Preghiera 83
Quaresima, cammino sacramentale di liberazione dal demonio, che è “menzognero e padre della menzogna” (Gv 8,44)
Madonna della salute di Dossobuono 5 marzo 2018 ore 18,30 – 20,30
311 per l’esposizione R)Signore ascolta: Padre perdona! Fa che vediamo il tuo amore. 1.A te guardiamo, Redentore nostro, da te speriamo gioia di salvezza. Fa che troviamo grazia di perdono. R) Signore…
2. Ti confessiamo ogni nostra colpa, riconosciamo ogni nostro errore e ti preghiamo: dona il tuo perdono. R) Signore …
3. O buon Pastore, tu che dai la vita; Parola certa, roccia che non muta: perdona ancora, con pietà infinita. R) Signore …
Ancora una volta, come ogni anno, ci viene incontro il dono
della Pasqua del Signore per liberarci, guarirci e consolarci! Per prepararci ad essa la Provvidenza di Dio ci offre ogni anno, anche quest’anno il cammino della Quaresima, “segno sacramentale della nostra conversione”, che annuncia e realizza con la Confessione e Comunione pasquale la possibilità di tornare al Signore con tutto il cuore, libero da ogni negatività e pieno di amore convertendoci cioè cambiando vita e mentalità.
della Pasqua del Signore per liberarci, guarirci e consolarci! Per prepararci ad essa la Provvidenza di Dio ci offre ogni anno, anche quest’anno il cammino della Quaresima, “segno sacramentale della nostra conversione”, che annuncia e realizza con la Confessione e Comunione pasquale la possibilità di tornare al Signore con tutto il cuore, libero da ogni negatività e pieno di amore convertendoci cioè cambiando vita e mentalità.
Papa Francesco con il messaggio per la Quaresima 2018 desidera aiutare tutta la Chiesa a vivere con gioia e verità questo tempo di liberazione e di grazia e lo fa ispirandosi a un’espressione di Gesù nel Vangelo di Matteo: “Per il dilagare dell’iniquità l’amore di molti si raffredderà” (24,12). E dove non c’è amore cresce il rischio dell’azione demoniaca perché, riferendoci ai nomi del demoniaco nell’Apocalisse, come demonio divide, come satana spinge all’odio, come serpente antico oscura la coscienza, come dragone dissolve la creazione, soprattutto il rapporto di tenerezza e gioia tra uomo-donna immagine delle relazioni trinitarie.
Questa frase di Gesù si trova nel discorso che riguarda la fine dei tempi e che è ambientato a Gerusalemme, sul Monte degli Ulivi, proprio dove avrà inizio la passione del Signore, dove avverrà il suo pianto sulla Città Sacra prossima alla distruzione: quante volte ho cercato di raccogliere i tuoi figli come la chioccia i suoi pulcini di fronte all’imminenza del temporale e tu, potendo volere, non hai voluto. Rispondendo a una domanda dei discepoli, Gesù annuncia una grande tribolazione e descrive la situazione in cui potrebbe trovarsi anche la comunità dei credenti: di fronte a eventi dolorosi, alcuni falsi profeti sedotti, ma non costretti da Satana inganneranno molti, tanto da spegnere nei cuori la carità che è il centro di tutto il Vangelo, l’accadere del Regno di Dio cioè del suo amore che salva, libera, guarisce, o almeno consola: è l’umanesimo cristiano di croce e risurrezione.
335 R) Ti saluto, o Croce santa, che portasti il Redentor: gloria, lode, onor ti canta ogni lingua ed ogni cuor. 1.Set vessillo glorioso di Cristo, sei salvezza del popol fedel. Grondi sangue innocente sul tristo che ti volle martirio crudel. R) Ti saluto …
2. Tu nascesti tra braccia amorose d’una Vergine Madre, o Gesù; tu moristi tra braccia pietose d’una croce che data ti fu. R) Ti saluto …
3. O Agnello divino, immolato sull’altar della croce, pietà! Tu che togli del mondo il peccato salva l’uomo che pace non ha. R) Ti saluto …
L’azione dei falsi profeti che contrabbandano come Parola del Signore le parole del Maligno o le proprie parole.
