Azione primaria e secondaria del demonio
“Il diavolo è un “venditore di fumo”. Ti promette molto, ma non ti dà nulla non mantiene mai nulla di ciò che ti promette” (Papa Francesco”): primaria la tentazione nella quale fa il venditore di falsità offerte come verità, presentando i vizi come virtù e sa anche, come azione secondaria, straziare e tormentare i corpi.
Il tormento dei corpi nella vessazione, nell’ossessione, soprattutto nella possessione, pur essendo una realtà sconvolgente e drammatica, non è l’attività primaria
dell’azione demoniaca, e direi che è la realtà che più va a suo sfavore, perché suo malgrado lo rende presente e di conseguenza costringe Cristo – tramite la sua Chiesa – a combatterlo, costringe Cristo ad intervenire tramite i suoi ministri, gli esorcisti.
Ma l’attività più subdola, deleteria e devastante è un’altra, come ha richiamato Papa Francesco nell’incontro con i giovani rifacendosi alla meditazione di sant’Ignazio delle due bandiere. ”Descrive da un lato la bandiera, (la tentazione) del demonio e dall’altro la bandiera, (non mentendo) di Cristo”. Le possessioni, che oltretutto sono rare, il maleficio ossia prestarsi all’azione del demonio contro altri, le vessazioni, le ossessioni sono la punta di un immenso iceberg. Purtroppo oggi l’attenzione è soprattutto sull’azione secondaria, emergente, che fa notizia e che necessita dell’esorcista ma è della massa sommersa dell’iceberg che dobbiamo preoccuparci, come ha fatto Patto Francesco nell’incontro con i giovani. Se l’azione demoniaca si riducessi ai fenomeni esterni dell’azione secondaria potremmo dire “povero diavolo con tutta la tua intelligenza e potenza a cosa ti sei ridotto” la battaglia sarebbe più semplice e facile, anche se richiede il ministero sacramentale dell’esorcista.
In continuità con il percorso storico-scritturistico-magisteriale Papa Francesco. con il suo stile pastorale immediato poco formale, richiama chi è realmente satana, la sua natura e i suoi limiti, il suo stato creaturale e come tale limitato, il suo modo di operare e i mezzi per combatterlo. Così non viene sottovalutata l’opera demoniaca che è il contrastare a tutti i livelli – sino alla fine dei tempi l’attuazione del regno di Dio, avendo come oggetto sia l’uomo e come dragone la grammatica della Madre terra cioè tutto il creato reale.
Ma in papa Francesco, fedele alla dottrina della Chiesa, quello che merge maggiormente è un sano ottimismo fondato sulla fede che Gesù non mente, il Risorto si fa presente attraverso la Chiesa “Io ho vinto il principe di questo mondo”, “le porte degli inferi non prevarranno”, “io sarò con voi sempre”. E in ogni male accanto alle cause naturali possono esserci elementi preternaturali, demoniaci con la preghiera di Gesù di fronte all’azione primaria “non abbandonarci nella tentazione” e di fronte all’azione secondaria “liberaci dal Male”.
Detto questo non si vuol dire che l’uomo venga sottratto alle sue responsabilità, ben sapendo che il peccato è un libero arbitrio umano tra “la bandiera del demonio e la bandiera di Cristo e mai una costrizione del demonio: “è dal cuore dell’uomo che escono pensieri maligni”. Preghiere sacramentali di liberazione, esorcismi non pongono l’uomo al sicuro, ma nella condizione di scegliere.
“I ritiri spirituali – Papa Farncesco -. Sant’Ignazio fa una famosa meditazione chiamata delle due bandiere. Descrive da un lato la bandiera del demonio e dall’altro la bandiera di Cristo. Un po’ come due squadre con maglie diverse, e ci domanda in quale ci piacerebbe giocare.
Con questa meditazione, ci fa immaginare come sarebbe appartenere a una o all’altra squadra. Sarebbe come domandarci: Con chi vuoi giocare nella vita? E dice Sant’Ignazio che il demonio per reclutare giocatori promette a quelli che giocheranno con lui ricchezza, onori, gloria, potere. Saranno famosi. Tutti li adoreranno.
