Discorso al corpo diplomatico
Papa Francesco, parlando al corpo diplomatico, ha avuto un’accoglienza
grande dai cattolici
Di Lorenzo Bertocchi
in LaVerità 9 gennaio 2018
“Per la Santa Sede parlare di diritti umani significa
anzitutto riproporre la centralità della dignità della persona, in quanto
voluta e creata da Dio a sua immagine e somiglianza”. E’ partendo da questo
fondamentale presupposto che ieri papa Francesco
si è rivolto ai diplomatici
accreditati alla Santa
sede, e dopo 70 anni dall’adozione della Dichiarazione
universale dei diritti dell’uomo, ha centrato il suo discorso sul tema dei
diritti.
DIRITTI E LEGGE
NATURALE Francesco ha chiarito subito che c’è una “natura che
oggettivamente accomuna il genere umano”, una natura che se viene tradita apre
“la strada alla diffusione dell’ingiustizia, dell’ineguaglianza sociale e della
corruzione”. Il riferimento è alla legge naturale e sembra di sentire Benedetto XVI, quando nel 2008 incontrò i membri
dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. “Tali diritti (dell’uomo, ndr)”, disse papa Ratzinger, “sono basati sulla legge
naturale iscritta nel cuore dell’uomo e presente nelle diverse culture e
civiltà. Rimuovere i diritti umani da questo contesto significherebbe
restringere il loro ambito e cedere ad una concezione relativistica”
positivistica.
IL SESSANTOTTO E I
NUOVI DIRITTI. La visione riduttiva della persona umana ha portato a
sconvolgere i presupposti che sostengono i diritti dell’uomo. “Nel corso degli
anni” ha detto papa Francesco, “soprattutto in seguito ai sommovimenti sociali del Sessantotto,
l’interpretazione di alcuni diritti è andata progressivamente modificandosi,
così da includere una molteplicità di ‘nuovi diritti’, non di rado in
contrapposizione tra loro”. Così “in nome degli stessi diritti umani, si
vengano ad instaurare forme di colonizzazione ideologica dei più forti e dei
più ricchi a danno dei più poveri e dei più deboli”.
DIFESA DELLA VITA A
70 anni di distanza dalla Dichiarazione, ha continuato il Papa, “duole rilevare
come molti diritti fondamentali siano ancora oggi violati. Primo fra tutti
quello della vita, alla libertà e inviolabilità di ogni persona umana”. Francesco esprime così le tradizionali
posizioni della Chiesa a proposito di aborto e difesa della vita, specificando
che il diritto alla vita non è attaccato soltanto da “guerra e violenza”, ma
“ci sono forme più sottili: penso anzitutto ai bambini innocenti, scartati
ancora prima di nascere; non voluti talvolta solo perché malati o malformati o
per l’egoismo degli adulti”.
Ma il diritto alla vita viene violato anche nei confronti
degli anziani, “anch’essi tante volte scartati, soprattutto se malati, perché
ritenuti un peso”. Ha poi aggiunto che per difendere la vita e l’incolumità
fisica delle persone occorre “tutelare il diritto alla salute”, auspicando “che
nei fori internazionali competenti, ci si adoperi per favorire anzitutto un
facile accesso per tutti alle cure e ai trattamenti sanitari”.
FAMIGLIA NATURALE Il
richiamo alla promozione della famiglia naturale, formata da un uomo e da una
donna, è un altro punto forte del discorso del Papa. Ha auspicato politiche “a
sostegno della famiglia, dalla quale peraltro dipende l’avvenire e lo sviluppo
degli Stati. Senza di essa non si possono infatti costruire società in grado di
affrontare le sfide del futuro. Il disinteresse per le famiglie porta poi con
sé un’altra conseguenza drammatica – e particolarmente attuale in alcune
regioni – che è il calo della natalità. Si vive un vero inverno demografico!”.
Chiaro anche il messaggio rivolto all’Occidente che fonda i
legami affettivi su di una liquidità che lascia dietro di sé tante macerie sociali.
“Purtroppo”, ha detto, “è noto come, specialmente in Occidente, la famiglia sia
ritenuta un istituto superato. Alla stabilità di un progetto definitivo, si
preferiscono oggi legami fugaci. Ma non sta in piedi una casa costruita sulla
sabbia di rapporti fragili e volubili. Occorre piuttosto la roccia, sulla quale
ancorare fondamenta solide. E la roccia è proprio quella comunione di amore,
fedele e indissolubile, che unisce l’uomo e la donna, una comunione che ha una
bellezza austera e semplice, un carattere sacro e inviolabile e una funzione
naturale nell’ordine sociale”.
DISARMO NUCLEARE E
PACE Citando a piene mani Pacem in
terris di Giovanni XXIII, papa Francesco parla di disarmo integrale.
“La continua produzione di armi sempre più avanzate e ‘perfezionate’ e il
protrarsi di numerosi focolai di conflitto – e di quella che più volte ho
chiamato “terza guerra mondiale a pezzi” . non può che farci ripetere con forza
le parole del mio santo predecessore: “Riesce quasi impossibile pensare che
nell’era atomica la guerra possa essere utilizzata come strumento di
giustizia”.
“In tale prospettiva”, ha detto, “è di primaria importanza
che si possa sostenere ogni tentativo di dialogo nella penisola coreana, al
fine di trovare nuove strade per superare le attuali contrapposizioni,
accrescere la fiducia reciproca e assicurare un futuro di pace al popolo
coreano e al mondo intero”. Francesco ha
quindi parlato della situazione in Siria, auspicando una ricostruzione pacifica
che tenga conto di una tutela per “le minoranze religiose tra le quali vi sono
i cristiani, che da secoli contribuiscono attivamente alla storia della Siria”.
MIGRANTI E
INTEGRAZIONE PRIDENTE Sul tema delle migrazioni il papa richiama tutti a
non alimentare “paure ancestrali” e di “partire dalla considerazione essenziale
che davanti a noi ci sono innanzitutto persone”. Per questo, citando il suo
messaggio per la pace dello scorso 1 gennaio, ha invitato i governanti a
praticare “la virtù della prudenza”, così “sapranno accogliere, promuovere,
proteggere e integrare, stabilendo misure pratiche, nei limiti consentiti dal
bene comune rettamente inteso, (per) permettere quell’inserimento”. Sulla questione
della integrazione il papa ha specificato che “la Santa Sede non intende
interferire nelle decisioni che spettano agli Stati, i quali, alla luce delle
rispettive situazioni politiche, sociali ed economiche, nonché delle proprie
capacità e possibilità di ricezione e di integrazione, hanno la prima
responsabilità dell’accoglienza. Tuttavia, essa ritiene di dover svolgere un
ruolo di “richiamo” dei principi di umanità e di fraternità, che fondano ogni
società coesa ed armonica”.
LIBERTA’ DI CAMBIARE
RELIGIONE Infine un passaggio sul diritto alla libertà religiosa, che, dice
Francesco, include “il diritto a
cambiare religione”. Anche se questa libertà è spesso disattesa, e la religione
diviene “o l’occasione per giustificar ideologicamente nuove forme di
estremismo o un pretesto per l’emarginazione sociale, se non addirittura per
forme di persecuzione dei credenti”.
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