II Domenica di Pasqua o della Divina Misericordia
Accogliamo il dono della pace che l’incontro con Gesù risorto ci offre
e con il dono dello Spirito lasciamoci riempiere il cuore della sua
misericordia.
Ogni anno, celebrando la Pasqua, noi riviviamo l’esperienza
dei primi discepoli di Gesù, l’esperienza dell’incontro con Lui risorto che fa
accadere la fede, il perdono, l’amore: racconta il Vangelo di Giovanni che essi
lo videro apparire in mezzo a loro, nel cenacolo, la sera del giorno stesso
della Risurrezione, “il primo della settimana”, “Giorno del Signore”, è il
giorno dell’assemblea, della comunità cristiana che si
riunisce per il suo
culto proprio cioè l’attualizzazione sacramentale dell’offerta del sacrificio
della Croce, cioè l’Eucarestia, culto nuovo e distinto fin dall’inizio da
quello giudaico del sabato. In effetti, la celebrazione del Giorno del Signore
è una prova molto forte della Risurrezione di Cristo, perché solo un
avvenimento, un incontro straordinario e sconvolgente poteva indurre i primi
cristiani a iniziare un culto diverso rispetto al sabato ebraico. E da allora
la fede accade attraverso l’incontro con chi l’ha incontrato. Incontro
significa un ingresso di Cristo nella propria persona, tale per cui siamo
trasformati in Lui, viviamo in lui e di Lui. Egli configura a Sé totalmente la persona
che incontra e la rende in atto, pienamente umana. Il Vangelo usa tante
immagini: come la vite e i tralci, come la comunione coniugale, la mutua inabitazione
ed altre ancora. Perché un incontro del genere possa accadere il Risorto
infonde ciò che di più intimo, di più proprio c’è in Lui, il suo stesso
Spirito: “Ricevete lo Spirito Santo”. E’ Lui, lo Spirito, che realizza
l’incontro della persona col Dio che ha assunto un volto umano, che ci ha amato
sino alla fine, con un amore che perdona, che è misericordia del Padre, che
ricrea ciò che il peccato ha distrutto o rovinato.
Allora, in quella seconda Domenica come oggi tra noi qui
convenuti in questa Domenica, il culto cristiano non è solo un ricordo di
eventi passati, e nemmeno una particolare esperienza mistica, religiosa, ma
essenzialmente un incontro con il Signore risorto, che vive dopo l’ascensione
nella dimensione divina alla destra del Padre, al di là del tempo e dello
spazio, e tuttavia si rende realmente, con il suo corpo trasfigurato, presente
in mezzo alla comunità che ogni Domenica conviene per la Messa, ci parla nelle
Sacre Scritture e spezza per noi Il Pane
di vita eterna. Attraverso questi segni sacramentali noi viviamo oggi ciò che
sperimentarono i discepoli allora, cioè il fatto di vedere il Crocefisso vivo e
nello stesso tempo di non riconoscerlo subito; di toccare il suo corpo, Tommaso
di mettere il dito nelle piaghe che rimangono luminose anche risorto, di
allungare la mano nel costato, un corpo vero, eppure libero dai legami terreni,
che può nello stesso tempo farsi sacramentalmente presente dovunque e sempre.
E’ anche molto importante quello che riferisce il Vangelo, e
cioè che Gesù, nelle due apparizioni agli Apostoli riuniti nel cenacolo in
quelle prime due domeniche avviando il ritmo settimanale, ripeté più volte il
saluto “Pace a voi!” (Gv 20,19.21.26), che mi avete abbandonato, rinnegato,
dubitato. Il saluto tradizionale, la pace, diventa una cosa nuova: diventa il
dono di quella pace che solo Gesù può dare, perché è frutto della sua vittoria
radicale sul male. Solo attraverso di Lui il Padre può togliere il male commesso nel passato ricreando ciò che il
peccato mortale ha distrutto, il peccato veniale ha ferito. Nell’assoluzione
sacramentale sentiamo “ti doni il perdono e la pace”. La “pace” che Gesù offre
ai suoi amici è frutto dell’amore di Dio che lo ha portato a morire sulla croce,
a versare il suo sangue, come Agnello mite e umile, “pieno di grazia e verità”
(Gv 1,14). Ecco perché San Giovanni Paolo II ha voluto intitolare questa
Domenica dopo la Pasqua alla Divina Misericordia, con un’icona ben precisa:
quella del costato trafitto di Cristo, da cui escono sangue ed acqua, secondo
la testimonianza oculare dell’apostolo Giovanni (Gv 19,34-37). Ma ormai Gesù è
risorto facendoci rivivere tutti momenti prima di risorgere soprattutto la
passione, e da Lui vivo scaturiscono i Sacramenti pasquali del Battesimo e
dell’Eucarestia: chi si accosta ad essi con fede riceve il dono della vita
veramente vita, della vita eterna.
Accogliamo il dono della pace che ci offre oggi Gesù
risorto, lasciamoci riempire della sua misericordia! In questo modo, con la
forza dello Spirito Santo, lo Spirito che ha risuscitato Cristo dai morti,
anche noi possiamo farlo incontrare a quelli che incontriamo. Ce lo ottenga
Maria Santissima, Madre di Misericordia, Regina della Pace e dell’Amore.
Commenti
Posta un commento