Domenica IV di Pasqua anno B

Una delle icone più belle che, sin dai primi secoli della Chiesa, hanno raffigurato il Signore Gesù: quella del Buon Pastore

Il Vangelo di san Giovanni, al capitolo decimo, ci descrive i tratti peculiari del rapporto tra Cristo Pastore e il suo gregge, ciascuno del suo gregge, un rapporto talmente stretto come quello tra Lui e il Padre, che nessuno potrà mai rapire le pecore dalla sua mano. Esse, infatti, sono unite a Lui da un
vincolo d’amore e di reciproca conoscenza, che garantiscono loro il dono incommensurabile della vita veramente vita, la vita nuova che Gesù ha ottenuto per mezzo della sua passione. Egli l’ha ottenuta per noi, ed essa ci viene germinalmente comunicata tramite il battesimo, che ci rende figli nel Figlio di Dio che è Padre per opera dello Spirito Santo. Nello stesso tempo, l’atteggiamento, sempre attraverso il libero arbitrio, del gregge verso il Buon Pastore, Cristo, è presentato  dall’Evangelista con due verbi specifici: ascoltare e seguire cioè lasciarsi assimilare a Lui attraverso le piste dei comandamenti e delle beatitudini. Questi termini designano le caratteristiche fondamentali di coloro che vivono la sequela del Signore diventando altri Cristi. 
Innanzitutto l’ascolto della sua Parola, dal quale nasce e si alimenta la fede nel Santissimo Sacramento dell’Eucaristia e dei Sacramenti che ci rendono fratelli. Solo chi è  attento in continuità con mente a cuore alla voce del Signore cioè prega è in grado di valutare nella propria coscienza le giuste decisioni per agire sempre secondo  la volontà del Padre, la volontà di Dio cioè per amore fino al perdono. Dall’ascolto deriva, quindi, nella presenza e azione del Sacramento il seguire, il lasciarsi assimilare a Gesù; si agisce da discepoli dopo aver ascoltato, incontrato sacramentalmente, accolto interiormente nel noi fraterno della Chiesa gli insegnamenti del Maestro, del Buon Pastore, per vivere la vera vita nell’amore a tutti e a tutto.
In questa domenica viene dunque spontaneo ricordare a Dio chi rende visibile sacramentalmente nella Chiesa Lui Buon Pastore, il ministero dei Pastori, e coloro che si stanno preparando per diventarlo con il sacramento dell’Ordine. Urge una preghiera per i Vescovi – compreso il Vescovo di Roma! -, per i parroci, per tutti coloro che hanno responsabilità nel rendere visibile la presenza e la guida invisibile di Cristo per il gregge, affinché sia una notizia fedele e saggia nel loro ministero. In particolare, preghiamo per le vocazioni al sacerdozio senza delle quali non c’è Eucaristia e Riconciliazione sacramentale. Le vocazioni crescono e maturano nelle Chiese particolari, in famiglie che non si lasciano travolgere a livello educativo dal porre nella prassi la libertà individuale erigendola a valore fondamentale alla quale tutti gli altri dovrebbero sottostare. Così Dio rimane escluso dalla cultura e dalla vita pubblica, l’amore vero impossibile. Ogni vocazione anche matrimoniale, quella sacerdotale e alla vita consacrata in particolare, si compie quando si esce dalla propria volontà chiusa e dalla propria idea di autorealizzazione, per immergersi e lasciarsi guidare dalla volontà del Buon Pastore nel noi della Chiesa. Soprattutto in questo tempo, nel quale la voce del Signore rischia di essere sommersa in mezzo a tante altre voci non di amore, ogni comunità ecclesiale, già provata dalla scarsità di sacerdoti, non può non essere attenta nel promuovere e curare le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata, cura feconda anche per la vocazione al matrimonio. Anche nel nostro mondo tecnologico il bisogno di Dio richiede Pastori che annunciano la presenza del Risorto, virtuale nella Parola e reale nel Sacramento dell’Eucarestia almeno la Domenica e la sua zione nei Sacramenti, la confessione in particolare.
Rinvigoriti dalla gioia pasquale e dalla fede nella Presenza del Risorto, affidiamo i nostri propositi e le nostre richieste alla Vergine Maria, madre di ogni vocazione, perché con la sua intercessione faccia accadere tante vocazioni al servizio della Chiesa e del mondo.

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