Nuova evangelizzazione e famiglia
“La ‘buona novella’
della famiglia è una parte importante dell’evangelizzazione, che i cristiani
possono comunicare a tutti, con la testimonianza della vita; e già lo fanno,
questo è evidente nelle società secolarizzate: la famiglie veramente cristiane
si riconoscono dalla fedeltà, dalla pazienza, dalla apertura alla vita, dal rispetto agli anziani…Il segreto di tutto
questo è la presenza di Gesù nella famiglia” (Papa Francesco)
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Nel nostro cammino di catechesi sulla famiglia
tocchiamo oggi direttamente la bellezza del matrimonio cristiano.
Esso non è semplicemente una cerimonia che si fa in chiesa,
coi fiori, l’abito, le foto…. Il matrimonio cristiano è un sacramento che
avviene nella Chiesa, e che anche fa la Chiesa, dando
inizio ad una nuova comunità familiare.
E’ quello che l’apostolo Paolo riassume nella sua
celebre espressione: «Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo
e alla Chiesa» (Ef 5,32). Ispirato dallo Spirito Santo, Paolo
afferma che l’amore tra i coniugi è immagine dell’amore tra Cristo e la Chiesa.
Una dignità impensabile! Ma in realtà è inscritta nel disegno creatore di Dio,
e con la grazia di Cristo innumerevoli coppie cristiane, pur con i loro limiti,
i loro peccati, l’hanno realizzata!
San Paolo, parlando della nuova vita in Cristo, dice
che i cristiani – tutti – sono chiamati ad amarsi come Cristo li ha amati, cioè
«sottomessi gli uni agli altri» (Ef 5,21), che significa al
servizio gli uni degli altri. E qui introduce l’analogia tra la coppia
marito-moglie e quella Cristo-Chiesa. E’ chiaro che si tratta di un’analogia
imperfetta, ma dobbiamo coglierne il senso spirituale che è altissimo e
rivoluzionario, e nello stesso tempo semplice, alla portata di ogni uomo e
donna che si affidano alla grazia di Dio.
Il marito – dice Paolo – deve amare la moglie «come il
proprio corpo» (Ef 5,28); amarla come Cristo «ha amato la Chiesa e
ha dato sé stesso per lei» (v. 25). Ma voi mariti che siete qui presenti capite
questo? Amare la vostra moglie come Cristo ama la Chiesa? Questi non sono
scherzi, ma cose serie! L’effetto di questo radicalismo della dedizione chiesta
all’uomo, per l’amore e la dignità della donna, sull’esempio di Cristo,
dev’essere stato enorme, nella stessa comunità cristiana.
Questo seme della novità evangelica, che ristabilisce
l’originaria reciprocità della dedizione e del rispetto, è maturato lentamente
nella storia, ma alla fine ha prevalso.
Il sacramento del matrimonio è un grande atto di fede
e di amore: testimonia il coraggio di credere alla bellezza dell’atto creatore
di Dio e di vivere quell’amore che spinge ad andare sempre oltre, oltre sé
stessi e anche oltre la stessa famiglia. La vocazione cristiana ad amare senza
riserve e senza misura è quanto, con la grazia di Cristo, sta alla base anche
del libero consenso che costituisce il matrimonio.
La Chiesa stessa è pienamente coinvolta nella storia
di ogni matrimonio cristiano: si edifica nelle sue riuscite e patisce nei
suoi fallimenti. Ma dobbiamo interrogarci con serietà: accettiamo fino in
fondo, noi stessi, come credenti e come pastori anche questo legame
indissolubile della storia di Cristo e della Chiesa con la storia del
matrimonio e della famiglia umana? Siamo disposti ad assumerci seriamente
questa responsabilità, cioè che ogni matrimonio va sulla strada dell’amore che
Cristo ha con la Chiesa? E’ grande questo!