Quali forme assumono i falsi profeti per sedurre anche se nessuno è sottratto alle sue responsabilità, sapendo che il peccato è sempre una libera scelta umana e non del demonio: ”è dal cuore dell’uomo che escono pensieri maligni” e la preghiera di liberazione, gli esorcismi non pongono al sicuro, ma nella condizione di scegliere responsabilmente. I falsi profeti, sedotti dal serpente antico che oscura la coscienza sono come “incantatori di serpenti”, ossia approfittano delle emozioni umane per render schiave le persone e portarle dove vogliono loro. Quanti figli di Dio fin dall’innesto del Battesimo sono suggestionati dai polloni bastardi del piacere di pochi istanti senza pensare, senza rendersi conto scambiandoli per la felicità di Dio che ogni cuore desidera e per cui siamo fatti e ricreati! Quanti uomini e donne vivono non consapevoli della necessità ma come incantati dall’illusione del denaro , che li rende in realtà schiavi del profitto o di interessi meschini! Quanti vivono pensando di bastare a sé stessi, contro la verità del proprio e altrui essere dono del Donatore divino, facendosi dono e cadono preda della solitudine, anticipo dell’inferno!
Altri falsi profeti sono quei “ciarlatani” che offrono soluzioni semplici e immediate alle sofferenze, rimedi che si rivelano però completamente inefficaci: a quanti giovani è offerto il falso rimedio diabolico della droga, di relazioni “usa e getta” anche tra uomo - donna che portano alla violenza, di guadagni facili ma disonesti! Quanti, con il potere dei mezzi di comunicazione, sono irretiti in una vita completamente virtuale e non reale, i cui i rapporti sembrano più semplici e veloci per rivelarsi poi drammaticamente privi di senso! Questi truffatori secolarizzati, senza fede religiosa, cristiana, che offrono cose senza valore, tolgono invece ciò che è più prezioso come la dignità, la libertà e quindi la capacità di sentirsi amati e di amare. E’ l’inganno di un relativismo e dell’utilitarismo, con l’esclusione di ogni principio morale che sia valido per se stesso, un taglio radicale e profondo non solo con il cristianesimo ma più in generale con le tradizioni religiose e morali dell’umanità. E’ l’inganno della superficialità e della vanità, che ci porta a fare diabolicamente la figura dei pavoni…per cadere poi nel ridicolo; e dal ridicolo si rischia di non tornare più indietro. Non fa meraviglia: da sempre il demonio, che è “menzognero e padre della menzogna” (Gv 8,44), presenta il male come bene e il falso come vero, per confondere il cuore dell’essere umano. Ognuno di noi, perciò, con l’esame di coscienza di ogni sera alla luce della Parola di Dio è chiamato in questo cammino quaresimale di liberazione a discernere nel suo cuore ed esaminare sé è minacciato dalle menzogne di questi falsi profeti. Occorre imparare a non fermarsi a livello immediato, superficiale, ma riconoscere ciò che lascia dentro di noi un’impronta buona e duratura, perché viene da Dio, che è Amore, e vale veramente per il nostro bene e la nostra felicità.
Un cuore diabolicamente freddo
Dante Alighieri, nella sua descrizione dell’inferno, immagina il diavolo seduto su un trono di ghiaccio; egli ha vita nel gelo dell’amore soffocato. Nel cammino di liberazione quaresimale alla luce della Parola di Dio e dei Sacramenti, dei Sacramentali come la preghiera di liberazione e la carità, chiediamoci: come si raffredda in noi la carità? Quali sono i segnali che ci indicano che in noi l’amore rischia di raffreddarsi, addirittura di spegnersi anche nella tenerezza e nella gioia del rapporto uomo-donna, da fidanzati, da genitori, nell’amore totalmente casto, da figli, da fratelli, da amici, da credenti? E fatti ad immagine di Dio che è amore che cos’è un vissuto senza amore? E’ diabolico, è già infernale!
