Preghiera 60
9 giugno 2015
Preghiera di liberazione, di guarigione, di
consolazione
Nel corpo glorificato di Gesù, che
riconosciamo dalle cinque piaghe, diviene eucaristicamente e sacramentalmente
presente la vittoria di Dio sul peccato, sulla morte e sul diavolo,
e la presenza di Cristo risorto diventa, per noi uomini, la speranza nella
liberazione da ogni male, la speranza nel compimento di Dio
Liturgia del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo
All’inizio: 190 in quell’Ostia consacrata
Alla Comunione: 307 Sei tu Signore il pane
All’esposizione: 193 Inni e canti
Omelia
Ma cosa significa che nel corpo glorificato di Cristo, che
riconosciamo dalle cinque piaghe, si fa presente in tutti i luoghi e in tutti i
tempi, attraverso la Chiesa con i suoi ministri, la vittoria di Dio sul
diavolo? Anche prima di morire e
risorgere Cristo ha assunto il confronto con le potenze del male come
punto di riferimento per portare a compimento il piano di salvezza del Padre
(Mt 4,1): “Fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal
diavolo”; Mc 3,14-15: “Ne scelse dodici perché stessero con Lui e per mandarli
a predicare con il potere di scacciare i demoni”; Gv 17,15: “Non prego che tu
li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal maligno”, Ef 6,11-12:
“Indossate l’armatura di Dio per poter resistere alle insidie del diavolo. La
nostra battaglia infatti – ci ricorda san Paolo – non è contro la carne e il sangue,
ma contro i Principati e le Potenze, contro i dominatori di questo mondo tenebroso,
contro gli spiriti del male che abitano le regioni celesti”.
E se Gesù non fosse risorto facendo partecipe della vita
divina fuori dello spazio e del tempo anche il suo corpo, che rientra in
continuità sempre e dovunque nella spazio e
nel tempo attraverso i ministri della Chiesa con la sua Parola, la sua
presenza nell’Eucarestia, la sua azione nei Sacramenti e nei Sacramentali, per
non abbandonarci nella tentazione e liberarci dal Maligno, tutto resterebbe
oscuro, perché Satana avrebbe mantenuto la sua supremazia, il peccato degli
uomini il sopravvento. Gesù avrebbe fatto tutto il possibile per salvarci, per
liberarci dal Maligno, ma alla fine la malizia umana, soccombendo all’azione di
Satana, avrebbe prevalso con la crocefissione e morte e la terra sarebbe
rimasta nell’ombra terribile della morte e del Maligno. Non per nulla insegnandoci
a pregare, due delle sette domande riguardano questa necessità: “Non
abbandonarci alla tentazione, liberaci dal Male cioè dal Maligno” (Mt 6,13).
Vengono in mente le parole di san Pietro: “Sia benedetto Dio e Padre del
Signore nostro Gesù Cristo; nella sua grande misericordia egli ci ha rigenerati come figli nel Figlio mediante la
risurrezione di Gesù Cristo dai morti” (1 Pt 1,3). La consapevolezza del farsi
sacramentalmente presente del Risorto, del darsi della Sua Parola, del dono,
attraverso il suo Spirito, di se stesso e della sua azione nei sacramenti manifesta
la misericordia infinita del Padre verso l’umanità nel suo insieme anche in
questo momento storico drammatico e di ogni persona in particolare. La presenza
ecclesiale del Risorto colta e accolta ci dà la certezza che Satana non ha più
potere su di Lui e su chi si affida a Lui, pur continuando a insidiare l’azione
del Risorto fino al compimento della storia. La presenza eucaristica, che
abbiamo celebrato Domenica, e l’azione del Risorto nel sacramento della riconciliazione,
possibilmente celebrato ogni mese, ricrea ciò che il peccato mortale distrugge,
il peccato veniale ferisce. E il Padre non ricorda più i peccati perdonati
nella confessione e per il penitente è tentazione ricordarli dopo il perdono
sacramentale. Nell’omelia dell’11 aprile 2014 Papa Francesco ha offerto uno dei
tanti richiami sull’esistenza personale del demonio per poterne fronteggiare
l’effetto devastante che produce sulle anime sonnolenti, ingenue. “La vita di
Gesù – riporto – è stata una lotta. Lui è venuto per vincere il male, per vincere il principe di questo mondo, per
vincere il demonio che ha tentato Gesù tante volte, e Gesù ha sentito nella sua
vita le tentazioni, come anche le persecuzioni: i cristiani che vogliono
seguire Gesù devono conoscere questa verità. Come fa il demonio per
allontanarci dalla strada di Gesù? La tentazione incomincia lievemente, ma
cresce: sempre cresce. Poi contagia un altro, si trasmette a un altro, cerca di
essere comunitaria. E alla fine, per tranquillizzare l’anima, si giustifica.
