Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo

La fede della Chiesa nel corso della storia, la fede in noi, cristiani di oggi, è saldamente appoggiata sulla "roccia" di Pietro, è un pellegrinaggio verso la pienezza di quella verità che il Pescatore di Galilea professò con appassionata convinzione: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente" (Mt 16,16), l'unico Salvatore
Nei Vangeli sinottici la confessione di Pietro è sempre seguita dall'annuncio da parte di Gesù della sua prossima passione. Un annuncio di fronte al quale Pietro reagisce, perché non riesce ancora a capire. Eppure si tratta di un elemento fondamentale, su cui perciò Gesù insiste con forza.
Infatti, i titoli attribuiti a lui da Pietro – tu sei "il Cristo", "il Cristo di Dio", "il Figlio del Dio vivente" – si comprendono autenticamente solo alla luce del mistero della sua morte e risurrezione. Ed è vero anche l'inverso: l'avvenimento della Croce rivela il suo senso pieno soltanto se "quest'uomo", che ha patito ed è morto in croce, "era veramente Figlio di Dio",  per usare le parole pronunciate dal centurione dinnanzi al Crocifisso (Mc 15,39). L'integrità della fede cristiana, cattolica è data dalla confessione di Pietro e in continuità da tutti i suoi 266 successori, illuminata dall'insegnamento di Gesù sulla "via" verso la gloria, cioè sul suo modo assolutamente singolare di essere la presenza del Messia, del Figlio di Dio nella sua Chiesa fatta insieme di buon grano e zizzania. Una "via" stretta, un "modo scandaloso" per i discepoli di ogni tempo, che inevitabilmente sono portati a pensare secondo gli uomini e non secondo Dio (Mt 16,23).
Che cosa era difficile da accettare per la gente a cui Gesù parlava? Che cosa continua ad esserlo anche per molta gente di oggi, per noi? Difficile accettare è il fatto che Egli nella sua Chiesa pretenda di essere non solo uno dei profeti, un maestro ma il Figlio di Dio in un volto umano, e rivendichi per sé la stessa autorità di Dio. Ascoltandolo predicare, vedendolo guarire i malati, evangelizzare i poveri, riconciliare i peccatori, i discepoli giunsero poco a poco a capire che Egli era il Messia nel senso più alto del termine, vale a dire non solo un inviato da Dio, ma Dio stesso fatto uomo. Chiaramente, tutto questo era più grande di loro, superava la loro capacità di comprendere. Potevano esprimere la loro fede con i titoli della tradizione giudaica: "Cristo", "Figlio di Dio", "Signore". Ma aderire veramente alla realtà, quei titoli dovevano in qualche modo essere riscoperti nella loro verità più profonda: Gesù stesso, il Logos del Padre nello Spirito santo,   con la sua vita ne ha rivelato il senso pieno, sempre sorprendente, addirittura paradossale rispetto alle concezioni correnti. E la fede dei discepoli ha dovuto adeguarsi progressivamente. Essa si presenta come un pellegrinaggio che ha il suo momento sorgivo nell'esperienza del Gesù storico, trova il suo fondamento nel mistero pasquale, ma deve poi progressivamente avanzare ancora nella Tradizione grazie all'azione dello Spirito santo. Tale è stata anche la fede della Chiesa nel corso della storia, tale è pure la fede di noi, cristiani di oggi. Saldamente appoggiata in continuità nei successori alla "roccia" di Pietro, è un pellegrinaggio verso la pienezza di quella verità che il pescatore di Galilea professò con appassionata convinzione: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente" (Mt 16,16), l'Unico Salvatore.
Nella professione di fede di Pietro, dei suoi successori, possiamo sentirci ed essere tutti una cosa sola, malgrado tutte le divisioni che nel corso dei secoli hanno lacerato l'unità della Chiesa con conseguenze che perdurano tuttora. Madre della Chiesa  aiutaci a credere.

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