Domenica XVIII

“Cercare le cose di lassù” vuol dire cercare le cose che, in questo mondo, hanno un vero valore di vita veramente vita fuori dello spazio e del tempo com’è la vita trinitaria: la giustizia, l’amore fino al perdono, la carità che costituiscono la vera dignità di ogni uomo destinato a   figlio nel Figlio
Nell’odierna XVIII Domenica del Tempo Ordinario, la parola di Dio ci stimola a riflettere su come debba essere il nostro rapporto con i beni materiali, temporali. La ricchezza, il
successo, pur essendo in sé dei beni, non vanno considerati beni assoluti, idolatrati. Soprattutto non assicurano la salvezza, anzi potrebbero persino comprometterla seriamente, come avviene anche di beni temporali diventati un idolo. Proprio da questo rischio, sempre in agguato in noi fatti originariamente per il Tutto cioè le cioè di “lassù”, Gesù, nell’odierna pagina evangelica, mette in guardia i discepoli, tutti noi. E’ verità, realtà, saggezza e virtù non attaccare il cuore ai beni di questo mondo, come se fossero Tutto, perché tutto passa, anzi tutto può finire bruscamente. Il tesoro vero che dobbiamo cercare senza sosta per noi cristiani sta nelle “cose di lassù” in questo mondo cioè giustizia, misericordia, carità, dove si trova già il corpo risuscitato di Cristo, assiso alla destra del Padre, fuori del tempo e dello spazio, che sacramentalmente si fa presente in continuità nello spazio e nel tempo per farci giungere là dove è Lui. Ce lo ricorda quest’oggi San Paolo nella Lettera ai Colossesi, aggiungendo che la nostra vita “è ormai nascosta con Cristo in Dio” (3, 1-3).
A volgere lo sguardo verso “lassù”, verso il Cielo, la vita veramente vita con ogni bene senza più alcun male, ci invita la Solennità della trasfigurazione del Signore, che celebreremo Sabato prossimo. Nel racconto evangelico della Trasfigurazione sul monte, ci è dato un segno premonitore, che ci permette di dare un fugace sguardo nel regno di chi è già giunto, dei santi dove anche noi, al termine della nostra esistenza terrena, giungeremo a compimento partecipando alla gloria di chi è primizia di tutti noi cioè di Cristo, che sarà completa, totale e definitiva. Allora tutto l’universo sarà trasfigurato e si compirà finalmente il disegno divino della salvezza.
Ci ottenga questa grazia la Vergine Maria, che ricorderemo venerdì, celebrando la memoria liturgica della Dedicazione della Basilica di Santa Maria Maggiore, da noi detta Madonna della Neve. Com’è noto, questa è la prima Basilica dell’Occidente costruita in onore di Maria e riedificata nel 432 da Papa Sisto III per celebrare la divina maternità della Vergine, dogma solennemente proclamato nel Concilio ecumenico di Efeso l’anno precedente e richiamato in ogni celebrazione liturgica. La Vergine, che più di ogni altra creatura, ha partecipato al mistero di Cristo, ci sostenga nel nostro cammino di fede perché, come la liturgia ci invita pregare quest’oggi, operando con le nostre forze e sottomettere la terra non ci lasciano dominare dalla cupidigia e dall’egoismo, ma cerchiamo sempre ciò che vale davanti a Dio” (completa). Come c’è la Quaresima in preparazione della memoria di Pasqua di Cristo, la Liturgia ortodossa vive, da primo al quindici agosto, quindi giorni di quaresima in preparazione dell’Assunta, segno di speranza e di consolazione per tutti noi.

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