Cresce, contagia e si giustifica”. Papa Francesco ci ricorda che tutta la
storia umana è pervasa da una lotta cominciata fin dall’origine del mondo e che
durerà fino all’ultimo giorno, certi, però, che il futuro di Dio sarà di chi
crede alla verità, all’amore con la sola forza della verità che è Cristo, con
la sola forza dell’amore del Padre, ricco di misericordia, amore più grande di
ogni peccato attraverso il dono dello Spirito
Preghiera e catechesi.
Preoccupa, proprio in un momento storico drammatico più di
quanto ce se ne renda conto, che il tema
delle potenze infernali, quindi della lotta necessaria primaria e secondaria si
trovi talvolta piuttosto marginalizzato nella predicazione, nella catechesi,
nella preghiera perfino banalizzando o addirittura escludendo il ministero
dell’esorcismo per l’azione secondaria che fa soffrire. Può essere questo una
conseguenza di quella secolarizzazione della Chiesa cui punta una minaccia
occulta satanica anziché la cristianizzazione del mondo, anche per vincere
l’azione del Maligno e vincere la paura di lui che oggi cresce proprio in
quelli che negano l’esistenza. Da quanto affermano la Scrittura e il magistero
della Chiesa, l’argomento è invece di fondamentale importanza per capire
pienamente il senso dell’Incarnazione, Passione, Morte, Risurrezione, Ascensione
e dono dello Spirito, ed evitare che pastoralmente si riduca Gesù Cristo a
personaggio storico di allora da imitare, ridotto moralisticamente ad un “mero
buon esempio” e non soprattutto a ad una continua presenza ecclesiale e azione
sacramentale che libera dall’azione primaria e secondaria ordinaria e straordinaria
del Maligno, e quindi non parlando del demonio e delle tentazioni pur pregando
con il Padre nostro che ce le ricorda. Centrale, quindi, e nient’affatto
marginale, è il tema della lotta tra il Figlio di Dio che ha assunto un volto
umano e il “Principe di questo mondo” (Gv 12,31). Ce lo richiama Lui stesso,
rispondendo a coloro che lo accusano di operare in virtù del “capo dei demoni”
come se fosse un indemoniato, attraverso la parabola dell’uomo forte vinto da un altro più forte di lui (Lc
11,14s). Ovviamente, ciò non riduce alla lotta il motivo primario
dell’Incarnazione di farci figli nel Figlio assumendo un volto umano del Figlio
di Dio nel grembo verginale di Maria, espresso nel Credo, “per noi uomini e per
la nostra salvezza”: i due temi (farci figli nel Figlio e liberarci dal dominio
del Maligno) sono inseparabili. A causa del peccato, l’uomo singolo e l’umanità
collettivamente anche oggi si trova sotto la schiavitù della passioni, ma anche
in una condizione di estrema vulnerabilità verso le creature demoniache. Adamo,
con la sua disobbedienza, ha estromesso l’uomo dalla comunione naturale con Dio
e lo ha reso ipso facto schiavo del
peccato e di coloro che dell’uomo sono per natura più forti e per odio di Dio
ne desiderano la rovina fino al compimento della storia. Di conseguenza, la
vittoria e la liberazione operata dal Crocefisso risorto e da chi si unisce alla sua continua presenza ecclesiale e azione
sacramentale non poteva non coincidere anche con l’annientamento delle potenze
infernali. Da qui si capisce bene perché la storia personale del Dio che possiede un volto umano
nell’azione pubblica, nella passione e oggi risorto nella Chiesa per tutti,
costellata di azioni prodigiose, è storia
di guarigione dal peccato, ma anche del suo continuo confronto – scontro con il
potere delle tenebre (Lc 22,53), dei suoi continui esorcismi tramite di chi
agisce in persona di Lui risorto.
