Domenica XXIX
Dio è una persona; anzi, sono tre persone nell'unico essere divino che è amore, il Padre, l'eternamente amante, il Figlio, l'eternamente amato, lo Spirito Santo, l'eterno amore che possono storicamente intervenire con esseri liberi se consapevoli e liberamente accoglienti e questo avviene nella preghiera con fede
La liturgia di questa domenica ci offre una consapevolezza significativa, richiamata anche da tutte le riconosciute o presunte apparizioni: la necessità di pregare sempre cioè le preghiere e la preghiera o innalzare continuamente mente a
cuore a Dio per rendergli possibile di intervenire continuamente nella storia sia in rapporto ad ogni persona e sia pubblicamente di fronte oggi al rischio terribile di una guerra nucleare già possibile senza un intervento soprannaturale pur con tutti i tentativi di pace.
Gesù c'insegna la necessità di pregare sempre con una parabola. Un giudice che non teme quando la sua anima staccandosi dal corpo e provocando la morte si coglie com'è davanti a Dio e avviene il giudizio e quindi senza nessun atteggiamento positivo verso gli altri, ma è soltanto egoista, cerca solo il proprio interesse senza timore di Dio. Viene a trovarsi davanti a una vedova, cioè una persona che nella società ebraica come donna ha la protezione del papà, sposata del marito, vedova senza più alcuna protezione legale. Ma ella, nella sua debolezza, insiste, chiede, senza stancarsi mai, è importuna. E alla fine il giudice dice tra sé: "Anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno, poiché questa vedova senza tutela legale è così insistente e molesta, le farò giustizia, perché non venga continuamente a importunarmi". È il risultato della preghiera insistente, perseverante della vedova. Gesù fa una riflessione, usando l'argomento a fortiori: se un giudice senza timor di Dio, disonesto alla fine si lascia convincere dalla preghiera di una vedova, quanto più Dio che è amore, buono, esaudirà chi lo prega tanto più che Lui attende la libera accoglienza per poter intervenire anche storicamente.
La paternità di Dio attraverso il Figlio nello Spirito Santo, l'amore in persona è la generosità personificata; è misericordioso cioè amore più grande di ogni colpa. Dice Gesù: "Dio farà giustizia ai suoi eletti".
Ma perché il Signore non ci esaudisce subito quando preghiamo? Non sempre chiediamo cose buone. Ma anche chiedendo cose buone non possiamo trasformare Dio in una macchina che distribuisce subito. Il Dio vivente è una persona che comunica il suo amore in una continua relazione. Anzi Dio sono tre persone, piene di amore: il Padre, l'eternamente amante, il Figlio, l'eternamente amato, lo Spirito santo, l'eterno amore che vogliono trasformare, intervenire nel mondo, nella storia attraverso l'amore. La preghiera perseverante realizza più relazioni personali e comunitarie con ciascuno di noi, con la storia.
La fine del brano evangelico parla della fede: "Il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?". Se uno non è venuto a conoscenza della paternità universale di Dio e della sua provvidenza verso tutti attraverso il Figlio nello Spirito Santo non può pregare da cristiano. La fede in Gesù Cristo, Signore, vivo che attraverso le Scritture come ha parlato storicamente allora mi parla qui e ora è fondamento della fede. E questo ascolto di Lui è utile per insegnare, convincere, correggere e formare alla giustizia, perché l''uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona. Ma pregare con insistenza e con fede è la più grande possibilità, ma mai una costrizione: ecco il rischio che quando verrà non trovi più la fede sulla terra. Madre nella preghiera e nella fede prega per noi e per tutta l'umanità di cui nell'amore sei Regina.
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