Ciò che spegne la carità – ricorda Papa Francesco – è anzitutto l’avidità per il denaro, “radice di tutti i mali” (1 Tm 6,10); ad essa segue il rifiuto o la dimenticanza con l’assenza della preghiera continua, del proprio e altrui essere dono del Donatore divino, come di tutto il mondo che ci circonda trovando consolazione in Lui in tutti i limiti e tribolazioni, illudendoci e preferendo la nostra consolazione al conforto della sua Parola e dei Sacramenti, soprattutto la Messa di ogni Domenica. E tutto ciò si tramuta, come ogni giorno le notizie ci danno, in violenze orribili che si volgono contro coloro che sono ritenuti una minaccia alle nostre “false certezze”: il bambino non ancora nato, l’anziano ammalato, l’ospite di passaggio, l’attrattiva uomo-donna. Lo straniero, ma ancora il prossimo che ci ha attratto e che non corrisponde alle nostre attese: siamo fatti per il tutto divino, per la grande speranza, per l’unica speranza affidabile. Abbiamo bisogno anche delle speranze più piccole che ci mantengono in cammino nella loro relatività. Ma trasformate in idoli ci deludono e ci rendono inquieti, violenti, incapaci di godere del piccolo che rimanda al di più che è solo Dio, non un dio qualsiasi, ma quel Dio che possiede un volto umano che ci ha amati e ci ama fino al perdono, ogni singolo e l’umanità nel suo insieme, che si fa continuamente presente in modo sacramentale di cui la sua Parola biblica rimanda virtualmente nella e attraverso la Chiesa.
Anche il creato che nel suo essere dono rimanda al Creatore e che oggi incontriamo soprattutto attraverso la mediazione della scienza e della tecnica, non più direttamente e rischia di divenire testimone silenzioso di questo raffreddamento della vita e della carità: la terra è avvelenata da rifiuti gettati per incuria e interesse; i mari, anch’essi inquinati, devono purtroppo ricoprire i resti di tanti naufraghi di migrazioni forzate; i cieli – che nel disegno di Dio cantano la sua gloria, la sua potenza, il suo amore, la sua misericordia – sono solcati da macchine che fanno piovere strumenti di distruzione e di morte.
L’amore si raffredda anche nelle nostre comunità familiari, diocesane, parrocchiali, civili, carismatiche, di apparizioni: Papa Francesco nell’Esortazione apostolica Evangelii gaudium ha cercato di descrivere i segni più evidenti di questo venir meno dell’amore: l’accidia egoista, il pessimismo sterile, la tentazione di isolarsi e di impegnarsi in continue guerre fratricide col rischio della terza guerra mondiale a tratti, la mentalità mondana che predomina in Occidente e che vorrebbe porsi come universale e autosufficiente, generando un nuovo costume di vita per il quale valido è soltanto ciò che è esperimentabile e calcolabile, utile, mentre sul piano della prassi la libertà individuale viene eretta a valore fondamentale al quale tutti gli altri dovrebbero sottostare. Così Dio rimane escluso dalla cultura e dalla vita pubblica, esclusa soprattutto l’attesa del di più della vita veramente vita oltre la morte, cui rimandano tutti i valori storici nella loro realtà, nella loro verità. Anche la fede, l’ardore missionario con cui si rafforza, diventano più difficili, anche perché, soprattutto in Occidente, viviamo in un mondo che si presenta quasi sempre come opera nostra, nel quale, per così dire, Dio, la sua creazione, non compaiono più direttamente, sembra divenuto superfluo ed estraneo.
Cosa fare per non soccombere nella tentazione più diabolica della disperazione?
Se vediamo nel nostro intimo e attorno a noi i segnali appena descritti, ecco che la Chiesa, nostra madre e maestra anche attraverso il convenire alla preghiera di liberazione, di guarigione, di consolazione, assieme alla medicina, a volte molto amara, della verità, ci offre in questo tempo, in questo cammino quaresimale verso la Pasqua, il dolce, sicuro e semplice rimedio della preghiera, dell’elemosina e del digiuno.