I fenomeni straordinari di attività demoniaca – di cui noi
esorcisti siamo talora testimoni perché scopo specifico del ministero datoci dal Vescovo per l’azione
straordinaria del Maligno – sono, pur nella loro drammatica serietà, la punta
emergente ma secondaria di un immenso
iceberg cioè un piano più ampio e nefasto di opposizione al Regno di Dio nel
suo già del non ancora da risorti, piano che si dispiega lungo l’intero corso
della storia umana il cui futuro oggi si presenta quasi impossibile senza un
intervento divino straordinario fino a invocare, come ai tempi di Leone XIII,
che si reintroduca al termine della Messa l’esorcismo per l’azione primaria, la
preghiera a san Miche arcangelo; il corso della storia umana è già Regno di Dio
quando accade il suo amore ed evolve verso il suo compimento, preludio della
vittoria finale di Cristo, culminante nell’apparizione dell’anticristo che,
come afferma Giovanni, “viene, anzi è già
nel mondo (1 Gv 4,3). L’esorcismo più grande e necessario –e che fa da
sfondo agli esorcismi particolari propriamente detti di noi esorcisti –è perciò
quello di colui che lotta nel quotidiano contro la tentazione, affinché nulla si anteponga a Dio nel cuore di ogni
uomo: è l’adorazione che fonda la libertà. In questa ottica, il ministero
ecclesiale dell’esorcismo è veramente un aspetto particolare, necessario della
pastorale, della preghiera liturgica cioè della più grande missione di
collaborazione alla redenzione, aspetto che ha nel sacerdozio ministeriale la sua
punta di diamante. E qui vorrei far rilevare la critica a chi parla troppo
dell’azione secondaria come se in essa il demonio si scatenasse “mentre lo
scatenamento ha ben altre aree: le guerre, le ingiustizie, gli egoismi,
l’induzione alla prostituzione, la
pedofilia, la pornografia, la disgregazione della famiglia, le bestemmie
conclamate, la cultura dell’indifferenza, dell’ateismo pratico, dell’arrivismo,
della sensualità sfrenata” (Mons. Giuseppe Zenti, Lettera rivolta al direttore di Radio Maria, 11 dicembre 2005). E
ora parliamo anche dell’azione primaria, anche se la finalità di noi esorcisti
è la liberazione dalla sofferenza dell’azione secondaria pur nell’attenzione di
non farla credere primaria, com’è la
tentazione.
329 1. Tu sei la mia
vita, altro io non ho. Tu sei la mia strada, la mia verità. Nella tua parola io
camminerò finché avrò respiro, fino a quando tu vorrai. Non avrò paura, sai. Se
tu sei con me: io ti prego, resta con me!
2. Credo in te, Signore, nato da
Maria: Figlio eterno e santo, uomo come noi. Morto per amore, vivo in mezzo a
noi: una cosa sola con il Padre e con i tuoi, fino a quando – io lo so – tu
ritornerai per aprirci il regno di Dio.
3. Tu sei la mia forza: altro io non
ho. Tu sei la mia pace, la mia libertà. Niente nella vita ci separerà: so che
la tua mano forte non mi lascerà. So che da ogni male tu mi libererai e nel tuo
perdono vivrò.
4. Padre della vita, noi crediamo in te.
Figlio salvatore, noi speriamo in te. Spirito d’Amore, vieni in mezzo a noi: tu
da mille strade, poi, dove tu vorrai, noi saremo il seme di Dio.
