Papa Francesco: il diavolo é un truffatore

Papa Francesco e l’azione primaria e secondaria del Maligno:”Il diavolo è un cattivo pagatore, non paga mai bene! Sempre ti truffa, è un truffatore!”
Papa Francesco  il 7 agosto 2015 ha incontrato i giovani del Movimento Eucaristico Giovanile. E’ stato un dialogo molto lungo sulla misericordia, i cristiani perseguitati,la Madonna e al quarto posto ha trattato dediavolo. “E c’è un’altra sfida: saper distinguere la pace di Gesù da un’altra pace che non è di Gesù. Capito? E questa è una cosa che voi dovete imparare bene, e chiedere al Signore la grazia di saper discernere la vera pace dalla falsa pace. Discernere. Questa é una sfida. E la vera pace viene sempre da Gesù. Alcune volte viene ‘incartata’ in una croce, ma sempre la vera pace è di Gesù. Invece,l’altra pace, quella superficiale, quella pace che ti fa contento, ti accontenta un po’ ma è superficiale, viene dal nemico, dal diavolo, e ti fa contento:”Io sono contento, non mi preoccupo di questo, sono in pace …”. Ma dentro, dentro c’è un inganno! E qui è necessario chiedere questa grazia, di saper distinguere, di saper conoscere qual è la pace di Gesù di Gesù e qual è la pace che viene dal nemico, che ti distrugge. Sempre il nemico ti distrugge: ti fa credere che questa è la strada e poi,  alla fine ti lascia solo. Perché ricordate bene: il diavolo è un cattivo pagatore, non paga mai bene! (Con la sua azione secondaria e primaria) sempre ti truffa, è un truffatore! Ti fa vedere le cose truccate, e tu credi che quella cosa sia buona, che ti dia la pace, vai di là e alla fine non trovi non trovi la felicità. Cercare sempre la pace di Gesù: questa è una sfida, una sfida che ho avuto io e che avete tutti voi. E qual è il segno  della pace di Gesù? Come so che questa pace la dà Gesù? Il  “circo”, ti fa felice un attimo,ma mai ti dà quella gioia. Quella gioia può darla soltanto Gesù dandoti lo Spirito Santo. E la sfida di tutti noi – anche la mia – è cercare sempre la pace di Gesù; anche nei brutti momenti, ma la pace di Gesù. E saperla distinguere da quell’altra pace truccata, che alla fine è una truffa: finisci male e non ti pagano bene. E Gesù è un buon pagatore, paga bene: paga molto bene!”.
Commentando questo discorso sul Diavolo Massimo Introvignesulla Nuova Bussola Quotidiana del 12 agosto 2015 ha ripreso tutte le volte che papa Francesco è intervenuto con il suo magistero collegando i grandi temi tra loro, soprattutto i temi del diavolo e della Madonna. Ad Aparecida, in Brasile, il 24 luglio 2013, evoca la “scena drammatica: una donna – figura di Maria e della Chiesa – viene perseguitata da un Drago – il diavolo – che vuole divorarne il figlio”. Il 15 agosto 2013 a Castel Gandolfo nuovamente ricorda “la lo tta tra la donna e il drago”, icona delle “prove e le sfide che comporta il conflitto tra Dio e il Maligno,il nemico di sempre”. Nella storia, Maria, “lotta con noi, sostiene i cristiani nel combattimento contro le forze del Male”. Lo stesso Rosario, tanto caro al Pontefice, “ha anche questa dimensione ‘agonistica’, cioè di lotta, una preghiera che sostiene nella  battaglia contro il Maligno e i suoi complici”. Già da vescovo, a Buenos Aires, il futuro Pontefice aveva spesso accennato al tema. “Credo nell’esistenza del demonio”, aveva detto nel dialogo,con il rabbino Skorka. “Forse il suo maggior successo in questi tempi è stato farci credere che non esiste”.
Che il diavolo sia all’opera nella storia con la forma secondaria che fa soffrire, verso la quale c’è troppa attenzione culturale, masoprattutto con la forma primaria della tentazione cui oggi non si dà spesso troppo peso è provato dalla quantità di male non solo naturale ma preternaturale che la infesta. Il 26 maggio 2014, visitando il memoriale dell’Olocausto Yad Vashem   a Gerusalemme, il Papa afferma che tanto male non si spiega solo con l’opera dell’uomo. “Questo abisso – ricorda Dio all’uomo  -non può essere solo opera tua, delle tue mani, del tuo cuore … Chi ti ha corrotto? Chi ti ha sfigurato? Chi ti ha contagiato la presunzione di impadronirti del bene e del male? Chi ti ha convinto che eri dio?”. Ma il diavolo agisce ancora oggi nella forma secondaria, cui si dà troppa attenzione distogliendola da quella primaria della tentazione con cui ci coinvolge nel male.All’udienza generale del 13 giugno 2013 il Pontefice nota che “attorno a noi, basta aprire un giornale, e vediamo che la presenza del Male  c’è,  il diavolo agisce”. Un campo particolare dell’azione del demonio è la persecuzione che ancora oggi colpisce i cristiani come fin dagli inizi, da Gesù. Nell’omelia del 4 maggio 2013 a Santa Marta, Francesco afferma che l’origine della persecuzione è il diavolo, che “ci odia e fa nascere la persecuzione”. Il diavolo ostacola anche la missione: il secondo capitolo dell’esortazione  apostolica Evangelii  gaudiam elenca gli ostacoli all’evangelizzazione suscitati dallo “Spirito cattivo, il diavolo”.
