Nel matrimonio l'uomo e la donna danno inizio alla famiglia
Mediante la comunione di persone, che si attua nel matrimonio per la fecondità, l'uomo e la donna danno inizio alla famiglia
La ragione d'essere della famiglia si mostra in piena luce "al principio", dentro la storia della famiglia umana: la storia della condizione umana narrata dalla Divina Rivelazione nella continuità della Tradizione della Chiesa è riscontrata dentro le fondamentali esperienze umane che le scienze approfondiscono sempre più.
Siamo subito condotti all'"inizio, all'origine, al principio" della famiglia: esso è posto nella comunione delle persone
cioè nei soggetti uomo-donna in relazione, in comunione che si attua nel matrimonio naturale, pure materia di quello sacramentale. A livello empirico, quindi, l'inizio della famiglia si presenta radicato nella biologia maschio-femmina: la conseguente attrattiva erotica conduce all'amore coniugale, parentale o all'amicizia casta. E' dunque nel rapporto fra comunione coniugale non degli individui ma delle persone cioè di soggetti sociali in relazione e bios che va scoperta la ragione d'essere della famiglia. La venuta all'esistenza di un nuovo essere dono unico e irripetibile del Donatore divino cioè di una nuova persona umana esige un intervento immediato di Dio Creatore; dentro ai processi biologici opera l'amore creativo divino. E' l'origine trascendente della famiglia.
Ma non c'è solo la verità dell'essere dono del Donatore divino cioè un'origine trascendente; la famiglia fin dal fidanzamento ha anche il suo inizio verso quella comunione coniugale-genealogica di ogni persona, che dà origine alla famiglia. La generazione realizza interamente la comunione coniugale perché porta a termine la forma incerta dell'amore come innamoramento: la generazione salva e realizza la verità dell'amore coniugale. Ogni essere umano è l'unica creatura che Dio vuole per se stessa nel suo vertice come persona. I coniugi nel loro amore vogliono i figli per sé stessi, ed in essi vedono il coronamento del loro reciproco amore. Nell'amore coniugale e in quello paterno e materno diventa concreto che Dio vuole ogni essere umano per se stesso e i genitori accolgono la nuova creatura come la vuole il Donatore divino di ogni essere dono.
Il Concilio Vaticano II anziché la categoria di contratto ha proposto quella di Alleanza: l'Antica Alleanza è l'Antica Storia di Amore di Dio con il suo popolo attraverso i Comandamenti dell'amore e la Nuova Alleanza è la possibilità di divenire perfetti attraverso il dono dello Spirito nella comunione eucaristica con Cristo come perfetto è il Padre nell'amore misericordioso, sempre più grande di ogni colpa. Il sacramento del matrimonio non è solo un ideale morale ma un dono dell' Alleanza di Cristo con la Chiesa, di comunione inscindibile fra coniugalità e genitorialità nell'essere persona-corpo e corpo-persona, che definisce la persona umana. La famiglia è un fatto, un'istituzione naturale. Naturale significa che la persona umana è una persona corporale e un corpo personale.
E qui siamo nell'orizzonte rivelato del Dio vivente, il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe, un Dio pieno di bontà, un Dio salvatore, liberatore, un Dio che è amore e non un qualsiasi dio di forze cieche, naturali, come certi idoli pagani. Nemmeno il dio astratto di certi razionali cammini filosofici che escludono, come dicono Platone, Aristotele, ogni rapporto con l'Essere come la preghiera. Il Dio vivente, famiglia trinitaria, è un Dio che si è rivelato proponendo relazioni personali, che sono sorgente di gioia, di pace e di felicità. A Mosè del roveto ardente che brucia e non si consuma il Dio vivente accetta un nome che può essere pronunciato nell'Alleanza, nella Storia di amore con il suo popolo "Io sono Colui che sono" che significa "Io sono con voi, sarò sempre con voi"; "Io sono Colui che si rende presente per liberarvi, per farvi esperimentare l'amore". Certo il nome, la natura di Dio non è completamente conoscibile; Dio è misterioso. Ma la formula del Dio vivente rivelata fin da Abramo "e Dio disse ad una persona, ad una famiglia, ad una società" dà ad ogni essere umano, persona cioè soggetto in relazione e non solitario individuo, fiducia e speranza, esperienza di amore. La piena esperienza, la piena storia di amore, la Nuova Alleanza di Dio con l'essere umano avviene in Cristo. Esiste un "luogo" in cui il mistero dell'amore di Dio in Cristo si dona all'essere umano, ed è la celebrazione dell'Eucaristia. La conoscenza per esperienza ha la sua sorgente nella partecipazione almeno domenicale all'Eucaristia, ed è una conoscenza mediante l'Eucaristia.
L'amore che Dio in Cristo nutre per l'essere umano, la Nuova Alleanza per farsi capire ha bisogno di dirsi in un linguaggio umano. E così è accaduto per cui si arriva all'amore agapico con la spinta erotica. Dio ha detto all'uomo il suo amore servendosi del linguaggio dell'amore coniugale, dell'amore parentale paterno e materno, dell'amore totalmente casto di amicizia.
Questo triplice linguaggio è però come attraversato da un significato che lo trascende smisuratamente. Questo triplice linguaggio veicola un significato che lo rende indicativo di una realtà cui siamo spinti ma che non ha paragoni ("chi è pari al Signore nostro Dio?"): la gratuità, la pura gratuità del suo amore per cui ci ama non perché siamo o quando siamo buoni ma per farci diventare buoni. E' questa la cifra dell'amore di Dio, della Nuova Alleanza che si vive soprattutto nel matrimonio, nella famiglia, nella castità di una fraternità. Il primo dono che Dio ci ha fatto è aver deciso di amarci, quindi di crearci, di redimerci; tutti gli altri sono una conseguenza.
Tuttavia "gratuità" non significa "indifferenza alla risposta" di ogni essere umano: un Dio che non mi desiderasse e non si appassionasse per la mia risposta non mi amerebbe veramente. L'amore di Dio in Cristo, la Nuova Alleanza, la Nuova Storia di amore è gratuità e desiderio.
La fede biblica non costruisce un mondo parallelo o un mondo contrapposto rispetto a quell'originario fenomeno umano che è l'amore, ma accetta tutto l'uomo, anima e corpo, attrattiva erotica e agape, intervenendo nella sua ricerca di amore per purificarla, dischiudendogli al contempo nuove dimensioni. Abbiamo insita in noi, fin da primo momento in cui siamo plasmati, la capacità di amare nel proprio e altrui essere dono del Donatore divino. E la prova di questo non viene dall'esterno, ciascuno può rendersene conto da sé e dentro di sé. Di ciò che è buono, vero, bello infatti proviamo naturalmente desiderio. E l'amore coniugale di uomo donna, e l'amore parentale di padre madre si muove nell'orizzonte di questo paradigma.
L'esperienza che ciascuno ha in sé dell'amore è di un desiderio, di un movimento verso ciò che è buono, verso ciò che è bello nella spinta erotica verso l'amore agapico nella coniugalità, nella famiglia, nella fraternità verginale.
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