Domenica XVIII


L'uomo che confida nel Signore non teme le avversità della vita, ne accetta i limiti, rispetta le competenze, non teme  neppure la realtà ineludibile della morte: è l'uomo che ha acquistato "un cuore saggio", una vita veramente vita come i Santi

Il 31 luglio abbiamo celebrato la memoria liturgica di sant'Ignazio di Loyola, fondatore della compagnia di Gesù da dove viene Papa Francesco. Vissuto nel difficile periodo del XVI secolo, si convertì leggendo la vita di Gesù e di Santi
durante una lunga degenza causata da una ferita subita in battaglia. Rimase talmente ossessionato da quelle pagine, dalla presenza ecclesiale, sacramentale del Figlio di Dio nel volto umano di Gesù, che decise di seguire il Signore insieme ad una Compagnia di gesuiti.
Il primo Agosto sant'Alfonso Maria de' Liguori, fondatore dei Redentoristi, vissuto nel XVIII secolo giansenista e proclamato patrono dei confessori da Pio XII richiamando che il male del passato ce lo toglie solo la celebrazione della Riconciliazione con effetti positivi anche sulla psicologia poiché fino al momento terminale nessuno è definito dal male che fa. Ebbe la consapevolezza che Dio vuole tutti santi, ciascuno secondo il proprio stato, naturalmente per la Sua misericordia. Infine la figura del santo Curato d'Ars, parroco ancora oggi  esemplare. Impegno comune di questi Santi è stato quello di salvare le anime servendo la Chiesa con i rispettivi carismi, contribuendo a rinnovarla dalla zizzania e dai pesci cattivi e ad arricchirla di buoni fedeli. Questi uomini anche umanamente hanno acquistato "un cuore saggio" (Sal 89,12), accumulando ciò che non si corrompe arricchendo l'anima e scartando quanto è irrimediabilmente mutevole nel tempo: il potere, la ricchezza e gli effimeri piaceri. Scegliendo Dio non anteponendo nessuno a niente alla presenza ecclesiale, sacramentale del Risorto, hanno posseduto ogni cosa necessaria, pregustando fin dalla vita terrena quell'ogni bene senza più alcun male della vita veramente vita dell'anima che dura eternamente (Qo, 1,5).
Nel Vangelo dell'odierna domenica, l'insegnamento di Gesù riguarda proprio la vera saggezza ed è introdotto dalla domanda di uno della folla: "Maestro, dì a mio fratello che divida con me l'eredità" (Lc 12,13). Gesù, facendo presente di non avere la competenza di un commercialista, risponde mettendo in guardia eticamente gli ascoltatori dalla brama dei beni terreni con la parabola del ricco stolto, il quale, avendo accumulato per sé un abbondante raccolto, smette di lavorare, consuma i suoi beni divertendosi dimenticando di arricchire la propria anima che non muore donando ai poveri e s'illude persino di poter allontanare la morte del corpo. "Ma Dio gli fa comprendere: "Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?" (Lc 13,20) perché quando l'anima di stacca dal corpo si stacca da tutti i beni temporali e porta con sé solo la sua ricchezza di amore. L'uomo stolto nella Bibbia è colui che non vuole rendersi conto, dall'esperienza delle cose visibili, corporee, che di queste nulla dura per  sempre, ma tutto passa: la giovinezza come forza fisica, le comodità come i ruoli di potere, il piacere sensibile. Sono solo aiuti per amare e arricchire l'anima che non muore. Far dipendere la propria vita assolutizzando realtà così passeggere è, dunque, la più grande stoltezza. L'uomo che confida nel Signore, invece, non teme le avversità di questa vita, neppure la realtà ineludibile di questa vita cioè la morte: è l'uomo che ha acquistato "un cuore saggio", come i Santi che abbiamo ricordato.
Il 5 agosto ricordiamo la Dedicazione della Basilica di Santa Maria Maggiore, la Madre di Dio acclamata con questo titolo nel concilio di Efeso del 431. La data del 6 agosto celebreremo la festa della Trasfigurazione del Signore a pochi giorni dalla Passione. La data del 6 agosto, considerata il culmine della luce estiva, fu scelta per significare che lo splendore del Volto di Cristo illumina il senso di questo mondo pur con tutti i suoi limiti. Porta del cielo, prega per noi. 

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