Dedicando più tempo alle preghiera e ravvivando la preghiera continua dell’innalzare mente e cuore a Lui, permettiamo a Lui di intervenire e al nostro cuore di scoprire le menzogne segrete con le quali inganniamo continuamente noi stessi, per cercare finalmente con il cambiamento di mentalità e di vita cioè con la conversione la consolazione non in un dio qualsiasi, ma in quel Dio che possiede un volto umano che oggi vivo da risorto ci ama sino alla fine, ogni singolo e l’umanità nel suo insieme. Il suo regno non è un al di là immaginario, posto in futuro che non arriva mai; il suo regno è presente in ogni Pasqua di Venerdì Santo e di Veglia di risurrezione, là dove Egli è amato e dove il suo amore ci raggiunge come Padre facendoci figli nel Figlio nello Spirito Santo con il Battesimo o facendoci ritornare figli dopo il peccato con la Riconciliazione della Confessione e Comunione pasquale sotto lo sguardo della Regina della pace, dell’Amore, della Madonna della salute, della Madre del lungo cammino.
L’esercizio intelligente dell’elemosina, del di più che ci è necessario ci libera dall’avidità e ci aiuta a scoprire che l’altro è bisognoso ed è mio fratello verso il quale farmi dono senza rimanere indifferente, realizzarmi e arricchirmi per la vita veramente vita nel di più oltre la morte: ciò che io ho non è mai solo mio. “Come vorrei – Papa Francesco – che l’elemosina del di più si tramutasse per tutti in un vero e proprio stile di vita! Come vorrei che, in quanto cristiani, seguissimo l’esempio degli Apostoli e vedessimo nella possibilità di condividere con gli altri i nostri beni una testimonianza concreta della comunione che viviamo nella Chiesa. A questo proposito faccio mia l’esortazione di san Paolo, quando invitava i Corinti alla colletta per la comunità di Gerusalemme: “Si tratta di cosa vantaggiosa per voi” (2 Cor 8,10). Questo vale in modo speciale nella Quaresima, durante la quale molti organismi raccolgono collette e favore di Chiese e popolazioni in difficoltà. Ma come vorrei che anche nei nostri rapporti quotidiani, davanti a ogni fratello che ci chiede un aiuto, noi pensassimo che lì c’è un appello della divina Provvidenza: ogni elemosina è un’occasione per prendere parte alla Provvidenza di Dio verso i suoi figli; e se Egli si serve di me per aiutare un fratello, come domani non provvederà anche alle mie necessità, Lui che non si lascia vincere in generosità?”. E neanche un bicchiere d’acqua dato per amore gratuitamente sarà dimenticato nel di più della vita veramente vita.
81 1. Amatevi, fratelli, come io ho amato voi! Avrete la mia gioia, che nessuno vi toglierà. Avremo la sua gioia, che nessuno ci toglierà.
2. Vivete insieme uniti come il Padre è unito a me! Avrete la mia vita, se l’Amore sarà con voi! Avremo la sua vita, se l’Amore sarà con noi!
3. Vi dico queste parole perché abbiate in voi la gioia! Sarete miei amici, se l’Amore sarà con voi! Saremo suoi amici, se l’Amore sarà con noi!
Il digiuno, toglie forza alla nostra violenza, fa crescere la forza della volontà, ci disarma, e costituisce un’importante occasione di crescita liberando dall’abulia cioè dalla debolezza della volontà. Da una parte, ci permette di sperimentare ciò che provano quanti mancano anche dello stretto necessario e conoscono i morsi quotidiani della fame; dall’altra, esprime la condizione del nostro spirito, affamato di bontà e assetato della vita di Dio, di figli nel Figlio e quindi fratelli. Il digiuno ci sveglia, ci fa attenti a Dio e al prossimo, ridesta la volontà di obbedire a Dio che, solo, sazia la nostra fame.
“Vorrei – Papa Francesco – che la mia voce giungesse al di là dei confini della Chiesa Cattolica, per aggiungere tutti voi, uomini e donne di buona volontà, aperti all’ascolto di Dio. Se come noi siete afflitti dal dilagare dell’iniquità nel mondo, se vi preoccupa il gelo che paralizza i cuori e le azioni, se vedete venir meno il senso di comune umanità, unitevi a noi per invocare insieme Dio, per digiunare insieme e insieme donare quanto potete per aiutare i fratelli!”.
