Domenica V
Il Signore ci comunica il sale, che da sapore a tutta la nostra
esistenza, ci comunica la luce, che permette di trovare la via giusta in tutte
le difficoltà e i momenti oscuri dell’esistenza
Nel Vangelo di questa domenica il Signore Gesù dice ai suoi discepoli
e quindi come Sua Parola a noi oggi: “Voi siete il sale della terra …Voi siete
la luce del mondo” (Mt 5,13.14). Mediante queste immagini ricche di
significato, Egli vuole trasmettere ad essi, a noi il senso della nostra
missione e della testimonianza. Il sale, nella cultura medio orientale, evoca
diversi valori quali l’alleanza o storia di amore di Dio
con l’umanità, la solidarietà, la vita e la sapienza. La luce è la prima opera di Dio Creatore ed è fonte della vita; la stessa Parola di Dio è paragonata alla luce, come proclama il salmista: “Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino” (Sal 119,105). E sempre nella Liturgia odierna il profeta Isaia dice: “Se aprirai il tuo cuore all’affamato, se sazierai l’afflitto di cuore, allora brillerà fra le tenebre la tua luce, la tua tenebra sarà come il meriggio” (58,10). La sapienza riassume in sé gli effetti benefici del sale e della luce: infatti, i discepoli del Signore sono chiamati a donare un nuovo “sapore” al mondo, e a preservarlo dalla corruzione, con la sapienza di Dio, che risplende pienamente sul volto del Figlio, perché Egli è la “luce vera che illumina ogni uomo” (Gv 1,9). La sua risurrezione è stata come un’esplosione di luce, un’esplosione dell’amore che scioglie le catene del peccato e della morte. Essa ha inaugurato una nuova dimensione della vita e della realtà, dalla quale emerge un mondo nuovo, che penetra continuamente nel nostro mondo, lo trasforma e lo attira a sé. Uniti a Lui, i cristiani possono diffondere in mezzo anche alle attuali tenebre dell’indifferenza e dell’egoismo la luce dell’amore di Dio, vera sapienza che dona significato all’esistenza e all’agire degli uomini.
con l’umanità, la solidarietà, la vita e la sapienza. La luce è la prima opera di Dio Creatore ed è fonte della vita; la stessa Parola di Dio è paragonata alla luce, come proclama il salmista: “Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino” (Sal 119,105). E sempre nella Liturgia odierna il profeta Isaia dice: “Se aprirai il tuo cuore all’affamato, se sazierai l’afflitto di cuore, allora brillerà fra le tenebre la tua luce, la tua tenebra sarà come il meriggio” (58,10). La sapienza riassume in sé gli effetti benefici del sale e della luce: infatti, i discepoli del Signore sono chiamati a donare un nuovo “sapore” al mondo, e a preservarlo dalla corruzione, con la sapienza di Dio, che risplende pienamente sul volto del Figlio, perché Egli è la “luce vera che illumina ogni uomo” (Gv 1,9). La sua risurrezione è stata come un’esplosione di luce, un’esplosione dell’amore che scioglie le catene del peccato e della morte. Essa ha inaugurato una nuova dimensione della vita e della realtà, dalla quale emerge un mondo nuovo, che penetra continuamente nel nostro mondo, lo trasforma e lo attira a sé. Uniti a Lui, i cristiani possono diffondere in mezzo anche alle attuali tenebre dell’indifferenza e dell’egoismo la luce dell’amore di Dio, vera sapienza che dona significato all’esistenza e all’agire degli uomini.
Sabato 11 febbraio, memoria della Beata Vergine di Lourdes,
celebreremo la Giornata Mondiale del Malato. Essa è occasione propizia per
riflettere, per pregare e per accrescere la sensibilità delle comunità
ecclesiali e della società civile verso i fratelli e le sorelle malati. Nel
Messaggio per questa Giornata, ispirato a Luca 1,49 “Stupore per quanto Dio compie: “Grandi cose ha fatto per me
l’Onnipotente” Papa Francesco esprime la vicinanza della Chiesa cioè di
Cristo a tutti coloro che vivono l’esperienza della sofferenza, apprezzamento a
tutti coloro che, nei diversi ruoli e in tutte le strutture sanitarie sparse
nel mondo, operano con competenza, responsabilità e dedizione per il sollievo
la cura e il benessere quotidiano. Incoraggia tutti, malati e sofferenti,
medici, infermieri, familiari, volontari, a contemplare in Maria, Salute dei malati, la garante della
tenerezza di Dio per ogni essere umano e il modello dell’abbandono alla sua
volontà; e a trovare sempre nella fede, nutrita dalla Parola e dai Sacramenti,
la forza di amare Dio e i fratelli anche nella esperienza della malattia. “Come
Santa Bernardette – Messaggio – siamo sotto lo sguardo di Maria. L’umile
ragazza di Lourdes racconta che la Vergine, da lei definita “la Bella Signora”,
la guardava come si guarda una persona. Queste semplici parole descrivono la
pienezza di una relazione. Bernardette, povera, analfabeta e malata, si sente
guardata da Maria come persona. La Bella Signore le parla con grande rispetto,
senza compatimento. Questo ci ricorda
che ogni malato è e rimane sempre un essere umano, e come tale va trattato.
Gli infermi, come i portatori di disabilità anche gravissime, hanno la loro inalienabile
dignità e la loro missione nella vita e non diventano mai dei meri oggetti,
anche se a volge possono sembrare solo passivi, ma in realtà non è mai così.
Bernardette, dopo essere stata alla Grotta, grazie alla preghiera trasforma la
sua fragilità in sostegno per gli altri, grazie all’amore diventa capace di
arricchire il suo prossimo e, soprattutto, offre la sua vita per la salvezza
dell’umanità. Il fatto che la Bella Signora
le chieda di pregare per i peccatori, ci ricorda che gli infermi, i sofferenti,
non portano in sé solamente il desiderio di guarire, ma anche quello di vivere
cristianamente la propria vita, arrivando a donarla come autentici missionari
di Cristo, (luce e sale della terra). A Bernardette Maria dona la vocazione di
servire i malati e la chiama ad essere Suora della Carità, una missione che lei
esprime in una misura così alta da diventare modello a cui ogni operatore
sanitario può fare riferimento. Chiediamo
dunque all'Immacolata Concezione la grazia di saperci sempre relazionare al
malato come ad una persona che, certamente, ha bisogno di aiuto, a volte anche
per le cose più elementari, ma che porta in sé il suo dono da condividere con
gli altri”.
A Lourdes c’è l’icona
di cristiani luce e sale della dignità
di ogni persona irriducibile alle sue facoltà o alle capacità che può
manifestare. E pertanto non viene meno quando la persona stessa è debole, invalida
e bisognosa di aiuto.
Commenti
Posta un commento