Domenica III di Pasqua anno B

Il Risorto ci assicura della sua presenza tra noi, virtualmente per mezzo della Parola, realmente attraverso l’Eucaristia

Quest’oggi, terza Domenica di Pasqua, incontriamo – nel Vangelo secondo Luca – Gesù risorto che si presenta in mezzo ai discepoli (Lc 24, 36), i quali, increduli e impauriti, pensano di vedere un fantasma (Lc 24,37). Scrive Romano Guardini: “Il Signore è mutato. Non vive più come prima. La sua esistenza … non è comprensibile. Eppure è corporea,
comprende …tutta quanta la sua vita vissuta, il destino attraversato, la sua passione, la sua morte e sepoltura cioè il suo amore sino alla fine. Tutto è realtà. Sia pure mutata, ma sempre tangibile realtà”. Poiché la risurrezione non cancella i segni della crocifissione, Gesù mostra agli Apostoli le mani e i piedi. E per convincerli, chiede persino qualche cosa da mangiare. Così i discepoli “gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro” (Lc 24,42-43). San Gregorio Magno commenta che il pesce arrostito al fuoco non significa altro che la passione di Gesù Mediatore tra Dio e gli uomini, la Nuova e definitiva Alleanza cioè la Nuova Storia di amore fino al perdono. Egli, infatti, si degnò di nascondersi nelle acque del genere umano, accettò di essere stretto nel laccio della nostra morte e fu come posto al fuoco per i dolori subiti al tempo della passione.
Grazie a questi segni molto realistici, i discepoli superano il dubbio iniziale e si aprono al dono della fede;  e questa fede permette loro di capire le cose scritte sul Cristo già “nella legge di Mosè, nei Profeti e nel Salmi (soprattutto il Salmo 22)” (Lc 24,44). Leggiamo, infatti, Che Gesù “aprì la loro mente per comprendere le Scritture e disse loro: “Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati …Di questo voi siete testimoni” (Lc 24,45-48). Il Salvatore ci assicura della sua presenza reale  tra noi, virtualmente per mezzo della Parola e realmente per mezzo dell’Eucaristia e agendo attraverso i suoi sette Sacramenti, e i sacramentali della Chiesa. Come, perciò, i discepoli di Emmaus sentivano ardere il loro cuore ricevendo la sua Parola e riconoscendolo realmente nello spezzare il pane cioè nella celebrazione eucaristica (Lc 24,35), così anche noi incontriamo il Signore nella Celebrazione della Messa. Spiega, a tale proposito, san Tommaso d’Aquino che “è necessario riconoscere secondo la fede cattolica, che tutto il vissuto di Cristo si fa presente in questo Sacramento …perché mai la divinità ha lasciato il corpo che ha assunto” (S. Th., q. 76, a.1).
Carissimi, nel tempo pasquale la Chiesa, solitamente, amministra la Prima Comunione ai bambini. Quanto è importante che i parroci, i genitori e i catechisti preparino bene questa festa della fede, con grande fervore ma anche con grande sobrietà. “Questo giorno rimane giustamente impresso nella memoria come il primo momento in cui …si è percepita l’importanza dell’incontro personale con Gesù” (Sacramentum caritatis, 19) e quello comunitario almeno della Domenica. 
La Madre di Dio ci aiuti ad ascoltare con attenzione il Suo darsi virtuale per mezzo della Parola del Signore che prepara il suo farsi presente reale alla Mensa del Sacrificio Eucaristico, per diventare capaci di amare con il suo amore e testimoni dell’umanità nuova.

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