Una certa cultura atea, relativistica ed edonistica
contemporanea nel demone della secolarizzazione, sul fondamento di una equivoca
esaltazione della libertà individuale di autoriferimento, intende convincere
l’uomo che la liberazione dal male passa attraverso la comodità, la facilità,
la piacevolezza, l’irrisione di ciò di cui, però, si ha paura, in primo luogo
della morte e anche degli spiriti. Un vero e proprio culto dell’orrido e del
demoniaco è presentato, cantato, come benefica pratica psicologica per
“esorcizzare” – è proprio questo il termine usato distogliendolo dall’essere
inteso preghiera ecclesiale, sacramentale di liberazione – il male. Non di rado
alcuni spettacoli, taluni generi di festività, sono occasione per abituare l’uomo allo “schock” di ciò che è
malvagio, per insegnargli a non avere più paura. Si ritiene che una
riproposizione in chiave “simpatica” di ciò verso cui istintivamente si prova
repulsione sia la via giusta per liberare l’uomo dalle paure che gli impediscono di vivere appieno la percezione del male, e dall’assenza
di percezione all’assenza di coscienza del
Maligno il passo è breve. Una così coltivata familiarità con ciò che è
detestabile non può che condurre a diventare insensibili e repulsivi di ciò che
ci rivela il volto buono e misericordioso del Padre che ci invita a lasciarci
perdonare. Ma per lasciarci perdonare occorre la coscienza del male, del
peccato. Oggi si arriva a spacciare il paganesimo come la condizione ideale per
vivere in maniera pacifica e tranquilla. Ma la condizione pre-cristiana non è
mai stata e non si presenta oggi caratterizzata da un cielo sereno che avvolge
l’umanità; è stata segnata ed è segnata
dall’incombenza di un fato inesorabile su un mondo dominato da demoni e oscure
forze della natura. L’esperienza terrificante di tante vittime di sette,
esoterismo e magia ne è sempre nuova. Affermava l’allora cardinale Ratzinger:
“E’ Cristo il ‘Dio vicino” possedendo un
volto umano che ha forza e volontà di liberarci: per questo il Vangelo è davvero
‘buona notizia’. E per questo dobbiamo continuare ad annunciarlo a quei regimi
di terrore che sono spesso le religioni non cristiane. Dirò di più: la cultura
atea dell’Occidente moderno vive ancora grazie alla libertà dalla paura dei
demoni portata dal cristianesimo. Ma se questa luce redentrice del Cristo
dovesse spegnersi, pur con tutta la sua sapienza e con tutta la sua tecnologia
il mondo ricadrebbe nel terrore e nella disperazione. Ci sono già i segni di
questo ritorno di forze oscure, mentre crescono nel mondo secolarizzato i culti
satanici”. Però non cadiamo in una visione negativa che ci impedisce di scorgere
la luce del farsi presente del Risorto con i doni del Suo Spirito. La visione
pessimistica dell’esistenza in cui il male trionfa e l’evoluzione porta solo
sciagure non è una visione cristiana ma il frutto dell’azione primaria, della
tentazione del demonio.
Noi sacerdoti, noi esorcisti siamo consapevoli della
necessità di portare al mondo attuale la bellezza del volto di misericordia di
Cristo e quindi del Padre ricco di misericordia, attraverso la nostra persona,
il nostro ministero di liberazione, di guarigione, di consolazione. Il Codice
di Diritto canonico, al canone 1172&2 ricorda quattro qualità che devono ornare colui a cui è affidato il
ministero di esorcista: pietà, scienza,
prudenza, integrità di vita. L’uso del verbo “ornare” non è casuale. Un
ornamento è qualcosa di non strettamente essenziale per l’efficacia, ma è
comunque importante per sottolineare la dignità. Allo stesso modo, l’efficacia
del servizio di ogni sacerdote, di ogni esorcista dipende dalla potenza
dell’azione sacramentale del Risorto; tuttavia le virtù che risplendono nel
sacerdote servono a considerare con rispetto, con amore ogni atto sacramentale,
com’è l’esorcismo invocativo e imperativo, atto sacramentale cioè del
Crocefisso risorto; a ricordare la grandezza del ministero ordinato; ad agire,
non per vanità e ricerca di consenso, ma, come Cristo, per compassione e
soprattutto misericordia verso chi soffre nel corp o e nell’anima; infine, a
far innamorare di Lui attraverso l’agire
della nostra persona.
