2° Domenica del Tempo Ordinario


Giovanni Battista non dice: "Ecco colui che toglie i peccati del mondo", ma: "Ecco colui che toglie il peccato del mondo". L'intera settimana di preghiera "Ci trattarono con gentilezza" (Atti 28,2) è per l'unità delle chiese a servizio dell'unità di tutti contro il peccato delle divisioni che mettono a rischio l'umanità


In questa domenica, secondo giorno della settimana di preghiera "cercare e rendere manifesta la luce di Cristo", il Vangelo parla del battesimo di Gesù. Non lo attualizza come domenica scorsa, ma aggiunge alcuni particolari molto importanti. Il Vangelo è preparato dalla prima lettura, che parla della missione del Servo del Signore: una missione che si estende sino agli estremi confini della terra. La seconda lettura ci dà un'immagine parziale dell'estensione di tale missione: Paolo parla di quelli che in ogni luogo invocano il nome del Signore.

Il Vangelo ci mostra Giovanni che, quando vede Gesù ritornare verso di sé il giorno dopo il Battesimo, lo indica con parole molto significative: "ecco l'agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo". Gesù, a prima vista, è un uomo ordinario di trent'anni, il carpentiere di Nazareth; ma Giovanni, ispirato dallo Spirito Santo, lo riconosce e lo designa in questo modo.

Come ha fatto a riconoscerlo? Ce lo spiega egli stesso: ha avuto una rivelazione. "Io non lo conoscevo" – dice Giovanni -, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua, mi aveva detto: l'uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo".

Il Precursore ha avuto un segno divino per riconoscere Gesù. E questo segno si è avverato durante il battesimo di Gesù, come sappiamo dagli altri evangelisti (Mt 3,16; Mc 1,10; Lc 3,22). Quando Gesù è stato battezzato, lo Spirito Santo si è manifestato in forma corporea come di colomba ed è rimasto sopra di lui.

Così Giovanni ha potuto riconoscere in questa persona battezzata colui che è l'autore del vero battesimo: il battesimo nello Spirito santo, il battesimo che conferisce la grazia sia della purificazione completa e sia soprattutto la grazia di divenire figli del Figlio del Padre. Il battesimo nello Spirito Santo, infatti, sta a significare proprio queste due cose. Come afferma Paolo, lo Spirito rende testimonianza al nostro spirito che siamo figli nel Figlio e quindi fratelli (Rm 8,12-17).

Giovanni ha visto, e ora rende testimonianza che Gesù è l'agnello di Dio che toglie il peccato del mondo. L'agnello è la vittima del sacrificio. Nell'episodio del così detto sacrificio di Abramo, Isacco aveva chiesto al padre: "Ecco qui il fuoco e la legna, ma dov'è l'agnello per l'olocausto?" (Gn 22,7). E Abramo, ispirato da Dio, gli aveva risposto: "Dio stesso provvederà l'agnello per l'olocausto, figlio mio!" (Gn 22,8). In un primo momento si poteva pensare che questa predizione si fosse avverata con l'ariete che Abramo aveva trovato nelle vicinanze, dopo che l'angelo gli aveva proibito di immolare Isacco; ma in realtà questo ariete gli aveva proibito di immolare Isacco; ma in realtà questo ariete era soltanto un'immagine, non era propriamente l'agnello provveduto da Dio per l'unico sacrificio veramente valido, l'unico sacrificio capace di togliere i peccati e di rendere giusti i peccatori.

I sacrifici dell'antica alleanza non potevano rendere giusti i peccatori come afferma chiaramente la Lettera agli Ebrei: "È impossibile eliminare i peccati con il sangue di tori e di capri" (Eb 10,4). In questo caso si tratta di animali che vengono immolati senza averne coscienza, senza sapere nulla, e che quindi non hanno nessuna relazione profonda né con Dio, né con la coscienza umana. Invece Gesù, l'agnello di Dio, il Figlio del Padre in un volto umano, è stato immolato con un sacrificio personale: ha offerto se stesso con la madre come vittima immolata, e così ha eliminato il peccato e lo elimina continuamente nella attualizzazione nel sacrificio eucaristico.

Dobbiamo notare che Giovanni Battista non dice, come ripetiamo prima della comunione: Ecco colui che toglie i peccati del mondo", ma: "Ecco Colui che toglie il peccato del mondo". La missione di Gesù, agnello di Dio, non è limitata alla salvezza del popolo ebreo, ma si estende alla riparazione del peccato del mondo intero. Poiché tutto il mondo è macchiato dal peccato e ha bisogno di salvezza, Gesù viene per procurargli la salvezza con la sua offerta generosa cui partecipa la sua e nostra Madre.

In questa settimana di preghiera dal 18 al 25 dobbiamo allargare il nostro cuore, per essere con il Signore, preoccupati della salvezza del mondo intero tendendo all'unità di tutte le Chiese.

Commenti

Post popolari in questo blog

Nove mesi di novena alla Madonna, fino al 25 dicembre

Anglicani

I peccati che mandano più anime all'inferno