in grazia di Dio con il popolo in parrocchia, se possibile, alla Messa del Sacrificio Eucaristico, per diventare testimoni non semplicemente di una umanità nuova antropocentrica come oggi si propone ma di quella nuova umanità iniziata con il Risorto allora e che cresce con la Messa almeno la Domenica oggi.
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