Il Fuoco della Pasqua di liberazione, di guarigione, di consolazione
“Invito – Papa Francesco – soprattutto i membri della Chiesa a intraprendere con zelo il cammino della Quaresima, sorretti dall’elemosina, dal digiuno e dalla preghiera. Se a volte la carità sembra spegnersi in tanti cuori, essa non lo è nel cuore di Dio! Egli ci dona sempre nuove occasioni affinché possiamo ricominciare ad amare e quindi ad essere liberi (e vincitori con Cristo del Maligno): Lui ci ama non solo quando e perché siamo buoni ma per farci diventarlo, non guarda quante volte cadiamo ma quante volte ci lasciamo riconciliare.
Un’occasione propizia sarà anche quest’anno l’iniziativa “24 ore per il Signore”, che invita a celebrare il sacramento della Riconciliazione in un contesto di adorazione eucaristica. Nel 2018 essa si svolgerà venerdì 9 e sabato 10 marzo. Ispirandosi alle parole del salmo 130,4: “Presso di te è il perdono”. In ogni diocesi, almeno una chiesa rimarrà aperta per 24 ore consecutive, offrendo la possibilità della preghiera di adorazione e della Confessione sacramentale.
Nella notte di pasqua rivivremo il suggestivo rito dell’accensione del cero pasquale: attinta dal “fuoco nuovo”, la luce a poco a poco scaccerà il buio e rischiarirà l’assemblea liturgica. “La luce del Cristo che risorge glorioso disperda le tenebre del cuore e dello spirito”, affinché tutti possiamo rivivere l’esperienza del discepolo di Emmaus: ascoltare la parola del Signore e nutrirci del Pane eucaristico consentirà al nostro cuore di tornare ad ardere di fede, speranza e carità”, liberi, guariti o almeno consolati perché solo il suo amore attraverso la Regina dell’amore ci dà la possibilità di perseverare con ogni sobrietà giorno per giorno, senza perdere lo slancio della speranza, in un mondo che, non solo per sua natura, è imperfetto ma freddo per il dilagare dell’iniquità. E il suo amore che si rivela in concrete esperienze di amicizia, allo stesso tempo è per noi la garanzia che esiste ciò che solo vagamente intuiamo e, tuttavia, nell’intimo aspettiamo: il di più della vita “veramente” vita.
Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, santa madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta.
Consolatrice degli afflitti, prega per noi. Aiuto dei cristiani, prega per noi.
Fa che io possa lodarti, Vergine santa, e tu dammi la forza per combattere i tuoi nemici.
Madre mia, fiducia mia, Vergine Madre di Dio, Madonna della salute, Maria, prega Gesù per me.
Gloriosa regina del mondo, come assunta in cielo in anima e corpo speranza e segno di consolazione, tu che hai generato nel corpo Gesù, corpo che non ha conosciuto la corruzione ma la trasfigurazione come risorto e asceso al cielo, intercedi come Madre di Cristo, della sua Chiesa, per la nostra pace.
Maria, Madre della grazia e Madre della misericordia come donna eucaristica, proteggici dal nemico e accoglici nel di più della vita nell’ora della morte.
Vieni in mio aiuto, santissima Vergine Maria, in tutte le mie tribolazioni, angustie e necessità: implora per me il tuo amatissimo Figlio, perché mi liberi da ogni male e pericolo dell’anima e del corpo.
Ricordati, o Vergine Maria, Madonna della salute, che non si mai udito che alcuno sia ricorso al tuo patrocinio, abbia implorato il tuo aiuto, chiesto la tua protezione e sia stato abbandonato. Sorretto da tale confidenza ricorro a te, madre, Vergine delle vergini, e mi umilio davanti a te, peccatore pentito. Madre del Verbo di Dio, il tuo bambino Gesù, il tuo Cristo risorto, accetta le mie preghiere e propizia esaudiscimi. Amen
Benedizione eucaristica
Benedizione dell’acqua esorcizzata
Unzione sacramentale con l’olio benedetto
Celebrazione eucaristica
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