In questa profondità del mistero creaturale,
riconosciuto e ristabilito nella sua purezza, si apre un secondo grande
orizzonte che caratterizza il sacramento del matrimonio. La decisione di
“sposarsi nel Signore” contiene anche una dimensione missionaria, che significa
avere nel cuore la disponibilità a farsi tramite della benedizione di Dio e
della grazia del Signore per tutti. Infatti gli sposi cristiani
partecipano in quanto sposi alla missione della Chiesa. Ci
vuole coraggio per questo! Perciò quando io saluto i novelli sposi, dico: “Ecco
i coraggiosi!”, perché ci vuole coraggio per amarsi così come Cristo ama la
Chiesa.
La celebrazione del sacramento non può lasciar fuori
questa corresponsabilità della vita familiare nei confronti della grande
missione di amore della Chiesa. E così la vita della Chiesa si arricchisce ogni
volta della bellezza di questa alleanza sponsale, come pure si impoverisce ogni
volta che essa viene sfigurata. La Chiesa, per offrire a tutti i doni della
fede, dell’amore e della speranza, ha bisogno anche della coraggiosa fedeltà
degli sposi alla grazia del loro sacramento! Il popolo di Dio ha bisogno del
loro quotidiano cammino nella fede, nell’amore e nella speranza, con tutte le
gioie e le fatiche che questo cammino comporta in un matrimonio e in una
famiglia.
La rotta è così segnata per sempre, è la rotta
dell’amore: si ama come ama Dio, per sempre. Cristo non cessa di prendersi cura
della Chiesa: la ama sempre, la custodisce sempre, come se stesso. Cristo non
cessa di togliere dal volto umano le macchie e le rughe di ogni genere. E’
commovente e tanto bella questa irradiazione della forza e della tenerezza di
Dio che si trasmette da coppia a coppia, da famiglia a famiglia. Ha ragione san
Paolo: questo è proprio un “mistero grande”! Uomini e donne, coraggiosi
abbastanza per portare questo tesoro nei “vasi di creta” della nostra umanità,
sono - questi uomini e queste donne così coraggiosi - sono una risorsa
essenziale per la Chiesa, anche per tutto il mondo! Dio li benedica mille volte
per questo! (Papa Francesco, Udienza Generale, 6 maggio 2015).
L’insegnamento
della Chiesa in materia di sessualità, matrimonio e famiglia, così come essa lo
ha impartito lungo i secoli, non è affatto un ostacolo all’evangelizzazione,
anzi: promuovendo la famiglia esso prepara il terreno per la ricezione del
messaggio del Vangelo, come lo ha sviluppato Papa Francesco nella Catechesi
pubblicata. Per guardare ancora più a fondo
nel rapporto positivo fra la famiglia e l’apertura verso Dio di una
singola persona o di un’intera cultura, possiamo ricordare anche Benedetto XVI.
In un’argomentazione assai suggestiva egli cita il famoso detto di
Sant’Agostino: “Ebbene, sì, tu vedi la Trinità, se vedi la carità”. Se ciò è
vero, la via dell’amore sarà la “prova” più convincente dell’esistenza di Dio e
la strada maestra dell’evangelizzazione. Ora, la via dell’amore è intimamente
legata alla famiglia cristiana: infatti
quest’ultima, “nella misura in cui, attraverso un cammino di conversione
permanente sostenuto dalla grazia di Dio, riesce a vivere l’amore come
comunione e servizio, come dono reciproco e apertura verso tutti, riflette nel
mondo lo splendore di Cristo e la bellezza della Trinità divina”, cui la
famiglia coniugale o verginale rimanda. Così, una famiglia che vive nella
comunione del dono reciproco indissolubile e sessualmente esclusivo aperto alla
fecondità in tal modo rispecchia l’amore che è l’essere stesso di Dio, unico
nel suo essere e famiglia trinitaria. In tal modo la famiglia diviene “una
comunità ‘salvata’ e misericordiosamente ‘salvante’”. Ecco perché per Benedetto
e in continuità per Papa Francesco, “il matrimonio” –e, possiamo aggiungere, la
famiglia – “è chiamato ad essere non solo oggetto, ma soggetto della nuova
evangelizzazione” (Benedetto XVI, Omelia per l’apertura della XIII Assemblea
generale ordinaria del Sinodo dei vescovi sulla nuova evangelizzazione,
7-x-2012).
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