Dall’altra parte, ci presenta lo stile di gioco di Gesù. Non come qualcosa di fantastico. Gesù non ci presenta una vita da stelle, da celebrità, ma al contrario ci dice che giocare con Lui è un invito all’umiltà, all’amore, al servizio verso il prossimo. Gesù non ci mente. Ci prende sul serio.
Nella Bibbia, il demonio viene chiamato il padre della menzogna. Quello che ti prometteva, o meglio ti faceva credere che facendo determinate cose saresti felice. E poi ti rendevi conto che non eri per niente felice, che eri andato dietro a qualcosa che lungi dal procurarti la felicità, ti ha fatto sentire più vuoto, più triste. Amici: il diavolo è un “venditore di fumo”. Ti promette, ti promette, ma non ti dà nulla, non mantiene mai nulla di ciò che promette. È un cattivo pagatore. Ti fa desiderare cose che non dipendono da lui, che tu le ottenga o no. Ti fa riporre la speranza in qualcosa che non ti renderà mai felice. Questo è il suo gioco, la sua strategia. Parlare molto, promettere molto e non fare nulla. E’ un gran “venditore di fumo” perché tutto quello che ci propone è frutto della divisione, del competere con gli altri, dello schiacciare la testa agli altri per ottenere le nostre cose. È un “venditore di fumo” perché, per raggiungere tutto questo, l’unica strada è mettere da parte i tuoi amici, non sopportare nessuno. Perché tutto si basa sull’apparenza. Ti fa credere che il tuo valore dipende da quanto possiedi.
Al contrario, abbiamo Gesù, che ci offre il suo gioco. Non ci vede fumo, non ci promette apparentemente grandi cose. Non ci dice che la felicità si trova nella ricchezza, nel potere, nell’orgoglio. Al contrario. Ci mostra che la strada è un’altra. Questo Direttore Tecnico dice ai suoi giocatori: Beati, felici i poveri in spirito, quelli che piangono, i miti, quelli che hanno fame e sete della giustizia, i misericordiosi, i puri di cuore, quelli che lavorano per la pace, i perseguitati per la giustizia. E termina dicendo loro, rallegratevi per tutto questo (cfr Mt 5,1-12).
Perché? Perché Gesù non ci mente. Ci indica una via che è vita e verità. Egli è la grande prova di questo. È il suo stile, il suo modo di vivere la vita, l’amicizia, la relazione con il Padre. Ed è ciò a cui ci invita. A sentirci figli. Figli amati.
Lui non ti vende fumo. Perché sa che la felicità, quella vera, quella che riempie il cuore, non si trova nei vestiti costosi che indossiamo, nelle scarpe che ci mettiamo, nell’etichetta di una determinata marca. Egli sa che la felicità vera sta nell’essere sensibili, nell’imparare a piangere con quelli che piangono, nello stare vicini a quelli che sono tristi, nel dare una mano, un abbraccio. Chi non sa piangere, non sa ridere e pertanto non sa vivere. Gesù sa che in questo mondo di così tanta competizione, invidia e aggressività, la vera felicità deriva dall’imparare ad essere pazienti, a rispettare gli altri, a non condannare né giudicare nessuno. Chi si arrabbia perde, dice il proverbio. Non consegnate il cuore alla rabbia, al rancore. Felici coloro che hanno misericordia. Felici coloro che sanno mettersi nei panni dell’altro, che hanno la capacità di abbracciare, di perdonare. Tutti abbiamo qualche volta sperimentato questo. Tutti in qualche occasione ci siamo sentiti perdonati. Com’è bello! E’ come tornare in vita, è come avere una nuova opportunità. Non c’è niente di più bello che avere nuove opportunità. È come se la vita cominciasse di nuovo. Per questo, felici quelli che sono portatori di nuova vita, di nuove opportunità. Felici quelli che lavorano per questo, che lottano per questo. Sbagli ne facciamo tutti, errori, a migliaia. Per questo, felici quelli che sono capaci di aiutare gli altri nei loro errori, nei loro sbagli. Che sono veri amici e non abbandonano nessuno. Essi sono i puri di cuore, quelli che riescono a vedere oltre le contrarietà immediate e superano le difficoltà. Felici quelli che vedono soprattutto il buono che c’è negli altri (Papa Francesco, Incontro coni giovani, 12 luglio 2015).
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