Pregare, impegnarci per questi sentimenti, per queste virtù,
a servizio dei fratelli, per la cui liberazione, guarigione, consolazione, salvezza siamo stati consacrati ministri
della grazia, del dono divino. Ogni esorcista che appartiene all’AIE si è
consacrato al Cuore Immacolato di Maria, di Colei che schiaccia il capo del
Nemico, non con la violenza né con discorsi persuasivi, bensì con la sua
santità, con il suo essere tutta – di –
Dio. Per l’efficacia del nostro ministero quanto è importante il noi
sacramentale, fraterno, vissuto in totale comunione con il Risorto che agisce
attraverso di noi, sempre in comunione affettiva ed effettiva con la Chiesa,
con il Papa, con il Vescovo che dà il mandato. “Il Dio della pace schiaccerà
ben presto Satana sotto i vostri piedi” (Rm 16,20)
Venite
processionalmente, incominciando da quelli in fondo alla Chiesa, per il tocco
sacramentale dell’Unzione con l’olio benedetto ed esorcizzato: è il segno della
presenza invisibile del Risorto tra noi e della sua azione ecclesiale di
liberazione, guarigione, consolazione mentre, con questa fede e con gli scopi
per cui siamo convenuti in preghiera, abbiamo all’orizzonte il non ancora della
grande speranza, la sicura meta ultraterrena di ogni bene senza più alcun male.
(67) O Gesù ti adoro,
ostia candida, sotto un vel di pane, nutri l’anima, solo in te il mio cuore si
abbandonerà. Perché tutto è vano se contemplo Te.
Ora guardo l’Ostia
che si cela a me, ardo dalla sete di vedere Te: quando questa carne si dissolverà,
il tuo viso luce, si disvelerà. Amen.
Preghiamo. Guarda, o Padre, chi è convenuto in questa
preghiera di liberazione, guarigione, consolazione,, che professa la sua fede
in Gesù Cristo, nato da Maria Vergine, crocifisso e risorto, presente in questo
Sacramento e fa che attinga da questa sorgente di ogni grazia frutti di
salvezza eterna. Per Cristo nostro Signore.
Amen
Dio sia benedetto…
Ed ora il sacramentale
dell’acqua benedetta ed esorcizzata
Preghiamo. Signore Dio onnipotente, fonte e origine
dell’anima e del corpo, benedici +
quest’acqua e fa che ce ne serviamo con fede pe implorare il perdono dei nostri
peccati e la grazia di essere sorretti in ogni infermità e difesi da ogni
insidia del nemico. La tua misericordia, o Padre, faccia scaturire per noi
l’acqua viva della salvezza. Perché possiamo accostarci a te, con cuore puro e
fuggire ogni pericolo dell’anima e del corpo. Per Cristo nostro Signore.
Amen
Da Domenica 26 luglio
sono in vacanza. Ricomincerò a ricevere giovedì 3 settembre, la preghiera di
liberazione martedì 13 ottobre se il Vescovo mi conferma nel mandato. In
Diocesi attualmente sono 13 gli esorcisti, ugualmente esorcisti.
224 1. C’è una terra
silenziosa dove ognuno vuol tronare…una terra e un dolce volto con due segni di
violenza; sguardo e premuroso, che ti chiede di affidare la tua vita e il tuo
mondo in mano a lei. R)Madonna, Madonna Nera, è dolce esser tuo figlio! Oh,
lascia, Madonna Nera ch’io viva vicino a te!
2. Lei ti calma e rasserena, lei ti
libera dal male, perché sempre ha un cuore grande per ciascuno dei suoi figli;
lei t’illumina il cammino se le offri un po’d’amore, se ogni girono parlerai a
lei così: R) Madonna….
3. Questo mondo in subbuglio cosa
all’uomo potrà offrire? Solo il volto di una Madre pace vera può donare. Nel
tuo sguardo noi cerchiamo quel sorriso del Signore che ridesta un po’ di bene
in fondo al cuor. R) Madonna…
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