Appena eletto collega il tema del diavolo alla tentazione più terribile della mondanità spirituale cui anche la gerarchia può essere succube. Già nella prima omelia, del 14 marzo 2013, il Papa afferma, citando lo scrittore francese Léon Bloy, che “chi non prega il Signore prega il diavolo … Quando non si confessa Gesù Cristo, si confessa la mondanità del diavolo, la mondanità del demonio”. Parlando ai movimenti cattolici il 18 maggio 2013 il Pontefice definisce la mondanità spirituale come l’illusione con cui il diavolo ci inganna” e ci porta a non annunciare più Cristo ma i nostri progetti umani. Nel primo incontro con i cardinali, il 15 marzo 2013, il Papa ha invitato a non cedere mai al “pessimismo, a quell’amarezza che il diavolo ci offre ogni giorno”. Anche tra i cattolici, ha aggiunto nell’Omelia della Domenica delle Palme del 21 marzo 2013, spesso “viene il nemico,viene il diavolo, mascherato da angelo tante volte, e insidiosamente ci dice la sua parola. Non ascoltatelo”.
Se lo ascoltiamo, nella Chiesa sorgono divisioni. Incontrando il Rinnovamento dello Spirito, il 1 giugno 2014, il Papa mette in guardia:”La divisione da chi viene? Dal Demonio”. Lo ripete all’udienza generale del 27 agosto  2014: “In una comunità cristiana,la divisione è uno dei peccati più gravi,, perché la rende segno non dell’opera di Dio, ma dell’opera del diavolo, il quale è per definizione colui che separa”. Parlando alla Gendarmeria  Vaticana il 28 settembre 2014, il Pontefice svela che dietro alle trame che talora scuotono lo stesso Vaticano c’è “una tentazione che al diavolo piace tanto:quella contro l’unità … E il diavolo cerca di creare la guerra interna, una sorta di guerra civile e spirituale”.
I vescovi non sono immuni da questi problemi. Francesco lo confida il 23 maggio 2013 ai vescovi italiani: divisioni, tristezza, sono sentimenti di chi “approfitta il Nemico, il diavolo, per isolare nell’amarezza, nella  lamentela e nello scoraggiamento”. E, nel dialogo con i sacerdoti a Caserta, il 27 luglio 2014 aggiunge che “è brutto quando i vescovi sparlano uno dell’altro”. “E’ qui dove il diavolo festeggia! E’ lui  che guadagna”. Incontrando il clero nella visita a Napoli del 21 marzo 2015, Francesco comincia dal seminario. Oggi l’azione del diavolo si rivolge specialmente contro la famiglia. Al Rinnovamento dello Spirito, nell’incontro citato, Francesco confida la sua convinzione che oggi il diavolo “vuole distruggere la famiglia”. Parlando a coppie da lui unite in matrimonio, il 14 settembre 2914, aggiunge che oggi il diavolo con il suo “veleno”  riduce il  “matrimonio a una fiction”. Ma è soprattutto a Manila, nella Messa  del 18 gennaio 2015 di fronte a sei milioni di persone, che Francesco parla degli attacchi del diavolo alla famiglia.”Spesso egli nasconde le sue insidie dietro l’apparenza della soddisfazione, il fascino  di essere “moderni”,  di essere “come tutti gli altri”.
L’11 aprile 2014,  nella predica mattutina a Santa Marta, Francesco spiega che la “tentazione del demonio ha tre caratteristiche e noi dobbiamo conoscerle per non cadere nelle trappole. La tentazione incomincia lievemente, ma cresce: sempre cresce. Secondo, cresce e contagia un altro, si trasmette a un altro, cerca di essere comunitaria. E alla fine, per tranquillizzare l’anima,si giustifica. Cresce,contagia e si giustifica”. “Qualcuno di voi, non so, può dire: “Ma, Padre, che antico è lei: parlare del diavolo nel secolo XXI!”. Ma, guardate che il diavolo c’è! Il diavolo c’è”. Anche nel secolo XXI!”.Il diavolo tenta soprattutto con la stanchezza. Nell’omelia del Giovedì Santo, 2 aprile 2015, tra le varie forme di stanchezza Francesco cita “quella che possiamo chiamare “la stanchezza dei nemici”. Il demonio e i suoi seguaci non dormono” e “lavorano instancabilmente”. Non si stancano, ma cercano di stancare noi. E tuttavia Gesù ha vinto il mondo. Al diavolo si deve e si può resistere, e resistendo si diventa santi, liberi. I santi: “non hanno mai odiato” le persone, afferma Francesco all’Angelus del 1 novembre 2013, per quante persecuzioni possano avere subito. I santi infatti sanno che “l’odio non viene da Dio, ma da Satana! E i Santi si sono allontanati da Satana”.

Non permettere che soccombiamo, non abbandonarci nella tentazione cioè nell’azione primaria del Maligno; liberaci dal Male da tutte le conseguenze dell’azione secondaria che pur secondaria fa soffrire e necessita, in alcuni casi, del ministero dell’esorcista!

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